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Atesia: le demenziali dichiarazioni di Damiano alla stampa

Publie le domenica 26 novembre 2006 par Open-Publishing
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Riporto da "Il Manifesto" del 25 Novembre 2006:"Trattandosi di provvedimento cautelare, non è dato ravvisare alcuna obiezione nel merito all’operato degli ispettori, né è possibile individuare alcuna contraddizione tra tale operato sia con la circolare ministeriale del 14 giugno 2006, sia con le proposte del governo nell’ambito del disegno di legge finanziaria per il 2007".

Così il ministro del Lavoro Cesare Damiano e i sottosegretari Antonio Montagnino e Rosa Rinaldi commentano il provvedimento emesso dal Tar sul caso Atesia. Il ministero conferma inoltre "l’impegno del governo a favorire la stabilizzazione dei lavoratori cococò e cocoprò dei più diversi settori di attività, offrendo certezze di sbocchi occupazionali stabili. Tali strumenti - è la conclusione - non precludono in alcun modo al lavoratore interessato la diversa scelta di percorrere la strada giudiziaria".

Prima osservazione:
appare evidente come Atesia abbia avanzato la domanda di sospensione a ragion veduta poichè, al fine di evitare l’ormai prossimo conflitto normativo fra lo "stralcio" introdotto in finanziaria (invalidamento automatico della pronuncia ispettiva a seguito della trasformazione di tutti i contratti a progetto in contratti di subordinazione, anche di un solo giorno, contenenti clausola pacificatoria sul pregresso) e pronuncia ispettiva (che chiede di assumere a tempo indeterminato oltre 3200 lavoratori) , è del tutto normale che i giudici decidano per la disposizione sospensiva ponendosi in una posizione di attesa.

In altre parole è stata l’introduzione in Finanziaria della procedura sanante ad aver procurato all’azienda il pretesto per la domanda di sospensione.
Appare logico pensare che, senza la prima, non ci sarebbe stata la seconda.

Dunque un’operazione magistrale quella dei cervelloni Atesia, e che possiamo schematizzare in tre passi:
PASSO 1- Atesia pressa il governo (si prega di rintracciare l’intervista concessa nel mese di Settembre a RaiTrade dall’Amministratore Delegato Gianni Camisa, dove si chiedeva candidamente al Ministero di sanare, altrimenti si prendeva e si portava tutto all’estero) ad introdurre norme condonanti e , di conseguenza, confliggenti con la pronuncia ispettiva;
PASSO 2- gli avvocati fanno notare al giudice come stia per presentarsi a breve un conflitto normativo (creato ad arte dalla premiata ditta DAMIANO(CGIL)-CGIL-ATESIA);
PASSO 3- i giudici verificano l’ipotesi, ne prendono atto, alzano bandiera bianca e si arrendono.

Seconda osservazione:
non ci può essere nessuna contraddizione fra il lavoro Ispettivo e la Circolare del Ministero perchè mentre gli ispettori hanno rilevato una difformità fra la tipologia del contratto e la mansione svolta, il Ministero ordina quale deve essere la tipologia del contratto (ovviamente dando per scontato che la mansione sia ad essa conforme);

Terza osservazione:
quando Damiano dice che "non è possibile individuare alcuna contraddizione tra tale operato [degli Ispettori]...con le proposte del governo nell’ambito del disegno di legge finanziaria per il 2007" dice il vero, perchè non è possibile alcuna contraddizione fra un operato-fatto storico con norme nemmeno pensate al tempo dell’operato-fatto.

Invece Damiano dovrebbe chiedersi se non siano le norme "stralcio" ad essere in contraddizione con l’operato-fatto storico passato.
Se facesse questa prova, sarebbe costretto ad ammetere di avere messo in piedi un vero e proprio condono sui call center ("firma apposta, posizione stralciata"), svilendo la professionalità dei suoi collaboratori ispettori, ridotti al rango di pupi siciliani;

Anche il secondo virgolettato è denso di carica omissiva poichè quando Damiano afferma che "tali strumenti non precludono in alcun modo al lavoratore interessato la diversa scelta di percorrere la strada giudiziaria", dimentica volontariamente di dire che ciò è possibile solo a patto di non firmare il contratto (contentente la clausola conciliatoria) e di perdere il lavoro.

A margine ricordiamo due cose:
1- siccome il TAR ha la funzione di verificare la legittimità dei provvedimenti amministrativi, ed il Ministro Damiano ci ricorda che ad essa il Tribunale è abilmente sfuggito ordinando la sospensiva, il signor Tripi farebbe bene a non tirare in ballo il concetto di legalità dichiarando che "la decisione del TAR non mi sorprende poiché come abbiamo sempre affermato, l’Azienda ha sempre operato nel pieno rispetto della legge....".
Questa affermazione non solo non risponde al vero, come tutti i lavoratori e gli ispettori sanno, ma scredita ulteriormente l’azienda, sommando una massmediatica ignoranza giuridica alle molteplici menzogne;

2- Tripi inoltre dichiara di subire, lui, un’ingiustizia nell’ingiustizia dovendo pagare ai lavoratori i differenziali previdenziali dal 2001 (mentre l’azienda è stata prelevata soltanto da un anno e mezzo).
Ricordiamo che chi acquista un’azienda, oltre i crediti, acquista anche i debiti: e su questo non crediamo si possa discutere proprio.

Chiediamo ai compagni onesti iscritti nella CGIL, ai delegati onesti, ai quadri onesti di non firmare alcun accordo con le aziende che come Atesia hanno fatto affari sfruttando i lavoratori, di modo da rendere inapplicabili le norme condonanti, vergogna del centro-sinistra al Governo.

francesco fumarola
www.mercantedivenezia.org

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