Home > Ancora fiamme e morti sul lavoro

Ancora fiamme e morti sul lavoro

Publie le giovedì 26 giugno 2008 par Open-Publishing

Ancora fiamme e morti sul lavoro

Intervento della Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista su quanto accaduto a Scarlino

Grosseto: Ancora fiamme e morte sui lavoratori. La Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista esprime il proprio cordoglio e la solidarietà verso i lavoratori colpiti e verso le loro famiglie.
Ma fatti dolorosi e drammatici come quello dell’Agrideco di Scarlino impongono una riflessione più generale sulle responsabilità di chi costantemente chiede meno stato e più mercato, più competitività e meno controlli in ogni attività aziendale e particolarmente nel trattamento dei rifiuti. Un settore praticamente fuori da ogni efficace controllo pubblico.

“Nel corso di questi ultimi anni, - afferma la Segreteria del Prc - più volte abbiamo letto le conclusioni delle Commissioni Parlamentari d’inchiesta su pesanti irregolarità connesse al ciclo dei rifiuti, e le inutili raccomandazioni al Parlamento per una normativa più attenta e stringente, specie verso le responsabilità dei produttori di rifiuti pericolosi, i quali troppo facilmente si liberano da ogni loro onere cedendo a terzi i loro rifiuti, senza più preoccuparsi del loro corretto smaltimento. Una omissione grave di fronte ai dati annui relativi allo smaltimento che vedono di fatto scomparire diverse milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi, che, usciti dalle imprese, non si sa dove finiscano.”

“Oggi –prosegue la segrteria del Prc - non è possibile sapere i motivi precisi dell’esplosione dentro lo stabilimento Agrideco, sebbene vi sia il pesante sospetto del mancato rispetto delle necessarie norme di sicurezza. Ma è un fatto che l’attuale normativa consente che nella nostra provincia vengano trattate presso l’Agrideco grandissime quantità di rifiuti (fino a 130.000 tonnellate all’anno), per lo più provenienti da altri territori ed appartenenti ad una lunghissima serie di tipologie.”

“In uno stato civile – conclude - non si può continuare a morire di lavoro, interpretando la necessità di sicurezza solo contro room ed immigrati, contro ogni “diverso” che attraversa il nostro territorio dimenticando il diritto fondamentale di vivere e lavorare senza rischio.

Contro questa piaga è ora che la società si mobiliti con una nuova cultura del lavoro, della sicurezza, dei diritti.”