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An in piazza, tensione allo Zapata
LA MANIFESTAZIONE Venerdì a Sampierdarena per sollecitare la chiusura dei
centri sociali. Il prefetto: «A tutti deve essere consentito di
esprimersi»
«I n questa città non esistono zone franche per nessuno e a tutti deve
essere consentito, indipendentemente dai luoghi, di poter esprimere il
proprio pensiero e la propria opinione, in piena libertà». Parole del
prefetto Giuseppe Romano, che ieri ha riunito il coordinamento delle forze
dell’ordine per discutere il caso della manifestazione programmata da
Alleanza nazionale per venerdì alle 16 in piazza Modena, a Sampierdarena,
con la partecipazione di Gianni Plinio, Giorgio Bornacin, Alfio Barbagallo
e Gianni Bernabò Brea.
Esplicito il titolo: "Sì alla legalità, chiudere i centri sociali". Ed è
proprio il tema dell’iniziativa e le voci che circolano in città di una
probabile contro-manifestazione da parte dei giovani del centro sociale
Zapata ad avere indotto il prefetto a incontrare ieri il vicepresidente
della Regione e poi a convocare i vertici delle forze di polizia.
Nessuno strabismo da parte della prefettura, chiarisce Romano: se dovesse
arrivare una richiesta di poter manifestare dall’opposta parte politica,
l’atteggiamento sarebbe analogo: «Chi possiede l’autorizzazione a
manifestare da parte delle autorità di pubblica sicurezza, cioè il
questore, delega alle forze dello Stato anche la propria tutela». Le forze
di polizia, dunque, saranno «ben presenti» in piazza Modena. Se i giovani
dello Zapata, che ieri sera si sono riuniti in assemblea, volessero a loro
volta manifestare (la questura deve essere informato con 48 ore di
anticipo), verranno adottate misure che impediscano ai due gruppi di
venire in contatto.
Dice Plinio: «Cinque anni fa fui oggetto di una feroce contestazione in
quella stessa zona e le forze dell’ordine furono costrette a intervenire
in modo deciso. Spero che in questa occasione prevalga il senso di
responsabilità. Perché la manifestazione? Abbiamo ricevuto moltissime
sollecitazioni da parte di abitanti e commercianti di Sampierdarena che si
lamnetano del disturbo provocato dall’attività del centro sociale. Non
dimentichiamo che a Sampierdarena si fanno ogni giorno i conti con baby
gang, immigrazione clandestina, prostituzione: vogliamo riaffermare il
diritto degli abitanti a vivere in pace»




