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Assemblea nazionale del Prc. La lotta riparte

Publie le lunedì 15 settembre 2008 par Open-Publishing

Assemblea nazionale del Prc. La lotta riparte

di Alessandro Ambrosin

ROMA - “Ricominciamo dall’opposizione” è lo slogan scelto dal Partito della Rifondazione Comunista per l’assemblea nazionale che si è svolta oggi al Teatro Brancaccio di Roma. Un luogo non del tutto casuale, visto che proprio tra queste mura nel 1991 si costituiva ufficialmente il Prc. E oggi sicuramente, quella stessa voglia di ricominciare proprio come diciassette anni fa, è un elemento percettibile nell’atmosfera che si trova nei volti e nelle voci che movimentano il palcoscenico teatrale.

E’ Roberta Fantozzi ad aprire il dibattito dell’assemblea presieduta da Claudio Grassi. Le tematiche più urgenti trovano libero sfogo negli interventi che si susseguono. Marco Trasciani, lavoratore Alitalia riporta alla luce la difficoltà che stanno attraversando i dipendenti della compagnia di bandiera, Dante De Angelis, il macchinista delle F.S. licenziato il giorno di ferragosto parla di sicurezza e dei diritti negati. Maria Cristina Rossi, insegnante precaria, interviene sulla precarietà del pubblico impiego. Seguono gli interventi di Nicola Nicolosi della Cgil, Paolo Sabatini dell’Sdl, Gianni Cabinato dell’Associazione Conusmatori e utenti, Mercedes Frias, ex parlamentare nota esperta di immigrazione, Andrea Alzetta di Action Roma, Elisabetta Piccolotti dei Giovani Comunisti, Matteo Sanniti del Prc di Catania, Nicoletta Brusio dei No Tav, Ciro Pesacane del Forum Ambientalista, Roberto Mustacchio parlamentare europeo, Di Lello di Magistratura Democratica, Antonio Sartorelli, operaio di Somigliano D’Arco, Dino Greco della Fiom di Brescia, Anita Sonego, del movimento femminista. E poi ancora Claudia Rancati dei No Dal Molin, Lidia Menapace e infine dal palco parte un’arringa verace di un dipendente precario della sanità napoletana.

Quello che emerge sono praticamente tutte le vertenze sociali che a tutt’oggi non hanno trovato una seria ed efficace opposizione alle politiche liberiste della destra. E’ proprio questo spazio lasciato vuoto che Rifondazione intende colmare partendo dalla fattiva negazione di una soggettività sociale. Da questo modello aggregante il Prc vuole ricominciare, affinché questo punto di partenza rivitalizzi quella dimensione politica nella quale si possa esercitare una concreta forma di lotta. Dopo cinque ore di dibattito giunge il momento delle conclusioni, ed è a questo punto che Paolo Ferrero prende la parola. Sono due fattori che maggiormente hanno impressionato il segretario del Prc: i lavoratori abbandonati in una situazione di solitudine e la speranza.

Due elementi in stretta connessione tra loro, i quali dovrebbe determinare il percorso della politica della sinistra. Ma ciò non è ancora avvenuto. L’indissolubile legame si è spezzato incrementando le paure, abbattendo ogni possibilità di far valere la dignità alle proprie ragioni, disgregando la saldatura di ogni forma collettiva a svantaggio dell’individualismo sociale.
Il reale problema, per Ferrero, resta altresì la mancanza totale di una opposizione degna di questo nome, che contrasti l’attuale Governo e il disegno della Confindustria, che usa tutti i suoi mezzi per colpire duramente le logiche che garantiscono la collettività.

In sostanza, utilizzare la paura come perno dell’insicurezza sociale prodotta dalle politiche del centro destra diventa il nodo fondante per continuare a smantellare lo stato sociale, i contratti nazionali e il welfare. Ci vogliono idee diverse per ricominciare a fare opposizione, incalza nuovamente Ferrero. Ricostruire il conflitto di classe, che cambi non solo i rapporti di forza, ma anche quelli con la politica. Non sono dei sogni utopici. Il popolo della sinistra unito nei suoi intenti può ancora determinare una vittoria, rovesciando definitivamente l’ allarmante ascesa di questa tecnocrazia.