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BABEL

Publie le giovedì 2 novembre 2006 par Open-Publishing

Regia: Alejandro Gonzales I¨¾arritu
Soggetto e sceneggiatura: I¨¾arritu, Arriaga
Direttore della fotografia: Rodrigo Prieto
Montaggio: Stephen Mirrione
Interpreti principali: Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael Garcia Bernal, Koji Yakusho, Mahima Chaudhry, Shilpa Shetty
Musica originale: Gustavo Santaolalla
Produzione: Anonymous Content, Dune Films
Origine: Usa, 2006
Durata: 135¡¯

Nella sua globalizzazione di tragedie vissute e sfiorate il talentuoso messicano I¨¾arritu (Amores Perros, 21 Grammi) coglie ancora nel segno, tant¡¯¨¨ che l¡¯ultimo Cannes gli conferisce un prestigioso premio alla reg¨¬a. Se volete immergervi in una storia di dolore e morte, vissuti con profonda emozione senza mai scivolare nella retorica, entrate nelle sale che proiettano la pellicola. V¡¯attende un pugno allo stomaco ma in modo assolutamente naturale, di quella naturalezza che nella vita d¡¯oggi sono diventati gli eventi tragici orientati solo in parte dal destino. Ecco quattro vicende legate da un sottile e subdolo filo, raccontate con intreccio e tensione magistrali cui s¡¯accompagnano considerazioni socio-antropologiche di cosa sia diventata l¡¯esistenza del Terzo Millennio, si viva come mister Yasujiro nell¡¯ipertecnologica Tokyo o nel pietroso paesaggio marocchino dove uno dei due fratellini protagonisti del dramma morir¨¤.

Tutto parte da un fucile che il dottor Yasujiro durante un viaggio di piacere in Marocco regala a una guida locale. Costui lo gira a un pastore i cui due giovanissimi figli lo usano per cacciare gli sciacalli che insidiano il gregge. Inesperti e incoscienti finiscono per tirare contro un pullman di turisti colpendo un¡¯americana in viaggio col marito per lenire una crisi di coppia. La donna rischia di morire dissanguata, l¡¯ospedale dista tre ore d¡¯auto, viene soccorsa da un veterinario locale e portata in un villaggio contro la volont¨¤ degli altri turisti del pullman che cinicamente pensano solo a scappar via. Se il ragazzo marocchino non avesse avuto in mano l¡¯arma e non avesse sparato non sarebbe accaduto nulla. Invece accade tutto: l¡¯americana sfiora la morte e la polizia, messa in grave allarme dalle possibili ripercussioni internazionali della vicenda, spara sui ragazzi in fuga uccidendo il pi¨’ timoroso.

Accade che i anche i bimbi di Richard e Susanne - la coppia colpita dai pastorelli marocchini - si ritrovino in pericolo. La loro tata messicana vuol assistere al matrimonio del proprio figlio e, non trovando a chi affidare i bambini, li porta con s¨¦. Festa, luci, canti, balli ma al momento di rientrare Santiago, nipote della tata che li trasporta in auto, si fa irretire dalle provocazioni degli agenti di frontiera fra Messico e States. Forza il blocco e fugge lasciando in piena notte e in pieno deserto gli ignari bambini e la tata-zia. Terrore e sgomento s¡¯impossessano dei tre, incolpevoli vittime di quello che pu¨° diventare l¡¯ennesimo dramma. In questo caso c¡¯¨¨ lieto fine ma il limite fra la vita e la morte, la felicit¨¤ e la disperazione ¨¨ davvero un alito. Cos¨¬ per il signor Yasujiro con un¡¯esistenza gi¨¤ segnata dalla tragica scomparsa della moglie suicida e la figlia sordomuta che vive con lui.

La ragazza, nonostante l¡¯handicap, ha una vita all¡¯apparenza normale: fa sport, si diverte con le amiche, le mancano per¨° amore e sessualit¨¤. Mancanze macroscopiche per le pulsioni giovanili e l¡¯equilibrio psichico nei confronti dei coetanei, alle quali lei non sa e non vuole rinunciare. Pateticamente si ritrova a elemosinarle dove capita: dal dentista, fra i ragazzi d¡¯un bar, addirittura al cospetto d¡¯un poliziotto che va a comunicare nell¡¯abitazione di Yasujiro gli effetti prodotti dal fucile lasciato in Marocco. Il cerchio di solitudine, abbandono, incomunicabilit¨¤ si chiude in una societ¨¤ che condivide dosi crescenti di sofferenza e trova possibili tracce di riscatto sentimentale e umano pi¨’ nella povera esistenza da Terzo Mondo del villaggio africano, palpitante attorno alla sorte di Susanne, che nella vilt¨¤ dei suoi compagni di viaggio o nell¡¯asettica tecnologia e ovattata anaffettivit¨¤ in cui soffoca la figlia di Yasujiro.

Enrico Campofreda, 1 novembre 2006