Home > Attacchi al lavoro, difesa del profitto
Mentre i manager italiani continuano a rubare in un limbo di impunità, fregandosene sia dei loro risultati che della crisi economica, e i datori di lavoro godono di sempre maggiori deregulation sia in Italia che in UE, gli indecenti Ministri di B uccidono la sicurezza sul lavoro.
Sacconi fa fuori il Testo Unico che proteggeva i lavoratori, fa sparire i libri matricola, i libri paga e i libri sanitari, riduce il lavoro degli ispettori e cala del 17% anche le ispezioni, cedendo soldi e leggi alle pretese becere di Confindustria. Elimina il carcere per i datori di lavoro rei di gravi reati e riduce anche del 50% il sistema delle multe.
Una deregulation in piena regola che persiste sul micidiale carattere neoliberista di questo Governo e che sarà pagata in lacrime e sangue dai lavoratori.
Di fronte a questi attacchi, il mondo sindacale non trova niente di meglio che spaccarsi, mentre già la CGIL, abbandonata dal suo partito di riferimento, si è trovata sola sulle piazze. La stessa CGIL non partecipa al movimento europeo contro il G20, con un’Italia emarginata dalle manifestazioni europee, né contro l’accanimento neoliberista dei vertici mondiali e dell’UE o alle leggi europee che penalizzano i lavoratori, dalla Bolkestein in avanti.
Inutile sperare in movimenti di opinione molto attivi su temi etico-sociali, come i radicali, che del lavoro proprio se ne sbattono. I Pd restano poco chiari senza un progetto totale. Ora il Disegno Legge di Sacconi passa in un silenzio abominevole col chiaro fine di proteggere i peggiori datori d’impresa.
Nemmeno il razzismo dilagante e xenofobo ha aumentato i controlli sulle imprese. A Milano ci sono 3000 imprese cinesi, a Prato sono 4000, quasi tutte sono irregolari o clandestine. La Lega che blatera di ronde non muove un dito per aumentare i controlli e ora voterà per ridurli. A Prato per 40.000 imprese ci sono 2 ispettori. In tutto il paese per 5 milioni di aziende ci sono 5.000 ispettori.
Nessun tetto ai supermanager, nessun rendiconto, richiesta di frutti o responsabilità sui risultati.
Non si fa nulla sul fronte delle morti sul lavoro. Si danno le massime facilitazioni ai cantieri edili dove si ricicla una mole immensa di danaro sporco della mafia. Berlusconi sin dal suo 1° governo paga la cambiale del voto mafioso alleggerendo le leggi sui cantieri, riducendo i controlli, chiude gli occhi su illeciti e abusi.
Sacconi abolisce la scheda sanitaria che contiene la storia di un lavoratore e impedisce di proseguire la pratica del morto sul lavoro che risulta sempre “appena assunto” e che teneva conto della salute di un lavoratore prima di metterlo in lavori a rischio. E questo farà aumentare incidenti sul lavoro, morti e malattie.
Si prosegue con gli appalti incontrlllati e privi di responsabilità penale, e i piani progetto con un calo considerevoli di controlli e legalità.
Si aumentano i poteri di enti bilaterali che possono certificare modelli diversi di organizzazione della sicurezza in azienda, svincolandosi dagli obblighi di legge.
Insomma si fa di tutto per favorire misure e trattamenti regressivi rispetto all’ordinamento vigente, contro i diritti dei lavoratori, contro la tutela della salute, contro un minimo salariale garantito, contro l’economia stessa del paese.
E a tutto ciò l’Europa non solo non pone un freno ma anzi essa incentiva la rottura di tutti i patti sindacali e di tutti gli statuti del lavoro.
Stiamo assistendo sul piano italiano e quello europeo allo smantellamento di tutti i diritti e garanzie che i lavoratori hanno conquistato con grandissime lotte e sacrifici nel corso di un secolo. E tutto a favore di una deregulation progressiva a criminale per aumentare i profitti di chi tratta il lavoro in modo indebito, mentre nulla si fa per arginare l’espansione del lavoro nero, del sommerso, del lavoro portato a livello di schiavitù che fa segnare al nostro paese tristi primati nel maltrattamento dell’uomo, mentre i cittadini si lasciano sbraitare sulle inutili ronde o su una xenofobia produttiva di nulla.
Un governo di ricchi per i ricchi che dei poveri se ne strafrega in un piano di amoralità feroce e inquietante a cui nessun partito in questo momento sembra voler porre freno e limite.