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Amnistia o amnesia?

Publie le martedì 27 dicembre 2005 par Open-Publishing

Addi’ 27 dicembre 2005, 207 deputati hanno chiesto una convocazione straordinaria della Camera per discutere di amnistia o di indulto. Quando i lavori sono cominciati, l’aula era semideserta, i deputati presenti 136, dei 207 firmatari della richiesta ne erano rimasti 93; il maggiore interessato, il ministro della Giustizia, il leghista Castelli era assente ingiustificato. Questo e’ il nostro paese!

Tra i suoi pessimi primati, l’Italia ha il primo posto in Europa per contestazioni della Corte europea sul modo lentissimo con cui conduciamo i processi e per il modo infame con cui trattiamo i carcerati.

I nostri istituti di pena stanno configurando la peggiore situazione europea e una delle peggiori del mondo. Le carceri scoppiano, 59.649 detenuti, 20.00 di piu’ del consentito,, sei detenuti sono stipati in celle costruite per uno, 4 persone ogni tre posti letto che dormono a turno, Vivono, in pratica, in condizioni non regolamentari, 47.320 detenuti si 53.780.

In 15 istituti il sovraffollamento e’ superiore al 200%, cioe’ per ogni posto disponibile ci sono due detenuti. Il 70% dei carcerati non ha acqua e ha i vetri piombati che non permettono nemmeno il ricambio d’aria, le condizioni sono invivibili non solo per i detenuti ma anche per i secondini con palesi violazioni dei diritti umani. Si moltiplicano le proteste carcerarie, i suicidi (gia’ 30 quest’anno), gli atti di violenza contro se stessi. Un detenuto su due presenta gravi disturbi mentali. I suicidi si contano soprattutto tra gli incensurati in attesa di giudizio, ma ci sono suicidi anche tra i secondini. Il 36% dei detenuti in Italia e’ in attesa di giudizio: il 57,6% di loro sono imputati giudicabili, il 29,8% appellanti e il 12,6% ricorrenti.

La pena ha un senso, ma che senso ha la mancanza di acqua, di aria, di spazio? In carcere ci sono anche 60 bambini che hanno seguito le loro madri. Che futuro puo’ avere un bambino che cresce in un carcere?

Il 30% dei detenuti e’ affetto da HIV, il 36% da epatite B, il 27% rischia la tbc, diecimila sono malati di epatite C. Completamente carenti le guardie carcerarie, i medici, gli assistenti, gli operatori sociali, gli insegnanti. Opera di rieducazione zero.
Ci sono 20.000 detenuto in piu’ rispetto alla capienza delle carceri. Questo e’ un fatto grave, un reato pubblico, e non configura uno stato cristiano ne’ uno stato civile.

Malgrado questa situazione disgraziata, in cinque anni, l’emerito ministro Castelli ha tagliato i fondi per le carceri del 40%, e ha imposto anche tagli sui medicinali, le cure mediche e l’assistenza ai malati. Addirittura ha fatto chiudere alcune strutture carcerarie.

Questo governo non fa nulla per ridurre il crimine, per prevenirlo, per rieducare il condannato e per reinserirlo socialmente. Anzi la pessima politica, accentrata solo sugli interessi del premier, incrementa uno stato di lesione del diritto in aggravamento, mentre non c’e’ intervento nei casi critici: disagio sociale, disoccupazione, zone ad alta densita’ mafiosa ecc.

Questo paese non e’ piu’ uno stato di diritto, ma una terra sequestrata da una banda di corrotti ad alta collusione mafiosa e piduista che fanno leggi a raffica solo per se stessi.

Pertini aveva detto: "Non disprezzate i galeotti, perche’ tra loro c’e’ sicuramente qualcuno migliore di voi!" Ma migliore di costoro e’ facile.

Purtroppo con l’ex Cirielli si e’ accresciuto il gap tra imputati eccellenti, comunque liberi, e poveri diavoli, comunque incarcerati e dimenticati. Persone con reati al di sotto dell’anno per violazioni di non allarme sociale stanno nelle carceri, mentre la legge lascia liberi uomini politici o loro parenti con pene convalidate anche al di sopra dei due anni, si veda il fratello di B. condannato a due anni e 4 mesi, pena poi ridotta, per le tangenti alle discariche, che non ha mai fatto un solo giorno di carcere, o Dell’Utri, 9 anni per collusione mafiosa, o Previti, 11 anni per corruzione di magistrati che ugualmente non vedranno mai un carcere.

Mentre da una parte le nuove leggi sui privilegi esercitano un ’libera tutti’ vergognoso nella cricca dei potenti, di cui sono rispettati anche i patrimoni illeciti (vedi Tanzi o la mafia), si incrudeliscono le pene per i recidivi poveri e disperati.
B. intende imporci una giustizia di classe di tipo feudale, in cui il potente e’ sempre impunito e gode dei benefici del reato, con grave danno alla democrazia, che ha come primo cardine l’uguaglianza di fronte alla legge.

In particolare sono vezzeggiati i reati finanziari, col crollo totale della nostra credibilita’ mondiale.

Il parlamento comincia ora a discutere se sia il caso di fare un indulto o un’amnistia quando, di fatto, l’ex Cirielli ha graziato migliaia di violatori della legge in corso di processo prima di qualunque sentenza. Graziati prima del giudizio! Il massimo! Ma ci vengono a dire che lo fanno per tutelare gli onesti?!? Un atto di tale ipocrisia e’ inumano. Una giustizia ritagliata per assolvere il potente e incrudelire le pene per i poveri cristi senza potere non e’ piu’ una giustizia ma una infamita’.

I guardiasigilli di B. hanno mostrato una progressiva perdita di legittimazione e un aumento di danno al corpo dello stato.
Ma alla discussione su amnistia e indulto era naturalmente assente Castelli, quel Castelli che nega a Sofri la grazia, che preferisce la Padania all’Italia, la crudelta’ alla clemenza, il corporativismo al bene pubblico, l’arroganza egocentrica all’accordo collegiale.

Guarda caso, quel ministro e la sua fazione (ripugna chiamarla partito), mentre se ne fregano della sofferenza inumana di migliaia di detenuti e mentre sventolano proditoriamente il crocifisso, hanno un occhio di grande riguardo per i crimini finanziari a cui partecipano attivamente, cercando di salvare la Banca di Lodi e il governatore Fazio che garantiva loro guadagni illeciti.

Di fronte alla situazione disumana dei carcerati, che aggiunge pena a pena, di fronte alla richiesta di clemenza, la risposta corale della Cdl e’ NO, e questo No viene ribadito, a maggior loro vergogna "in nome dei cittadini onesti".
E anzi Fini promette nuove carcerazioni che riguardano tossici, quando tossici illustri, vedi il figlio di Dell’Utri, il nipote di Agnelli o il ministro Miccicche’ possono continuare indisturbati.

Sono 15 anni che non vengono presi provvedimenti di amnistia e di indulto, solitamente ricorrenti con la frequenza di due anni. In questi 15 anni in Italia non c’e’ stata piu’ giustizia, piu’ prevenzione, piu’ rinforzo della magistratura o snellimento dei processi o eliminazioni di incomprensibili e pretestuosi cavilli, non ci sono state piu’ carceri.

Per Pannella, che in Italia sembra essere quasi l’unico che ha a cuore queste sofferenze ingiustificabili, mi si lasci dire che proclamare una marcia proprio la mattina di Natale a Roma, e per di piu’ in un inverno gelido e pieno di pioggia scrosciante, e’ peggio di un suicidio politico. Come sempre, Pannella procede da solo, a testa bassa, senza l’appoggio di quei sindacati su cui ha sempre sparato a zero, o di quei movimenti che il suo neoliberismo esasperato unisce nello stesso disprezzo, ma se adesso intende finalmente uscire dalla sua enclave estraparlamentare occorrera’ che si dia altre strategie e comprenda che i digiuni e le rivolte da solo non rendono piu’.

Quell’aula di Montecitorio vuota, oggi, ci ha mosso il piu’ profondo disgusto.

Si constata benissimo che quando si parla di liberta’ e di diritti collettivi, i parlamentari scompaiono; quando invece si tratta di difendere l’impunita’ di qualche reo eccellente, essi accorrono in massa, e basterebbe questo per delegittimarli per sempre.

Ergo: questo parlamento e’ la legione che difende i privilegi di pochi, ma se ne frega dei diritti di tutti. Questi non sono rappresentanti del popolo, ma clientes di un dominus, che li abbevera e rifocilla e in cambio vuole passiva ubbidienza.
Dunque: questo parlamento se ne deve andare! Non dico, ripeto, "questo governo" ma proprio "questo parlamento" se ne deve andare, perche’ siamo stanchi di essere presi in giro da destra come da sinistra, da gente che perso il senso della cosa pubblica.

Qui il radicamente al potere e’ l’unico movente della loro attivita’ politica, il servizio al paese e’ un optional poco gettonato.

Lo provano le numerose assenze anche nel campo dell’opposizione che piu’ di una volta hanno determinato la vittoria di una maggioranza anche troppo scarsa. Lo prova l’amnesia del centrosinistra al potere quando avrebbe dovuto regolare i conflitti di interessi. Lo prova il fatto che il maggiore tutore della mafia ieri, Andreotti, e’ stato salvato in estremis dal voto parlamentare proprio dalla sinistra che ora lo ospita come nulla fosse, mentre attacca l’attuale nuovo difensore della mafia, B., come se il reato fosse diverso.

Se un conflitto di interessi ormai si pone, e’ tra gli interessi del paese, cioe’ i nostri, e quelli di questa classe politica che, da destra a sinistra, si mostra, salvo rarissime eccezioni, finalizzata solo a una identica spartizione di utili privati.
L’aula semideserta di fronte al problema carcerario e’ il corollario immediato di questa amnesia della cosa pubblica.

Ma noi non possiamo tollerare che lo strazio sia arrivato a questo punto. Non possiamo tollerare un sistema carcerario dove chi esce sia peggiore di quando entra. E che la legge dia il carcere ai tossici invece che una disintossicazione e riabilitazione, che lo stato non preveda percorsi alternativi che indirizzino il malato a scopi di vita superiori.

Inconcepibile poi un sistema dove un potente arrivato a conferma del reato al terzo grado di giudizio, non si faccia nemmeno un giorno di galera e possa ora essere considerato innocente finche’ l’ex Cirielli non lo prescriva, senza niente pagare del suo debito verso la societa’ e anzi mantenendo la sua posizione di arbitrio contro i cittadini onesti. Mentre un poveraccio qualsiasi viene messo in carcere immediatamente anche per violazioni minime e poi e’ dimenticato.

Questo e’ il paese dove un governo ha depenalizzato i reati finanziari che in ogni paese civile sono tra i reati peggiori che esigono fino a venti anni di carcere.

Questo e’ il paese dove il premier in persona incita all’evasione fiscale e alle frode legislativa, perdonando, depenalizzando, condonando, premiando financo i trasgressori.

Questo e’ il paese dove l’uguaglianza davanti alla legge e’ calpestata da leggi indegne, votate da una maggioranza senza pudore ne’ vergogna.

E ancora dobbiamo sentirci dire che tutto questo e’ fatto "per la salvaguardia dei cittadini onesti" !? Non bastava il danni, ci voleva anche la beffa?!

Noi, cittadini onesti, contestiamo che gente, ormai priva da tempo di consenso popolare e di una maggioranza nel paese, parli a nome nostro di nefandezze, spacciandole per giuste leggi.

Oggi a Montecitorio sono state citate le parole di San Paolo:

"Ci vuole la luce per vedere nel buio e guardare oltre

il coraggio di fare il bene quando imperversa il male

la pazienza di sopportare le conseguenze dei propri atti"

Ma questi politici sono ottenebrati, non hanno coraggio ma sfacciataggine per imporre i loro intrighi, fanno pagare a noi le conseguenze nefaste delle loro azioni.
La giustizia esige rigore ma noi vediamo una giustizia a maglie larghe per i pesci grossi e a maglie piccole per i pesci piccoli,.

La giustizia non esige solo rigore, esige compassione, ma questi che ora comandano ne sono totalmente privi. Auguriamoci che non sia dato a loro quello che essi negano ad altri. Ci chiediamo con che coraggio sventolino quel crocifisso che usano solo come arma di discriminazione senza capirne il valore!

Un giorno di novembre dell’anno 2002 papa Giovanni Paolo II ando’ in visita al Parlamento. Era la prima volta che lo faceva. L’unico motivo della sua visita era di chiedere ai parlamentari clemenza per i detenuti. I parlamentari sorrisero con tutti i loro denti e applaudirono con tutte le loro mani, Poi misero una targa (piccola) su una parete per ricordare l’evento, e la targa dice ancora che il Papa era stato la’ per fare auspici di nuovi traguardi di giustizia e di pace. Se questi traguardi c’erano, nessuno si e’ mosso in quella direzione. E ora quella lapide sta li’ a ricordare ai posteri l’ipocrisia di quella gente che e’ ancora questa gente, che oggi di nuovo, faziosamente nega quella clemenza.

Chiudiamo con le parole di Beccarla, citate dalla deputata Bandoli:

"Non v’e’ liberta’ ogni volta che le leggi permettano che l’essere umano cessi di essere persona e diventi cosa".

Sotto un sistema che cospira per negare all’uomo il diritto di essere un uomo, che speranza possiamo ancora avere che l’umanita’ sia riconsciuta da quelli che sono delegati a rappresentarla?