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Anche in Europa gli Stati generali dell’antimafia
Publie le martedì 19 dicembre 2006 par Open-Publishingdi Vittorio Agnoletto
Libera, l’associazione di don Ciotti da anni impegnata nella lotta contro le mafie, è stata di recente al Parlamento europeo per una serie di incontri ufficiali con i rappresentanti dell’assemblea di Strasburgo.
Ai quali ha chiesto di impegnarsi per istituire a livello europeo una norma analoga alla legge
italiana, per l’uso sociale dei beni confiscati alla mafia.
Pochi giorni fa una delegazione di Libera, guidata dal presidente dell’associazione, don Luigi Ciotti, è stata ricevuta al Parlamento Europeo dal Gruppo della Sinistra unitaria europea. Don Ciotti ha avuto la possibilità di presentare la sua associazione ai parlamentari europei, e di rilanciare ancora una volta gli Stati generali dell’antimafia che si sono tenuti a Roma qualche settimana fa, con l’appello affinché le autorità si impegnino concretamente nella lotta contro le mafie.
Al Presidente del Parlamento Josep Borrell e al Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza Franco Frattini, don Ciotti ha presentato il vino, la pasta e l’olio prodotti dai giovani delle cooperative che lavorano sui terreni un tempo di proprietà dei mafiosi. «È il frutto della legge 109/1996 sull’utilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia», ha spiegato il fondatore di Libera, mostrando i prodotti delle terre confiscate a Provenzano e Riina.
La normativa che consente l’uso a fini sociali dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose vige solo in Italia. E questo proprio grazie all’impegno di Libera, che nel 1995 è riuscita a raccogliere un milione di firme per questa causa.
«Contro il dilagare del fenomeno mafioso, non solo in Europa, ma in tutto il mondo, urge che
l’Unione europea adotti strumenti validi» ha dichiarato don Ciotti. «Si deve lavorare ora nella prospettiva di una dimensione globale delle mafie», chiedendo al Commissario Frattini di collaborare con il Parlamento Europeo affinché venga modificata la decisione della Commissione, relativa alla confisca dei beni. «Dobbiamo infatti fare in modo che non diventino patrimonio dello stato, come avviene attualmente, ma che possa essere previsto un loro utilizzo sociale, sull’esempio del modello italiano».
Libera ha chiesto un impegno concreto all’assemblea di Strasburgo per creare uno strumento europeo che accolga le esigenze di coordinamento delle associazioni che lottano contro le organizzazioni mafiose transnazionali.
L’obiettivo è quello di convocare gli Stati generali dell’antimafia a Bruxelles nell’autunno del 2007, in chiusura della Carovana Internazionale antimafie.
Il GUE si impegnerà perché questo possa avvenire e perché il tema della lotta alle mafie sia iscritto nell’agenda politica dell’Unione Europea. Lavoreremo anche per ottenere maggiori controlli in alcune zone europee, come le isole Madeira e le isole Jersey, veri e propri paradisi fiscali che giocano un ruolo determinante nel riciclaggio del denaro sporco dei mafiosi. Infine, occorre rilanciare la Convenzione del 2000 sulla cooperazione giudiziaria a livello europeo, che alcuni Paesi, inclusa l’Italia, non hanno ancora ratificato, e che rappresenterebbe uno strumento importante per un’Europa unita contro tutte le mafie.