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Vedi Bassolino a “Ballarò” messo in ginocchio - sic! - dal cameratuccio in cravattino Mantovano e pensi a Gregorio Samsa de La metamorfosi kafkiana. Lo rivedi in un’intervista di “Report” sugli sprechi di risorse nel settore sanitario e hai conferma che qualcosa in lui stia cambiando. Lui mai stato Saint-Just ma almeno riformista sì, e amministratore che cercava il buongoverno pubblico senza guardare a interessi di camarilla né di camorra perché fa il viso ebete a domande circostanziate? Perché sbanda, farfuglia, non risponde e fuori campo s’incazza con un intervistatore “irrispettoso” quasi a voler reclamare una lesa maestà che olezza di monarchia?
Imbarazzante vederlo come una maschera da commedia dell’arte ma nient’affatto comica, anzi con un volto terreo e sfuggente. E sguardo più basso del cognome che porta. A ripararsi in corner e richiamare il gran complotto (???) contro la napoletanità se qualcuno dice che sotto il Vesuvio cova il magma camorrista. Gli sprechi della Campania (come di altre regioni, certo, ma in alcuni casi anche più d’altre regioni) vanno a favorire appalti oscuri offerti agli amici degli amici come all’epoca dei Gava e Pomicino. Nessun’inchiesta giornalistica finora ha rivelato prove, magari bisogna vivere sul territorio, respirarne l’aria e dopo parecchio scrivere e denunciare per poi finire come Saviano minacciati per il gesto di coraggio e libertà. E’ già successo e il libero pensiero conta numerosi caduti.
Ma prima che qualche nuovo coraggioso che di mestiere magari fa il magistrato indaghi, è dalla politica - e quella parte della politica che mostrava di opporsi apertamente alla malavita - che ci s’aspetta altro. Ben altro da sguardi bassi e impacci anticamera di omertà, copertura, collusione. Cosa succede al democraticodisinistra Bassolino ammalato di nostalgia verso la guapparìa celebrata dal chiacchieratissimo Merola e diventata substrato per gli “ideali” della camorra? O dell’arte dell’arrangiarsi trasformata in illegalità con un realismo che lo fa somigliare più che a un Presidente regionale del Terzo Millennio a un Vicerè dell’età borbonica?
Spartacus, 16 novembre 2006