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BBC nella tempesta.Rifiuta di pubblicare un appello per Gaza
Publie le lunedì 26 gennaio 2009 par Open-PublishingBBC nella tempesta.Rifiuta di pubblicare un appello per Gaza
di Claudia Stamerra
LONDRA - Un tempo era il cristallino modello di TV di servizio, oggi è scossa da continue critiche. Ancora tempesta sulla TV di Stato britannica, la BBC. Il motivo, il netto rifiuto di trasmettere un appello umanitario per Gaza. Leader religiosi, giornalisti, membri del suo stesso staff e persino il governo avevano pregato l’emittente di diffondere una richiesta di raccolta fondi per sostenere gli abitanti di Gaza; un appello lanciato dal “DEC”, il Disaster Emergency Committee – ente a cui fanno capo le maggiori associazioni umanitarie britanniche, tra cui la Croce Rossa e Save the Children; ma l’emittente aveva risposto con un “no”.
Un “no” secco, motivato da interpretazioni che hanno provocato sentimenti di acuto smarrimento e rabbia; si fa riferimento alle “difficoltà di consegnare eventuali aiuti a Gaza”, in pratica come una ragione concreta per non sollecitare alcuna raccolta di fondi. “A che serve contribuire a raccogliere risorse se poi non si è certi che questi arriveranno a destinazione?”, ha lasciato intendere Mark Thompson, il già traballante direttore della compagnia televisiva nel comunicato diffuso ieri; di certo non reso meno aspro dal motivo numero due del rifiuto, il ricorso all’“imparzialità come modello fondamentale per una TV pubblica”. “Continueremo a coprire il lato umano di Gaza con le news”, ha dichiarato Thompson a nome della compagnia, che in passato è stata più volte accusata d’essere “filo-palestinese” quanto a copertura, “mostreremo quello che accade in un contesto obiettivo e bilanciato”, ha proseguito.
Così ha risposto Bush House, e così a Londra è scoppiata la guerra di parole tra la TV pubblica e chi, invece, era ed è deciso a far arrivare l’appello per Gaza al maggior numero possibile di persone. La guerra delle parole ieri è diventata anche un corteo contro la scelta di Thompson, partito dalla sede BBC di Portland Street e terminato con una manifestazione nella centralissima Trafalgar Square.
Ma la battaglia contro Bush House e la sua decisione è ben lontana dalla fine, mentre si levano alti gli scudi di riprovazione. “Non è questione di imparzialità, ma piuttosto di umanità”, ha chiarito l’Arcivescovo di York, John Sentamu. “Nel rifiutare la messa in onda di un messaggio di solidarietà, la BBC si è già sbilanciata e ha abbandonato l’idea di imparzialità”, ha proseguito Sentamu; sulla sua stessa linea Rowan Williams, che è invece arcivescovo di Canterbury e capo della Chiesa Anglicana.
Intanto una mozione è arrivata oggi anche dal Parlamento di Westminster; poggia su una piattaforma di cinquanta parlamentari, numero che sembra destinato ad aumentare, vogliono convincere l’emittente cambiare idea. “Perché a Gaza servono fondi di emergenza”, hanno comunicato dal DEC le associazioni “e ci vorrebbero almeno dieci milioni di sterline per aiutare la popolazione con cibo, medicine, rifugi. Fondi che in questo modo verrebbero bloccati”. E fanno tristemente sapere che in quarantotto anni di attività umanitaria, nulla del genere è mai accaduto. Sono innumerevoli i bambini che hanno bisogno di aiuto nella striscia di Gaza, e la tempestività è essenziale.
In realtà sono in molti a pensare che la prestigiosa BBC ormai si sia ridotta all’ombra di se stessa, tra scandali e divinità mediatiche ultrapagate. “Decisione codarda”, scrive l’Observer, “e che tradisce i valori fondanti del gruppo”. Gli fa eco l’Independent, che definisce l’idea di imparzialità di Thompson con una sola parola, “poco intelligente”. Ci si attendono altre conseguenze, proprio oggi un gruppo di manifestanti ha occupato la sede dell’emittente a Glasgow.
Altri canali tra cui ITV, Channel 4 e Al Jazeera English trasmetteranno l’appello domani.