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Anm: a rischio 100mila processi

Publie le giovedì 19 giugno 2008 par Open-Publishing

Roma, 18 giu. - (Adnkronos/Ign) - Con la cosiddetta norma ‘salva premier‘ con cui si prevede la sospensione dei processi per i reati commessi fino al giugno 2002 sono a rischio “100mila processi“. L’allarme viene lanciato dall’Associazione nazionale magistrati che sottolinea come nel caso dovesse passare tale norme “la giustizia sarebbe in ginocchio visto che si creerebbe un caos senza precedenti“.

Il presidente dell’Anm Luca Palamara, nel corso di una conferenza stampa, ha segnalato un elenco di reati per i quali secondo la ’salva premier’ si imporrebbe la sospensione. Si va dal sequestro di persona, alla rapina, passando per lo stupro, senza dimenticare l’omicidio colposo, i maltrattamenti in famiglia e le molestie.

Ma la lista dei reati per i quali è prevista una pena inferiore ai 10 anni è davvero lunga. “E allora - esordisce Palamara - come si fa a dire ai genitori ad esempio di una vittima dello stupro che il processo è sospeso perché non c’è urgenza. Qual è la fretta di introdurre una disposizione che rischia di fare chiudere la giustizia penale per i prossimi anni?”.

Se passasse questa norma, come hanno sottolineato anche il segretario generale dell’Anm Giuseppe Cascini e il vicepresidente Gioacchino Natoli sarebbe come dire che “il legislatore ha deciso che i reati con meno di 10 anni di pena sono bagatelle“.

I reati per i quali sarebbe obbligatoria la sospensione, ribadisce l’Anm, “sono il 95% del totale dei reati. Stabilire che la stragrande maggioranza di essi vada esclusa è un danno alla lotta alla criminalità”.

Non solo. Il ’sindacato delle toghe’ segnala infatti “con preoccupazione che le norme contenute nel disegno di legge in materia di intercettazioni approvate dal Consiglio dei ministri di venerdì, se tradotte in legge avrebbero l’effetto di ridurre drasticamente le possibilità di contrasto nei confronti della criminalità da parte delle forze dell’ordine e della magistratura”.

Facendo degli esempi espliciti la giunta esecutiva centrale dell’Anm rivela che con queste norme “non potranno essere disposte intercettazioni e nemmeno acquisiti i tabulati del traffico telefonico per reati gravissimi quali il sequestro di persona, l’estorsione, la violenza sessuale, lo sfruttamento della prostituzione, la rapina, il porto abusivo di armi, il furto in appartamento, la bancarotta fraudolenta, l’associazione per delinquere semplice”.

Insomma secondo l’Associazione nazionale magistrati, “la drastica riduzione della possibilità di ricorrere ad intercettazioni ambientali, anche per reati di mafia e terrorismo, depotenzia gravemente e ingiustificatamente l’azione investigativa. Di fatto - rilevano - non saranno più possibili intercettazioni nei locali pubblici, negli uffici, all’interno dei veicoli, negli istituti penitenziari“.

Con queste norme poi, si rileva ancora, sarebbero off limits “le riprese visive per identificare gli autori di rapina in banca, violenza negli stadi, assenteismo degli statali“.

Nel disegno di legge, inoltre, per l’Anm “mancano disposizioni adeguate al fine di tutelare il diritto alla riservatezza delle persone coinvolte in intercettazioni con riferimento a fatti privati estranei al processo penale. Si potrà insomma intercettare di meno con grandi vantaggi per i criminali e senza reali benefici per la riservatezza delle persone e, soprattutto a discapito della sicurezza dei cittadini”, taglia corto l’Anm.