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Appello alla partecipazione all’assemblea nazionale a Bari del 10 luglio 2005
Publie le giovedì 30 giugno 2005 par Open-Publishing3 commenti
La legge Turco-Napolitano, la legge Bossi-Fini e il ministro dell’interno Pisanu, in nome della sicurezza, hanno trasformato il problema politico dell’immigrazione in guerra permanente contro tutti i migranti.
La società di oggi è martellata quotidianamente da retoriche securitarie che ripetono incessantemente: potete vedere voi stessi che cosa sono gli immigrati, esseri incorreggibili e pericolosi; l’immigrato è stupratore, drogato, oppure prostituta, ma è anche terrorista e criminale. L’unica cosa da fare è lasciarlo fuori dai confini dello Stato nazionale, oppure se tenta di attraversare illegalmente i nostri confini, va rinchiuso in un CPT e poi espulso.
L’associazione continua di clandestino e criminale ha reso di fatto il clandestino un criminale sui generis, un criminale d’eccezione che non può semplicemente essere arrestato, ma deve essere internato perché non avendo commesso reato alcuno, ha la colpa pura e semplice di avere esercitato il suo diritto di fuga dalla guerra, dalla fame, dalla miseria.
Queste leggi hanno reso ancora più precaria e ricattabile la condizione giuridica dei migranti favorendone il loro sfruttamento e creando una società di "irregolari" da trattenere espellere e incarcerare. Il trattamento del migrante è diventato il prototipo del controllo della marginalità sociale. Il caso della struttura detentiva di Castelfranco costituisce un esempio legato alla proposta di legge Fini sulle tossicodipendenze. Punizione e coercizione sono gli strumenti utilizzati nei confronti di questioni sociali.
Dal 1998 - anno in cui la legge Turco-Napolitano ha istituito i centri di permanenza temporanea - un’ampia rete di gruppi, associazioni, partiti e sindacati ha dato vita ad una lunga serie di azioni con l’obiettivo di una loro definitiva chiusura, denunciando la impossibilità di una modifica umanitaria dei CPT. Contemporaneamente, anche dall’interno degli stessi centri di permanenza temporanea, i migranti hanno agito pratiche di resistenza all’arbitrio; spesso sono state sopite, altre volte si sono concretizzate nella fuga.
In questi anni si è creato un fronte ampio e trasversale che ha coinvolto numerosi amministratori locali e, più di recente, ha visto associarsi la chiara presa di parola da parte di alcuni Presidenti di Regione.
Le dichiarazioni di Vendola, in particolare la convocazione per l’11 luglio di un Forum dei Presidenti delle Regioni contro i CPT, hanno aperto uno scontro istituzionale tuttora in atto.
Crediamo che questo scontro riguardi, innanzitutto, la natura della decisione politica e rispetto a questo crediamo che sia necessario sperimentare inedite forme di democrazia.
D’altro canto le misure detentive applicate negli ultimi mesi - sotto indicazioni diretta del ministro degli interni Pisanu - nei confronti di tanti attivisti che si battano contro la vergogna dei lager per migranti e lottano per il diritto alla casa e al reddito, costituiscono un esempio lampante del deterioramento delle forme di governo attuale.
Associazione sovversiva, associazione a delinquere, eversione dell’ordine democratico, finalità di terrorismo, cospirazione politica contro lo stato sono alcune delle formule utilizzate per neutralizzare le istanze di cambiamento sociale e democrazia che provengano dall’interno o dall’esterno dei confini nazionali.
Di fronte a tutto ciò, come attivisti ed attiviste che quotidianamente tentano di conquistare una vita degna di essere vissuta per tutti e per tutte, ci rivolgiamo in eguale maniera a tutte le realtà che si mobilitano contro guerra, razzismo, neoliberismo economico e indiciamo un incontro da tenersi il 10 luglio a Bari, in Via Giulio Petroni n. 101.
Chiediamo a tutti di prendere posizione su alcuni temi:
– l’abrogazione delle leggi sull’immigrazione che si basano su espulsione e reclusione;
– la chiusura incondizionata dei cpt;
– una politica sociale che metta la parola fine alla divisione della società in migranti e non migranti, illegali e legali, produttivi ed improduttivi;
– la depenalizzazione dei reati sociali.
Il Governo ci chiede un patto di sicurezza, rispondiamo che l’unica sicurezza è data dal concreto accesso al reddito e alla cittadinanza per tutti e tutte.
Rete No Cpt
nocpt@libero.it





Messaggi
1. > Appello alla partecipazione all’assemblea nazionale a Bari del 10 luglio 2005, 6 luglio 2005, 18:21
direi che non sono assolutamente d’accordo con voi qua non è e ripeto non è un problema ne politico
e adirittura neanche sociale,è solo ed esclusivamente una difficoltà di ordine pubblico. Non voglio distinguere tra residenti e ospiti, siamo di fronte alla legge tutti identici apprezzerei solo fermezza nell’applicare le pene,non dimentichiamo che i reati contro la personà tipo le violenze a danno delle donne, e le intrusioni in casa propria di notte sono cose che ti rovinano la vita letteralmente,se io fossi un delinquente e sapessi che se rubo in casa d’altri mi aspettano 5 anni di lavoro a spaccare pietre
son sicuro che ce penserei su un paio di volte,e ci penserei eccone se dopo aver violentato e rovinato a vita una ragazza venissi chimicamente castrato scommetto che eviterei...ma fino a quando prevale il lassismo in nome di cosa non si sa,allora..poi non ci si deve lamentare se ti violentano la ragazza,o se ti entrano in casa mentre dormi, o come avviene ultimamente aspettano che il marito/fidanzato esca e adirittura lo fanno di mattina e se gli va ti violentano la moglie/fidanzata, e fino a quando capita agli altri non importa he,ricordatevi che non è questo lo spirito se succede a me è probabile che succeda anche a te,ORDINE PUBBLICO!!! SOLO QUELLO
CIAO A TUTTI
1. > Appello alla partecipazione all’assemblea nazionale a Bari del 10 luglio 2005, 6 luglio 2005, 22:05
Si, vabbe’, ma che c’entra tutto questo con i C.P.T. ?
Se uno, di qualsiasi razza, stupra o ruba deve andare in galera, mica nei C.P.T.
Questi invece vengono utilizzati per trattenere gli stranieri in attesa della regolarizzazione, dell’ asilo politico o dell’ espulsione.
Cioe’ si tiene detenuta gente che, in ogni caso, non e’ accusata di nessun reato, visto che nemmeno nel caso piu’ drastico, l’ espulsione, non si configura da nessuna parte del codice il reato di "emigrazione clandestina", nemmeno la Bossi-Fini lo prevede.
Faccio comunque notare anche il fatto che gli immigrati dell’ est europeo, quelli che in alcuni casi che hanno fatto notizia sono stati recentemente implicati in fatti di violenza carnale, dal 1.1.2006 non saranno considerati piu’ extracomunitari e quindi nemmeno clandestini.
Quindi, con riferimento ai C.P.T. - pessima creazione del centrosinistra poi ulteriormente inasprita dalla destra al governo - di cosa stiamo parlando ?
Keoma
2. > Appello alla partecipazione all’assemblea nazionale a Bari del 10 luglio 2005, 7 luglio 2005, 21:39
Intterrogazione a Pisanu: "Grave divieto ingresso Cpt a Loiero"
7 luglio 2005 da "Carta"
La mancata autorizzazione al presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, di visitare il centro di permanenza temporanea Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Crotone), è al centro di una interrogazione di alcuni parlamentari del centrosinistra in cui si chiede al ministro dell’ interno, di sapere ’’se fosse a conoscenza della richiesta e per quale motivo non e’ stato concesso a Loiero il permesso di visitare il Cpt’’.
I parlamentari, primo firmatario Nuccio Iovene, hanno anche chiesto ’’se non si ritenga grave che alla massima autorità istituzionale regionale, eletta dai cittadini, venga impedito sul territorio da lui governato di svolgere quelle funzioni ispettive concesse ai parlamentari nazionali e per quali motivi l’ ingresso ai Cpt viene negato sistematicamente e ripetutamente alle organizzazioni sociali ed umanitarie ed ai rappresentanti istituzionali che ne fanno richiesta’’.
’’Loiero ha chiesto ieri mattina al Prefetto di Crotone di poter visitare il centro - è scritto nell’ interrogazione - Ma a distanza di molte ore, come lui stesso ha denunciato, non ha ancora ricevuto una risposta positiva e in pratica gli è stato fino ad ora impedito di visitare il centro. Loiero è stato membro del parlamento per diverse legislature e fino alla elezione a Presidente della Regione Calabria nello scorso aprile e che in quella veste avrebbe potuto accedere liberamente e in qualunque momento al Cpt come in qualunque altro centro’’.
’’La legge sul sistema carcerario - prosegue l’ interrogazione - permette, per fare un’ analogia, l’ accesso agli istituti penitenziari anche ai consiglieri regionali. Nella sua recente comunicazione alle Camere Pisanu ha negato che i Cpt siano praticamente inaccessibili a chi voglia verificarne le condizioni. Il Presidente della Regione è la massima autorità istituzionale regionale ed è assai grave che ad essa venga impedita la funzione ispettiva e negato il permesso a visitare il Cpt nella regione che governa. Nei centri sono recluse persone responsabili solo ed esclusivamente di un illecito amministrativo, come l’ ingresso clandestino o l’ assenza di permesso di soggiorno. Sotto il profilo delle condizioni ambientali, assistenziali, igienico-sanitarie e delle garanzie giuridiche, così come dalle numerose denunce sin qui registrate da associazioni umanitarie e da numerosi parlamentari, rappresentano un’offesa alla dignità umana e una evidente violazione delle convenzioni internazionali che tutelano i diritti della persona’’.
Nell’ interrogazione si ricorda, infine, la conferenza in programma a Bari nei prossimi giorni sulle politiche dell’ immigrazione e sui Cpt a cui parteciperanno 13 presidenti di Regione.