Home > Anche ieri, sabato, il lavoro è stato funestato da diversi incidenti mortali
Anche ieri, sabato, il lavoro è stato funestato da diversi incidenti mortali
Publie le lunedì 21 luglio 2008 par Open-PublishingAnche ieri, sabato, il lavoro è stato funestato da diversi incidenti mortali
di Fabrizio Salvatori
Anche ieri, sabato, il lavoro è stato funestato da diversi incidenti mortali. A cominciare da quello in cui è rimasto vittima un ragazzo di 20 anni. Il giovane, Luis Valentin, è stato travolto da un tronco d’albero caduto da una teleferica a Longiarù, località montana dell’Alto Adige, mentre stava lavorando ad una teleferica per il trasporto di tronchi d’albero nel corso di operazioni del taglio del bosco. Ad un certo punto un tronco è uscito dall’impianto colplendolo in pieno. Ieri, per l’Alto Adige si è trattato del secondo grave incidente sul lavoro. In mattinata era finito all’ospedale con prognosi riservata un operaio rumeno di 30 anni, fulminato mentre lavorava sul tetto di un cantiere dopo avere inavvertitamente urtato i fili dell’alta tensione.
L’uomo, dipendente di un’azienda tedesca, stava lavorando alla manutenzione delle volte in una giardineria quando inavvertitamente con una lastra metallica è entrato in contatto con la linea elettrica. A causa della forte scossa l’uomo è caduto a terra, riportando, oltre alle ustioni dell’elettricità, anche lesioni ossee. Immediatamente è stato soccorso e trasportato all’ospedale, dove è stato ricoverato con prognosi riservata.
Un altro operaio è morto folgorato dall’alta tensione mentre era al lavoro in una ditta a Massafra in provincia di Taranto. Antonio Scarci, di 40 anni, di Taranto era dipendente dell’azienda "Fonseca" che aveva il compito di tinteggiare le pareti esterne di una azienda. Scarci si trovava nel cestello di un camion elevatore quando con il rullo con il quale stava tinteggiando una parete, ha toccato un cavo dell’alta tensione, morendo all’istante fulminato.
Potrebbe presto arrivare la parola fine, invece, sul caso di un uomo di 48 anni, Enzo Celleghin che nel 2004 rimase folgorato mentre stava lavorando ad una linea in cui l’elettricità non avrebbe dovuto esserci. Otto persone, di tre ditte diverse, tra cui l’Italferr (Gruppo ferrovie dello Stato), sono state rinviate a giudizio dal Gup di Bologna Gabriella Castore. L’uomo stava lavorando in un cantiere della Tav, l’alta velocità ferroviaria, a Bologna.
A processo davanti al giudice monocratico il 5 novembre prossimo compariranno - come aveva chiesto il Pm d’udienza Flavio Lazzarini dopo le indagini coordinate dalla collega Elisabetta Melotti - il direttore dei lavori dell’Italferr, società che gestiva il cantiere, il direttore dei lavori della Bologna ovest, che aveva l’appalto, e sei persone con vario ruolo nella Bonciani spa, ditta di Ravenna subappaltatrice, per la quale lavorava Celleghin. L’incidente avvenne di pomeriggio del 18 agosto nel cantiere Tav di via Agucchi. Nell’area era in corso la costruzione di una tratta destinata a diventare la nuova Porrettana, ma anche a sostituire la linea Bologna-Milano, quando questa è interessata dai lavori di trasformazione in alta velocità.
L’operaio era incaricato di alcuni lavori alla linea aerea, si trovava su un carrello elevatore, e si avvicinò ad alcuni cavi di alimentazione, senza toccarli. Stava avvitando le mensole che sostengono i fili dell’alta tensione quando si produsse un arco voltaico e una scossa violentissima lo investì, uccidendolo sul colpo. Visti i lavori in corso non ci doveva essere la tensione su quei cavi, ed è per questo che sono state individuate le otto persone che sono finite a processo a che avevano vari ruoli di garanzia. Celleghin, che abitava vicino a Venezia con la famiglia, era sposato, con due figlie.