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Aspettando un’altra Valle Giulia. Aspettando un nuovo autunno caldo

Publie le lunedì 20 ottobre 2008 par Open-Publishing
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Venerdì 17 ottobre non è solo stata la grande giornate del sindacalismo di base, con uno sciopero GENERALE che ha portato a Roma 500.000 persone in rappresentanza di tutte le categorie del lavoro, ma è stata la giornata dei cortei e delle azioni a Napoli, Palermo, Milano, Bologna per un’ altra istruzione e contro il colpo di grazia che questo governo (con la complicità di una opposizione sterile e trasparente) sta dando alla scuola ed all’ università italiana.

Roma, 1 Marzo 1968, Valle giulia

Dopo mesi e mesi di silenzio il conflitto sociale tenta una piccola ripresa nonostante le carenze al suo interno e gruppi di "pompieri" che tentano di utilizzare le mobilitazioni da un lato, mentre dall’altro trattano insistentemente con il governo.
Il 17 ottobre ha portato alla luce alcuni punti fondamentali. Il primo è l’autonomia di queste mobilitazioni e il distacco totale nei riguardi dei sindacati confederali ormai attenti solo a rappresentare l’elite di funzionari e sindacalisti che trattano su tutto e che da decenni sono proni davanti al volere delle classi dominanti e dei poteri forti. Dimostrazione di ciò è lo "sciopericchio" indetto da CGIL CISL UIL, diviso in tempi diversi e zone diverse del paese (nord, centro e sud) e la continuazione di una concertazione che negli ultimi 10 anni ha voluto dire un ridimensionamento del potere del lavoratore nelle decisioni strategiche, perdita di potere d’acquisto, perdita di sicurezza sul posto di lavoro (7 morti in 24 ore dovrebbero bastare per chiudere una giornata tutte le attività produttive del paese) e la perdita della centralità del lavoratore come UNICO generatore di ricchezza nel processo produttivo in un paese come il nostro, dominato dalla piccola e media impresa ma anche con una grande industria sempre presente.
Lo sciopero ha anche segnato l’avvicinamento dei lavoratori e dei precari agli studenti e ai docenti colpiti da pseudo politici, nani e ballerine prestate al governo, che da "buona Domenica" sicuramente arrivano ad audience di milioni di telespettatori ma non riescono ad incantare tutto un paese.
Ormai il distacco dai politicanti è ad un massimo storico, l’invisibile opposizione è solo una stampella del governo, anzi in
molti casi una sua appendice.
In questa autonomia ritrovata serve però mantenere i nervi saldi e correggere il tiro per non ricadere negli errori del passato. Con gli studenti che gridano "non pagherete la crisi con i nostri soldi" continuare a sentire nelle assemblee che la protesta studentesca deve essere apolitica è ormai un ossimoro evidente ma è portato avanti con tenacità da qualunquisti "infiltrati" della destra o da "pompieri" vicini o organici al PD che non hanno nessuna intenzione di cambiare questo stato di cose essendo loro i primi responsabili della disintegrazione della formazione e dell’istruzione, i primi ad aver introdotto la precarietà e i primi a dettare la linea "morbida" del sindacato.

A questo punto, come più volte gridato ieri, non si deve più tornare indietro. Le istituzioni governative tenteranno con l’aiuto del PD ma anche con una parte consistente di alcuni moribondi di Rifondazione, di fare passare il momento di rabbia di lavoratori e studenti e di riportare tutto alla calma.
Ora infatti arriva il difficile, quasi impossibile ai nostri tempi.
Le mobilitazioni devono essere l’inizio di una unità di intenti e di azione politica non solo contro un governo, ma contro un sistema in crisi che si sta ristrutturando. Ancora una volta abbiamo visto come la finanza ed il capitale fa ricadere le perdite sui lavoratori che pagano mutui e che fanno la spesa. Abbiamo visto come trattano i settori del paese come la cultura e la scuola considerati IMPRODUTTIVI. Abbiamo visto come utilizzano la paura per creare discriminazioni e ghetti, abbiamo visto come vogliono ridurre il lavoro ed i lavoratori.
Per questo oggi l’unità delle lotte rimane importante a patto che le stesse si epurino di tutto quell’agire politico e quelle
organizzazioni che nel sistema hanno creduto e supportato.
In tutte le lotte nel nostro paese e nella storia ci sono state scintille che fecero iniziare periodi di conquiste e di emancipazione e che segnarono una rottura con il passato, una di queste fu il 1 marzo del 1968 quando gli studenti si ripresero con la forza le facoltà prima occupate poi sgomberata dalla polizia, da qul momento nessuno studente si tirò più indietro. Le manifestazioni di ieri sono un fatto essenziale e fondamentale ma non hanno prodotto quella scintilla perchè negli anni anche il nemico ha imparato e si è fatto furbo.
Per questo aspettiamo un’altra Valle Giulia, per questo aspettiamo un nuovo autunno caldo, per questo bisogna lavorare insieme ma contro tutto e contro tutti.

Per Senza Soste Ulisse Ognistrada

19 ottobre 2008

http://www.senzasoste.it/editoriali/aspettando-un-altra-valle-giulia.-aspettando-un-nuovo-autunno-c.html

Messaggi

  • Continua la mobilitazione degli studenti contro la riforma Gelmini e la Finanziaria

    Bloccata la stazione a Bologna. Oltre 40 mila in corteo a Firenze, mille alla Statale

    Università, cortei e blocchi
    "E ora provate a fermarci"

    ROMA - Continua la mobilitazione nelle università contro la riforma Gelmini. All’urlo di: "E ora provate a fermarci", gli studenti tornano in corteo contro i tagli imposti dalla Finanziaria. Bloccata la stazione ferroviaria a Bologna. Oltre 40 mila in corteo a Firenze, mille in assemblea alla Statale. Lezioni in stada a Genova.

    Mille alla Statale di Milano. Picchetti in molti atenei. Almeno un migliaio di studenti stanno assistendo agli Stati Generali d’Ateneo che si stanno tenendo nell’aula magna dell’Università Statale di Milano. Minacciosa la dichiarazione degli studenti del Politecnico che per l’inaugurazione dell’anno accademico, il 3 novembre, alla presenza del ministro all’Istruzione, hanno annunciato "cose incontrollabili".

    Facoltà occupate. I ragazzi dei collettivi universitari hanno bloccato la stazione di Bologna. Dopo essere scesi in corteo per via Indipendenza, gli studenti sono entrati nella stazione ferroviaria e hanno occupato i primi due binari. Al grido di "noi la crisi non la paghiamo" circa un migliaio di ragazzi stazionano sui binari con striscioni, fumogeni e petardi. Poco prima, un centinaio di ragazzi hanno fatto irruzione nel Rettorato gridando "vergogna, vergogna", e rumoreggiando con tamburi e fischietti.

    Oltre 40 mila per la questura, almeno il doppio per gli organizzatori, manifestano in centro a Firenze. "L’università pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta", scandiscono i manifestanti in corteo. Non sono mancati insulti al ministro della pubblica istruzione Gelmini.

    Corteo anche a Napoli: in mille sfilano per le strade della città. In testa, uno striscione con la scritta: "Fuori Confindustria da scuole e università".

    Assemblea anche nelle università di Cagliari, all’Aquila, a Parma, Pavia e Perugia. A Palermo, dopo il corteo di ieri di 15.000 studenti, una nuova manifestazione si snoderà attraverso le strade della città a conclusione delle assemblee organizzate in tutte le 12 facoltà. Il rettore Giuseppe Silvestri ha annunciato la sua presenza al corteo.

    Lezioni di Lettere in strada a Genova. Nel pomeriggio assemblea alla facoltà di Lingue straniere.

    Notte al liceo. Al liceo Majorana di Roma, gli studenti hanno trascorso la notte nell’aula magna. "Ci faremo sentire in questi giorni - ha detto Stefano Vitale, coordinatore dell’Unione degli studenti di Roma. "No al decreto Gelmini, alle classi separate per gli studenti stranieri, all’abbassamento dell’obbligo scolastico e al taglio dei fondi".

    (21 ottobre 2008)

    www.repubblica.it

    • Dopo gli scontri a Milano e i cortei di ieri, i collettivi "invadono" Palazzo Nuovo

      Occupata l’università di Torino

      TORINO - Atenei autogestiti, assemblee, lezioni per la strada. Dopo i cortei di ieri e gli scontri a Milano con la Polizia, la protesta contro la riforma Gelmini prosegue. Da ieri sera Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche torinesi, è stato occupato dagli studenti.

      Le lezioni, al momento, proseguono regolarmente, ma gli studenti chiedono la sospensione della didattica dal 28 al 30 ottobre "per favorire la massima partecipazione in occasione dell’attesa visita martedì del ministro Gelmini a Torino e dello sciopero generale della scuola". Proseguono intanto le lezioni all’aperto "per dare visibilità alla protesta".

      Occupazioni anche a Roma. Dopo il liceo Nomentano, blocchi ai licei Azzarita e Genovesi mentre si stanno organizzando cortei nel quartiere Talenti e Ponte Milvio a cui è annunciata la partecipazione di 4 mila studenti.

      (22 ottobre 2008)