Home > Annozero. La loggia di san Marino 2
De Magistris: Minacce poche, ma troppe intimidazioni. “Mi hanno messo sotto tutela e mi hanno dato una macchina blindata, peccato che non mi diano la benzina e mi facciano divieto di mettercela” “L’inchiesta Poseidone (illeciti nella gestione del settore della depurazione ) mi è stata tolta, ora si tenta di togliermi anche questa”. (‘Why not?’ presunta società internale che funge da ponte per la spartizione di fondi statali ed europei).
Il principale sistema di drenaggio del denaro pubblico sono le società in cui si mescolano pubblico e privato, e in cui pesca la corruzione di Magistratura, Guardia di Finanza, Politica. Chi controlla queste società?
La maggior parte degli indagati fa parte di una loggia massonica coperta.
Uno dei principali accusati è l’imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere. Si parla di truffa aggravata, di estorsione… ma Saladino è amico di Mastella.
Cosa può fare contro una cosca di queste proporzioni un Magistrato?
Il Magistrato è un uomo solo. Lo sapevano Falcone e Borsellino. Le istituzioni non lo aiutano, lo lasciano morire, stanno dalla parte di quelli su cui egli indaga. Stanno dalla parte dei suoi nemici. E si sono rese così forti che non temono danno alcuna dalle loro malefatte.
Dice Santoro: “L’Italia è uno stato di diritto fondato sulle prescrizioni”.
La solitudine del Magistrato viene anche dall’interno, dall’abbandono in cui lo lasciano molti suoi colleghi.
Il motto di Clementina Forleo è “Sii prudente!” “Io li pretendo i controlli sul giudice, ma essi devono avvenire con delle regole che siano le stesse per il Ministro come per il Mario Rossi qualunque, anche per lui gli ispettori devono muoversi, se c’è sospetto di irregolarità, che non accada che Alì Mustafà o il Mario Rossi qualunque stiano in carcere dieci anni prima che qualcuno si accorga che c’è stato uno scambio di nomi e li assolva per non aver commesso il fatto”.
Invece ci muoviamo solo quando sono toccati a santuari, nessun ispettore si muove per vedere perché un ufficio è paralizzato e non può fare nulla per mancanza di organico. Queste inchieste sono momenti di verità, lo sanno tutti che in Calabria i soldi scompaiono, le opere non vengono fatte, tutto è maneggio, ma non è su questo che gli ispettori vanno a vedere.
Potenza è una città di 150.000 abitanti, ci sono una trentina di giudici e sono tutti di Potenza. Le inchieste sulla criminalità colpiscono persone che sono amici, parenti, familiari, così accade che i fascicoli riposino per 9-10 anni nei cassetti della procura e siano tirati fuori al momento della prescrizione. La commistione tra potere giudiziario, criminale e politico è diventata stretta. E chi è vittima può aspettare invano che giustizia sia fatta.
I ragazzi di Catanzaro in rivolta erano tanti, erano tutti. Hanno ancora fiducia che il bene trionfi, che giustizia si faccia, vogliono e devono credere nelle istituzioni. Se pure ci fossero errori formali, cacciare de Magistris vuol dire togliere speranza a un popolo. Non si può accettare che chi vuole che la legge sia uguale per tutti venga trasferito.
Commuove la testimonianza di Rosanna, la figlia del Giudice Scopelliti, ucciso nel 91 per il maxiprocesso sulla mafia. Se ne era andata dalla Calabria ma ora torna, chiamata dalla protesta di questi giovani. Dice: “Mio padre è stato ucciso non solo dalla mafia, ma dallo Stato. E dopo 16 anni gli assassini di mio padre sono stati prosciolti. Non è possibile che si faccia passare l’indulto per liberare i colpevoli e si imbavagli la giustizia come in Calabria! Sono tornata perché ho visto i ragazzi di Locri, sono tornata richiamata da quel grido: “Ammazzateci tutti!” Il lavoro di questi ragazzi che da due anni non demordono non è stato vano”. Ma Scalfari dove guarda? C’era anche lei, esile e determinata, sul palco a Bologna. Ma Mauro cosa dice quando accusa il popolo italiano di antipolitica?
La Forleo si commuove di fronte a questi ragazzi come per un fenomeno inedito. Quello striscione “E adesso trasferiteci tutti!” riecheggia l’altro dei ragazzi di Locri “E adesso trasferiteci tutti!”, che venne portato dopo l’omicidio di Fortugno, ed è un segno bellissimo, che la gente si sta svegliando” un segno che finge di non vedere lo Scalfari che parla di barbari, o Mauro che dice che la gente deve prendere le vie ufficiali della politica partitica, ma quali di grazia, se anche il voto è stato coartato e i programmi elettorali, come ha detto Polito sono solo specchietti per le allodole?
Ruotolo cita il giornalista Vulpio del Corriere della Sera con le sue inchieste sulle toghe lucane.
Viene mostrato il sindaco Buccico di Matera (AN), l’uomo da cui tutto è partito, che nega clamorosamente e querela. Il sindaco di Matera spara querele a raffica, anche al generale dei carabinieri Zacheo, inventa un nuovo reato, un mostro giuridico: “associazione a delinquere a mezzo stampa”, così si chiama oggi dire la verità, un reato da manicomio. Così partono perquisizioni a giornalisti, a magistrati. E con esse chi era inquisito viene a sapere cose che non dovrebbe per difendersi meglio.
Come dice de Magistris, basterebbe vedere gli organici delle società per avere una immagine inquietante di ciò che accade. Ma la gente ormai fida solo di quei magistrati, sindacalisti o preti, come don Marcello, che fanno il loro mestiere.
E la voglia di diritto sale nel paese. Non siamo, come vuole Mauro, una società che ha perso il senso della propria identità, se insorgiamo è proprio perché l’abbiamo ritrovata.
I motivi per il trasferimento di de Magistris- dice Salvatore Borsellino- mi ricordano i modi usati da Carnevale contro mio fratello. “Mi sono allontanato per sette anni per l’assuefazione e l’indifferenza della gente e ora vedo questi ragazzi e mi si apre il cuore!”.
Ma l’incredibile Scotti nega persino che Borsellino sia stato lasciato solo. Forse non ricorda che Borsellino, per aver parlato di Berlusconi, di dell’Utri, di Mangano fu deferito al CSM.
E quel Chiaravaloti, presidente della Calabria, tronfio, sicuro di sé, che dice: “Oggi i giudici non si uccidono più col tritolo!” e ride sinistramente.
Sonia Alfano, figlia del Giornalista Beppe Alfano, assassinato dalla mafia: “Dobbiamo aspettare che anche de Magistris venga ucciso per dire che era bravo e fargli gli onori funebri?”.