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Richieste di estradizione alla Francia per 12 ex della lotta armata. E’ polemica
Anni 70, Mastella come Castelli
Il Prc chiede l’amnistia. Il sottosegretario Cento: «Il ministro la smetta di giocare a guardie e ladri»
A.Man.
Clemente Mastella, così diverso dal suo predecessore, ha deciso di non lasciar cadere una delle battaglie dell’ingegnere leghista Roberto Castelli, quella per riportare in Italia, nelle patrie galere, i condannati per fatti di eversione e terrorismo degli anni 70 e 80, che trovarono rifugio a Parigi sotto la protezione di François Mitterrand. Il guardasigilli italiano ha incontrato ieri a Napoli il suo omologo francese, che si chiama quasi come lui, Pascal Clément, e gli ha rinnovato le richieste di estradizione presentate nel 2002 da Castelli. Da Roma a Parigi era stato trasmesso allora un elenco di 12 mi (erano 13 ma Cesare Battisti, l’unico che i francesi hanno poi deciso di arrestare, è scappato alla prima occasione per evitare la consegna all’Italia) tra i quali ci sono ex brigatisti come Enrico Villimburgo e Roberta Cappelli, militanti di Prima linea o dell’autonomia e anche Giorgio Pietrostefani, ex dirigente di Lotta continua condannato con Adriano Sofri e Ovidio Bompressi per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi.
Il ministro francese Clément ha preso atto e la questione, almeno a Napoli, è finita qui. Difficilmente cambierà la posizione di Parigi, che dopo vent’anni ha estradato solo Paolo Persichetti (agosto 2002), l’unico per il quale esisteva un provvedimento già eseguibile. L’altro caso è Battisti. L’incontro di ieri per il resto è stato dedicato alla cooperazione nel quadro europeo. Mastella si è impegnato a snellire le procedure del mandato d’arresto Ue, che era stato ostacolato dal precedente governo.
A Roma invece si sono aperte le polemiche. «Il ministro Mastella sa benissimo che nella maggioranza esistono sensibilità diverse e c’è chi pensa che sono passati tanti anni e non si può non tener conto del mutato contesto - osserva il capogruppo di Rifondazione al senato Giovanni Russo Spena - Il ministro non avrebbe dovuto porre il problema delle estradizioni, non senza consultare gli alleati e senza proporre una legge per chiudere gli anni di piombo e regolare anche la questione degli esuli. Sarà stata anche una richiesta di routine - dice Russo Spena - ma poteva evitarla». Più duro è un membro del governo, il sottosegretario verde all’economia Paolo Cento: «Il ministro prenda piuttosto delle iniziative coerenti con la scelta dell’indulto e la smetta di giocare a guardie e ladri con i protagonisti della lotta armata rifugiati da anni in Francia. Si adoperi piuttosto per un’amnistia per i reati degli anni 70 - conclude Cento - e per assicurare alla giustizia i presunti responsabili del rapimento di Abu Omar e dell’omicidio di Nicola Calipari». I primi sono 26 funzionari Cia, compresi gli allora responsabili di Roma e Milano, il secondo un militare Usa. In quei casi Mastella non mostra la stessa solerzia, su Abu Omar non risponde da mesi ai giudici milanesi.
L’iniziativa di ieri potrebbe servirgli a scrollarsi di dosso l’immagine di «ministro dell’indulto». «E sbaglierebbe, perché l’indulto va invece valorizzato», commenta Russo Spena. Negativo anche Cesare Salvi, presidente Ds della commissione giustizia del senato: «Prima l’indulto per metterli fuori - ironizza - ora vuole metterli dentro... Ma il ministro della giustizia non ha cose più importanti e urgenti da fare?».
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Ottobre-2006/art40.html