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Anche Maurizio Costanzo per il ritiro delle truppe
Publie le domenica 6 marzo 2005 par Open-Publishing4 commenti
Era bella la prospettiva che la vicenda di Giuliana Sgrena si fosse conclusa, ad un mese esatto dal suo rapimento, senza problemi.
Anzi: con rapidità e discrezione.
No, da un blindato americano è partita una raffica micidiale che ha ucciso l’agente del Sismi che aveva liberato Giuliana e poi fatto scudo a lei con il suo corpo, e in maniera grave un altro nostro agente dei Servizi.
Bush ha chiamato nella notte per scusarsi.
Mi auguro che Berlusconi sulle prime abbia avuto voglia di non rispondergli.
Riusciamo a fare operazioni delicate senza spargimento di sangue e qualche ufficiale labile di testa ordina di sparare ad una macchina che sta dirigendosi verso l’aeroporto.
Sarebbe il momento di andarsene da Nassiriya.
M.C.
da "il messaggero" di domenica 6.3.05





Messaggi
1. > Anche Maurizio Costanzo per il ritiro delle truppe, 7 marzo 2005, 21:59
Una cosa del genere non era mai accaduta: 200 intellettuali siriani in piazza a mostrare la faccia, a reclamare libertà al governo di Damasco:se questo oggi è possibile,lo dobbiamo,alla presenza degli Americani in Iraq,che sia il germoglio,di una nuova libertà,nell’angolo più illiberale di questo mondo...GRAZIE AMERICA
1. > Anche Maurizio Costanzo per il ritiro delle truppe, 7 marzo 2005, 22:47
Guarda che il Libano era uno stato democratico da prima che lo fosse l’ Italia.
E l’ occupazione siriana, che senz’altro e’ ora che finisca ma che non ha mai abolito i diritti democratici dei libanesi, e’ stata all’ epoca incoraggiata da tutte le superpotenze, Usa e Israele in testa, allo scopo di far finire la sanguinosissima guerra civile che era in corso.
E un pezzo importante del Libano, il Sud, era occupato fino al 1999 da Israele.
E’ curioso che tanti dittatori creati dagli Usa, da Noriega a Saddam, da Milosevic allo stesso Bin Laden, siano poi diventati l’ "asse del male".
Quando servivano contro l’ Urss, contro Cuba o contro l’ Iran o per sfasciare la Jugoslavia andavano bene, poi improvvisamente sono diventati i peggiori nemici.
Forse hai dimenticato che Saddam si era armato grazie agli Usa e con i finanziamenti dell’ italianissima Bnl.
Bnl nel cui Consiglio d’ Amministrazione siedevano all’ epoca Kissinger e pure Berlusconi.
Keoma
2. > Anche Maurizio Costanzo per il ritiro delle truppe, 7 marzo 2005, 23:09
E in aggiunta a quanto dice Keoma c’e’ da aggiungere che il regime siriano era cosi’ "nemico" degli Usa che nel 1991 fece parte della "Grande Coalizione" che appoggio’ la prima guerra irakena, quella di di Bush senior.
Noriega, Bin Laden, Saddam, Milosevic, i Talebani, Assad, tutti mostri creati in provetta dagli Usa in funzione anticomunista o antiiraniana e che poi, una volta "scaricati", sono diventati "il problema".
Si, se oggi il mondo e’ in queste condizioni, e’ proprio il caso di dire "GRAZIE AMERICA" !
Aladino Govoni
3. > Anche Maurizio Costanzo per il ritiro delle truppe, 8 marzo 2005, 21:45
Il gruppo militante sciita protesta contro "l’ingerenza straniera"
e appoggia Damasco.
Nasrallah: "Gli Usa saranno sconfitti"
Beirut, un milione di Hezbollah
in piazza a favore della Siria
Le truppe di Assad cominciano il ripiegamento verso la Bekaa
BEIRUT - "Ringraziamo la Siria e il suo esercito. Beirut era stata distrutta da Sharon e protetta dal presidente Hafez al-Assad". Mentre inizia il ridispiegamento delle forze siriane in Libano, il leader di Hezbollah, sheikh Hassan Nasrallah, prende la parola nella manifestazione di Beirut che ha portato in piazza oltre un milione di persone per protestare contro "l’ingerenza straniera" e sostenere la Siria. Insieme con gli Hezbollah altre diciotto formazioni radicali filo-siriane si sono date appuntamento per appoggiare Damasco e per contrastare gli ormai quotidiani cortei dell’opposizione, che chiede il ritiro delle truppe del Paese vicino, in Libano da quasi trent’anni.
In attesa che gli oratori prendessero la parola dal palco allestito nella centrale piazza Riad el Solh, i manifestanti hanno scandito slogan contro gli Stati Uniti e Israele: "L’America è la fonte del terrorismo", "Sharon, il Libano sarà la tua tomba". Un giornalista ha notato che l’inizio dei discorsi è stato segnato da un minuto di silenzio in memoria dell’ex premier Rafik Hariri, ucciso nell’attentato del 14 febbraio, che era tra i più accesi oppositori della presenza militare siriana.
Il leader del movimento sciita libanese ha detto che Hezbollah "appoggia" le decisioni prese ieri a Damasco dall’Alto consiglio siro-libanese e che "ogni ritiro" delle truppe siriane dal Libano "dovrà essere concordato dai governi dei due paesi". Nasrallah, che propone in Libano un "governo di unione nazionale e riconciliazione", ha lanciato un preciso invito alla Francia "e al presidente Jacques Chirac a non
appoggiare più la risoluzione 1559", ha detto, riferendosi alla risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che richiede il ritiro totale delle truppe siriane dal Libano e il disarmo delle milizie del movimento sciita
libanese.
"La flotta americana è stata già costretta a partire una volta nel 1982, e se torneranno in Libano gli americani saranno sconfitti ancora", ha poi detto il leader di Hezbollah che ha anche lanciato un messaggio a Israele: "Quello che non siete riusciti a ottenere con la guerra, non lo conseguirete neppure con mezzi politici". E poi ha aggiunto: "Siamo contro la divisione del Libano. Vi invito tutti a gridare: viva il Libano unito. Dico a Israele: dovete sapere che non avete posto tra di noi".
I manifestanti arrivato nella piazza Riad el Solh, venivano da tutto il Libano e - secondo la Tv libanese Lbc - anche dalla Siria. I militanti hanno assicurato un imponente servizio d’ordine e facilitato l’accesso dei giornalisti stranieri nella piazza, dopo averli dotati di un apposito tesserino.
Nasrallah ha concluso il suo intervento annunciando che le manifestazioni a sostegno della Siria e contro l’"ingerenza straniera" proseguiranno nei prossimi giorni e che una nuova dimostrazione si svolgerà venerdì a Tripoli, nel nord del Libano, mentre un’altra è in programma domenica anche a Nabatiyeh, nel sud del paese.
Intanto è materialmente iniziato il ridispiegamento delle truppe siriane verso la valle della Bekaa, prima fase del completo ritiro promesso dal regime di Damasco. L’annuncio è stato dato da fonti delle forze di sicurezza libanesi, che non hanno precisato da quali zone si stiano allontanando i soldati. Testimoni oculari hanno riferito di aver notato movimenti di soldati su un crinale montuoso a est di Beirut.
Il ripiegamento, hanno confermato le fonti, ha come destinazione la valle orientale della Bekaa, a ridosso della frontiera tra i due Paesi. Secondo l’accordo siglato ieri tra Siria e Libano entro la fine del mese Damasco dovrà stabilire la data del ritiro completo.
(8 marzo 2005) da Repubblica on line