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BERLUSCONI IRRISO ALL’ ESTERO MA AGLI ITALIANI VA BENE COSI ?

Publie le domenica 2 agosto 2009 par Open-Publishing
15 commenti

Nei giorni del G8 ero in Corsica, ho comprato l’Expresse e sono sobbalzato. Il titolo di copertina recitava a tutta pagina: "Enquête sur le bouffon de l’Europe: Berlusconi". Era il culmine di una serie di pesantissime critiche portate al premier italiano da vari giornali europei americani, giapponesi, buona parte dei quali liberali: Financial Times, Daily Telegraph, Wall Street Journal, Herald Tribune, El Pais, El Mundo, Youmuri Shimbun, Vremia Novosti, Tagespiel, Le Monde, The Guardian, The New York Times. Poi il G8 è andato bene (nel senso che non è successo nulla di male) e Obama ha risdoganato, sul piano internazionale, Berlusconi definendolo una "leadership forte", ma i problemi posti dalla figura del Cavaliere al nostro Paese sono rimasti tali e quali. Sono quelli indicati dall’Express che, dopo il titolo irridente, si limita a farne una nuda elencazione.

1) Nel maggio del 1990, quando nessun "accanimento giudiziario" di tipo politico poteva essere ipotizzato nei suoi confronti, Berlusconi è stato dichiarato "testimone spergiuro" dalla Corte d’Appello di Venezia (aveva cioè giurato il falso in tribunale dichiarando che stava nella P2 solo da tre giorni mentre era iscritto da tre anni). Fu salvato da un’amnistia voluta dagli odiati comunisti per ripulirsi delle loro rogne (finanziamenti illeciti da Mosca).

2) Proprietario di metà del sistema televisivo nazionale, là dove in nessun Paese liberaldemocratico un uomo politico può possedere nemmeno un giornale di quartiere. Per cercare di spiegare l’"anomalia" italiana, altrimenti incomprensibile ai suoi lettori, il columnist del New York Times Robert Mackey ha scritto:

"Immaginate un mondo dove Donald Trump possedesse la NBC, fosse presidente degli Stati Uniti, offrisse a Miss California, in cambio dei suoi favori, un seggio al Senato, e sarete solo a metà per capire che cosa succede in Italia".

3) Un colossale conflitto di interessi che si estende dalla Tv all’editoria di carta stampata (è proprietario della più grande casa editrice italiana e di un importante quotidiano) al settore immobiliare, finanziario, assicurativo e persino al calcio, che Berlusconi promise di risolvere nel 1994 ma che da quindici anni sta lì e pesa come un macigno sulla vita politica ed economica italiana.

4) Una serie di leggi "ad personam" e "ad personas" per cavare dagli "impicci giudiziari" sè e i suoi amici, leggi che hanno scardinato codici penali italiani rendendo quasi impossibile il perseguimento di alcuni reati. Berlusconi è stato processato per falso in bilancio, fondi neri, frode fiscale, finanziamenti illeciti, corruzione della Guardia di Finanza, corruzione di magistrati. In alcuni casi se l’è cavata abolendo, per legge, il reato di cui era imputato, in altri con la prescrizione, ma almeno in due occasioni la Cassazione, giudicando sul processo connesso, ha accertato che il Cavaliere quei reati li aveva commessi anche se non erano più perseguibili per il decorso del tempo.

5) "Lodo Alfano" che sottrae il premier a ogni tipo di processo (anche per omicidio) fino alla conclusione del suo mandato, violando il principio-cardine della liberaldemocrazia: l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

6) Sentenza di primo grado del Tribunale di Milano che ha accertato che Berlusconi ha corrotto con 600mila dollari un testimone, l’avvocato inglese David Mills, perchè rendesse testimonianze false (testimonianze che gli hanno consentito di essere assolto in altri processi).

7) Cena con due giudici della Suprema Corte che dovranno decidere sulla costituzionalità del "lodo Alfano".

8) Intercettazione delle telefonate Berlusconi-Saccà da cui si evince che il premier usa la Rai-Tv, Ente di Stato, per piazzare favorite, sue o dei suoi amici (i cosidetti casi Noemi ed escort, di cui pur l’Express si occupa, non li prendiamo in considerazione perchè le vicende private del premier, come quelle di qualsiasi altro cittadino, se non si concretano in reati, sono fatti suoi).

Domenica scorsa il Daily Telegraph, quotidiano conservatore britannico, ripercorrendo questa lista ha scritto: "In qualsiasi altro Paese Berlusconi, come politico, sarebbe morto e sepolto da tempo".

Agli italiani invece va bene così ?

Massimo Fini

Fonte: http://www.massimofini.it/

Uscito su "Il gazzettino" il 31/07/2009


N.d.R. Massimo Fini, già direttore de "L’Indipendente" ai tempi in cui questo quotidiano era il giornale "ufficioso" della Lega Nord, è lontano mille miglia dal poter essere definito "comunista" e/o "di sinistra" .... e come lui "Il Gazzettino", periodo su cui scrive oggi .....

Messaggi

  • "Ma cos’altro deve accadere?"

    La stampa inglese e il caso Berlusconi

    Dal nostro inviato VINCENZO NIGRO

    LONDRA - "Se un uomo di 72 anni, sposato, nonno, può rifiutarsi di chiarire una sua relazione con una ragazza di 18 anni e riesce a sopravvivere alla disseminazione di registrazioni in cui discute di orgasmi e masturbazioni nel letto con una prostituta, allora bisogna chiedersi cosa potrebbe metterlo al tappeto": la domanda che John Hooper, corrispondente dell’Observer da Roma, pone al cuore del suo articolo di stamane riassume il senso si estraneità, di anomalia crescente con cui la stampa britannica guarda agli scandali del premier ma soprattutto all’incapacità del sistema politico italiano di costruire una reazione, una via d’uscita per tutelare le sorti del paese.

    Hooper inizia citando la barzelletta volgare che Berlusconi ha raccontato ai suoi deputati prima di salutarli per le ferie ("La sapete l’ultima sulla D’Addario? Dice che Berlusconi non è un santo, ma in effetti sco.... come un dio."). Il giornale londinese continua ricordando che "la stampa di mezzo mondo ha raccontato gli scandali che avrebbero atterrato qualsiasi altro uomo di stato in qualsiasi altro posto del mondo. Ma Berlusconi sembra blindato".

    Eppure i primi segnali di debolezza iniziano ad emergere. L’Observer racconta della manovra politica messa in piedi da Micciché e dall’Mpa di Lombardo: "Esasperati dalle continue concessioni del premier alla Lega Nord, un gruppo di ribelli meridionali del Pdl ha proposto di creare un "partito del Sud" che possa avere la stessa capacità di pressione della Lega". Berlusconi per l’Observer avrebbe "neutralizzato la minaccia con il sistema consolidato che da tempo usano i primi ministri italiani (in casi del genere), scaricando soldi sul Mezzogiorno". Per l’Observer però la "rivolta del Sud" indica due problemi per il premier: questa è stata la prima fronda interna al Pdl che Berlusconi abbia dovuto fronteggiare, "gli scandali non lo hanno messo al tappeto, ma lo hanno danneggiato". Secondo, "forse non è una coincidenza che quando hanno chiesto a Giulio Tremonti se si considera l’erede di Berlusconi, quello abbia risposto che è difficile "immaginare di succedere a una personalità così straordinaria". Difficile, ma non impossibile, il che di fatto non è una smentita".

    Sul Times invece c’è un’altra apertura di pagina, dedicata alla notte che Patrizia D’Addario ha trascorso venerdì in un club di Parigi. L’articolo racconta la serata parigina della escort così come riferita dalla stampa italiana, ricorda il suo desiderio "voglio farmi un’altra vita, essere una modella, lavorare in uno show". La D’Addario dice di sentirsi sicura a Parigi, "qui posso respirare, la gente non prova a fregarmi. Tutto quello che ho fatto è di dire la verità, voglio dire a chi non mi ama che non bisognerebbe nascondere la verità". La D’Addario avrebbe in preparazione un libro - chiude il Times - e probabilmente solo parte delle sue registrazioni sono state rese pubbliche, il che significa che potrebbero essere in arrivo altri nastri registrati nella stanza da letto di Berlusconi.

    (2 agosto 2009)

    http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-18/stampa-estera-2/stampa-estera-2.html

  • Non agli italiani va bene così, ma ad una parte dei nostri concittadini non è sgradito un simile Presidente del Consiglio.
    Quanti?
    Basta contare i voti al PDL ed anche tra questi non sono a suo favore, ma interessi di cordata o "voti di scambio" di favori e di scranni.
    Io mi pregio di essere tra la restante parte, nauseata da simile personaggio e non mi riferisco di certo ai suoi vizi privati che valuto solo se entrano nel menu della funzione pubblica.
    In primis considero l’aspetto politco del suo procedere che avanza in spreto ad ogni forma di democrazia e di forma repubblicana per il raggiungimento degli obiettivi tanto Propaganda...ti, come da tessera n. 1816.

    • Si, carissimo amico, ma gli italiani che hanno votato Berluskoni ( o la Lega) alle ultime europee - tenendo conto anche delle astensioni - sono poco più del 20%.

      Quindi, al di là dello scandaloso strapotere mediatico, Berluskoni appare tutto meno che munito di grande consenso popolare ....

      Il problema vero è che non esiste in Italia una opposizione degna di questo nome ... il fatto stesso che, solo ora e proprio oggi, l’ineffabile Veltroni abbia presentato un disegno di legge sul conflitto di interessi che impedirebbe al Berluska di presentarsi alle elezioni è assai indicativo ....

      Non poteva presentarlo quando il centrosinistra aveva in parlamento la maggioranza ? E passi pure che non lo abbia fatto nel breve periodo ( 2006-2008) dell’ultimo governo Prodi dove la maggioranza era assai risicata ... ma nel periodo 1996-2001 in cui la maggioranza di centrosinistra era larga perchè questo non è stato fatto ?

      Bella domanda ... e che credo possa spiegare molte altre cose ...

      K.

  • Il problema è il monopolio informativo. Oggi sono andato con un mio amico, medio imprenditore napoletano berlusconiano, a trovare un comune amico ed ho cominciato a prenderlo in giro per i rapporti con la D’Addario ma dopo pochi minuti mi ha chiesto di che stavo parlando. Lui ignorava praticamente completamente la vicenda! Poi mi ha spiegato che lui non legge più i giornali e vede solo il tg delle 20. E stiamo parlando di un imprenditore di una certa intelligenza e capacità economica, figuriamoci un cittadino qualunque!

    • Si, vabbè, ma pure l’inesistenza di una opposizione mica è un problema di poco conto .... tra l’altro, dicevo, è proprio l’assenza di un’opposizione degna di questo nome che ha permesso al Berluska di tenersi il monopolio televisivo e potersi lo stesso candidare a capo del governo ...

      E comunque io lavoro a contatto con migliaia di persone e devo ancora incontrarne una che non sappia della D’Addario o di Noemi ... magari non sanno nulla del G8 o dell’ avvocato Mills, ma di queste storie sì ...non esageriamo ... qui a Roma basta entrare in un qualsiasi bar e trovare i quotidiani gratuiti ... e tutti, pure uno di proprietà di Marcello Dell’Utri, hanno fatto grossi titoli su queste vicende ...

      E poi, a parte internet, c’è pure la radio e mica solo le stazioni della Rai ... possibile che il tuo amico imprenditore non la senta mai nemmeno in macchina ?
      Se così, è veramente un caso limite ... o più realisticamente è uno che, per non darti soddisfazione, mente sapendo di mentire ....

      Che Berluskoni possa disporre di uno scandaloso monopolio mediatico è assolutamente vero ... ma non esageriamo ... mica stiamo nell’Italia contadina dei primi sessanta ....

      K.

    • Caro K., è notizia di ieri che il buon Veltroni ,in sola funzione anti D’Alema, vuol proporre una legge sul conflitto di’interessi, quella stessa legge che quando erano al Governo hanno fatto di tutto per non approvarla e per barattarla sotto banco con il Berluska !!

      E’ vero che i premier erano D’Alema e Prodi, ma lui dove stava ??!!

      E’ veramente penoso che ritirino fuori ora l’argomento solo per farsi la guerra in casa, pienamente ed ignobilmente consapevoli che non potrà mai essere approvata, prendendosi gioco di quei pochi italiani che hanno ancora fiducia nel PD !!

      Con questa opposizione finta e sempre pronta a vendersi, Berluskoni e la sua dinastia regneranno indisturbati ancora per molti decenni !

      MaxVinella

    • Veltroni era nientemeno che il Vice Presidente del Consiglio nel primo governo Prodi.

      Anche se non è certo l’unico grande ipocrita su questa faccenda, leggevo ieri un intervista al Manifesto di Tabacci dell’Udc ( firmatario insieme a Veltroni, a Giulietti e all’IdV Donadi della proposta di legge).

      Tabacci è riuscito a dire pure lui che sarebbe stata buona cosa fare questa legge nel periodo 1996/2001 quando c’era una forte maggioranza di centrosinistra. Peccato che all’epoca lui stesse all’interno del centrodestra .....

      Comunque concordo con quanto detto da K.

      Il monopolio mediatico di Berlusconi è scandaloso ed il centrosinistra ha gravi colpe in questo senso.

      Ma non celebriamo più di tanto il presunto "consenso" che avrebbe il Caimano, questo è oggi invece molto misero.

      Raf

    • L’errore fondamentale è stato quello di non aver capito che quello del "monopolio mediatico" non era un problema tra i problemi , ma il vero problema!!

      Non aver intuito questo ha prodotto una graduale perdita di egemonia da parte della sinistra, prima a livello culturale e poi, inevitabilmente, a livello politico.

      La situazione è molto complessa e di difficile soluzione, per lo meno a tempi brevi, perchè consente alla destra di consolidare il proprio consenso, imponendo facilmente i propri sistemi di valori e radicando modelli di comportamento, che occorreranno decenni per estirpare e modificare !!

      MaxVinella

    • Massimo Fini è indubbiamente uno strano personaggio.

      Consigliere comunale socialista a Milano nel primissimi anni settanta, pesantemente ostile ( a differenza della gran parte dei socialisti di allora) ai movimenti di massa nati dalle lotte del 1968/69.

      Poi leghista della prima ora, cronista prima e poi brevemente direttore del quotidiano "L’Indipendente" che della Lega era effettivamente allora una specie di house-organ non ufficiale.

      Poi rompe con Bossi quando questi fa l’alleanza con Berluskoni che porterà al primo brevissimo governo del Cavaliere, si riavvicina alla Lega quando questa fa saltare quel governo .... poi rompe di nuovo con Bossi ....... si ricicla brevemente come giornalista Rai, prima radiofonico e poi televisivo, ma presto ne verrà cacciato per i forti atteggiamenti antiberlusconiani ma soprattutto per la sua forte caratterizzazione antiamericana ed antisraeliana, della quale nei suoi anni prima da "socialista" e poi da leghista non si era invece mai vista traccia alcuna ....

      In questo senso dialoga significativamente coi movimenti no-war ma anche, soprattutto rispetto alla questione israelo-palestinese, con la peggiore estrema destra nazifascista ed antisemita.

      Ha recentemente presentato suoi libri nel covo fascista romano di Casapound e tiene stretti rapporti anche con un centro sociale di destra della zona nord di Roma, il Foro 753, a sua volta legatissimo al sindaco nero Alemanno.

      Recentemente ha messo in piedi un periodico ( presente anche come sito internet ) denominato "Il Ribelle" dove ospita spesso e volentieri comunicati ed articoli di queste formazioni di ultradestra.

      I suoi articoli, sia su questo periodico personale che sul "Gazzettino"di Padova, hanno a volte una impostazione ferocemente antifemminista, al limite della più becera misoginia.

      Al tempo stesso, però, rimane - come si evince anche da questo articolo - ferocemente critico del governo Berluskoni.

      Sicuramente quindi un personaggio enigmatico ed anche molto ambiguo.

      Ma proprio perchè assolutamente non riconducibile - nemmeno da lontano - "a sinistra", le sue prese di posizione sul governo Berlukoni mi sembra assumano rilievo anche maggiore.

      K.

    • I veri "destri" non amano Berluskoni, non amano l’economia capitalista, gli israeliani e gli USA !!

      Comunque per capire bene come la pensano basta andare a rileggersi i documenti fondativi della Repubblica di Salò !!

      Massimo Fini sarebbe stato probabilmente un perfetto "repubblichino" !!

      MaxVinella

    • francamente non credo. Massimo Fini, per quanto ho letto di suo, pare piuttosto un liberale critico del liberismo. Sulle collocazioni storiche diventa impossibile stabilire quel che ognuno di noi sarebbe stato/a... la vita è piena di "colpi di scena"... ma qui ed ora, davvero, ritengo sia un liberale critico del liberismo alla Montanelli (forse). Posso sbagliare, ci mancherebbe. ciao

    • L’obiettivo di questa discussione non è certo l’analisi su Massimo Fini.

      Credo comunque che sarebbe lui stesso ad offendersi pesantemente se definito "liberale" ....

      Niente di più lontano da Montanelli ... l’unica cosa che li accomuna è il sacrosanto disprezzo per Berluskoni ....

      K.