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Assemblea a Roma Tre. Gli studenti si raccontano

Publie le domenica 9 novembre 2008 par Open-Publishing

Assemblea a Roma Tre. Gli studenti si raccontano

di Simona Caruso

Una ricerca-sondaggio su un campione di circa settecento studenti della Facoltà di Lettere di Roma Tre, presenti a un’assemblea del 28 ottobre contro la legge 133. Il lavoro, coordinato dal prof. Edoardo Novelli, sociologo dei processi culturali e comunicativi, non ha certamente la pretesa di raccontare il movimento studentesco in tutta la sua complessità. Il campione fa riferimento, infatti, ad una specifica realtà – quella della terza università romana – e con questa sua specificità va letto.

I dati raccolti, ci presentano un identikit parziale del “movimento studentesco”, attraverso il sondaggio di una piccola fetta del fenomeno di massa ormai conosciuto come “l’onda anomala”. Dalle 27 domande, si rileva che il 94% degli studenti frequenta con regolarità le lezioni, e che nell’83% dei casi si tratta di studenti in corso. I tratti peculiari, sono quelli di una “generazione” che si informa attraverso internet (46,9%) e televisione (28,5%), mentre il 6,6% legge i quotidiani. Scelte, queste, in qualche modo collegate allo sconforto palesato dagli studenti riguardo l’affidabilità dell’informazione.

Dall’analisi dei settecento, emerge un orientamento a sinistra: il 49% afferma di aver votato il Pd alle ultime elezioni, il 16% la Sinistra arcobaleno, il 10,1% l’Italia dei Valori. Inoltre, la partecipazione di questi studenti a tale movimento appare quasi “un’eccezione” in un quadro di sostanziale estraneità alla politica. L’83% di questi afferma, infatti, di non essere iscritto a partiti o a organizzazioni politiche.

I ragazzi dell’ “onda” non hanno una loro specifica letteratura di riferimento. Lo stesso vale per la musica e per le altre forme espressive (terminologia, slogan etc.) tipiche dei movimenti del passato; Quello che potrebbe essere definito un atteggiamento “ideologico”, non viene visto di buon occhio da questi studenti che, tra l’altro, non aspirano e non pretendono essere “avanguardia”.

Tra i personaggi che rappresentano, ognuno nel proprio campo, un punto di riferimento per questo movimento così variegato, spiccano i nomi dell’attore Roberto Benigni, lo scrittore anti-camorra Roberto Saviano o le icone del web e del giornalismo di denuncia, quali Grillo e Travaglio.

Credono nell’innovazione e si collocano a metà nel continuum Regole/Libertà. In cima ai loro valori compaiono la famiglia, l’amicizia e l’amore, seguiti da studio e lavoro. Solo al settimo posto arriva la politica dei partiti. Percepiscono come urgenza principale del nostro Paese la corruzione (il 34,2%), seguita dalla questione lavorativa (24,5%) e dal costo della vita; mentre non sono considerate emergenze prioritarie criminalità, immigrazione e sicurezza.

I soggetti avvertiti come più affidabili sono la magistratura (col 33,4%) e il volontariato (col 26%); per non pochi (il 14,4%) nessun soggetto; solo il 10,2% crede nei partiti e nei sindacati e l’8,4% nell’informazione.

I settecento di Roma3 raccontano, dunque, di un’onda “anomala” e “imprevedibile”, la quale è forse una sintesi del passato, con le sue idiosincrasie e le sue contraddizioni. Un’identità varia che soppianta le coordinate classiche a partire da una fluidità di contenuti e di parole d’ordine e che, tuttavia, non rinuncia alla prospettiva della lotta quando in ballo c’è il futuro dell’università.