Home > Aumentano i tagli alla spesa di ogni giorno, 8 italiani su 10 tirano la cinghia

Aumentano i tagli alla spesa di ogni giorno, 8 italiani su 10 tirano la cinghia

Publie le mercoledì 26 novembre 2008 par Open-Publishing

Secondo un sondaggio promosso dall’associazione di categoria la crisi sarà lunga

Confesercenti: 2 milioni di famiglie
arrivano solo alla metà del mese

ROMA - La crisi sarà lunga. Un periodo duro che è già cominciato, secondo le famiglie intervistate nel sondaggio promosso dalla Confesercenti-Swg. Oltre sei milioni di nuclei non arrivano alle terza settimana del mese, mentre per altri 2,2 milioni l’emergenza scatta già dalla seconda settimana. Complessivamente, secondo quanto emerge dal sondaggio, i conti non tornano per il 35% delle famiglie. E gli effetti della crisi si faranno sentire ancora per diverso tempo. E per 14 milioni sarà "lunga anche se moderata" .

Crisi lunga per 14 milioni di famiglie. Per 8,3 milioni di famiglie (il 34% del campione) la fase recessiva durerà da un minimo di un anno fino a due anni. Per altri 6 milioni invece (il 26%) potrebbe superare anche la soglia dei due anni. C’è poi un 12% che ritiene la crisi un problema di 6-12 mesi mentre i più ottimisti (9%) la giudicano superabile entro i sei mesi; mentre un 19% non risponde. A fronte del 58% che teme un peggioramento della crisi, c’è una piccola pattuglia di fiduciosi, il 14%, che al contrario scommette su un miglioramento; per il 28% non cambierà nulla. Rispetto al 2007 raddoppia (dal 16 al 32%) la percentuale di chi guarda con preoccupazione alla sua situazione.

Arrivare a fine mese angoscia il 35% deio nuclei. Se il 62% delle famiglie dichiara di arrivare alla fine del mese con il proprio reddito, la terza settimana diventa, invece, l’angoscioso capolinea per 6,3 milioni (il 26%). Mentre a metà mese il reddito è esaurito per altri 2,2 milioni di famiglie, vale a dire il 9% del campione. Il 3% non risponde.

Otto italiani su dieci tirano cinghia. Se nel 2007, evidenziano i risultati del sondaggio, erano più di due terzi gli italiani che affermavano di aver ridotto le spese, nel 2008 si tocca la percentuale dell’82% degli intervistati. In testa alle rinunce, abbigliamento e calzature con un taglio rispetto al 2007 di quattro punti in più (dal 48% al 52%). Restano costanti i risparmi per beni domestici e alimentari. Invece, si cerca di conservare l’opportunità di andare in vacanza, magari più breve ed economica: i rinunciatari che nel 2007 erano il 32%, scendono nel 2008 al 25%.

Giudizio severo su politica. Le preoccupazioni per la crisi finiscono per far attribuire responsabilità tanto al Governo che all’opposizione. Il 74% del campione giudica ’poco’ o ’per niente’ adeguati gli interventi del Governo per fronteggiare la congiuntura negativa. Si contrappone un 22% di giudizi positivi fra i quali quelli che promuovono l’esecutivo a pieni voti, che sono però solo il 2%. Altrettanto severi verso l’opposizione: il 76% non lo giudica positivamente, assoluzione invece dal 18%.

Sostegno a imprese e detassazione. Tra le priorità da mettere subito in agenda, sempre secondo il sondaggio, al primo posto vengono collocate misure a sostegno delle piccole medie imprese "per evitare le chiusure di imprese e la perdita di posti di lavoro"; la pensa così il 30% del campione. Al secondo posto c’è la richiesta di detassare le tredicesime (22%); a ruota seguono la riduzione degli interessi per i mutui ed il taglio delle tasse per le famiglie numerose (14%).

(26 novembre 2008)