Home > BNL aggredita dai palazzinari d’ assalto
IL BALLO DEL MATTONE
Da giorni le vicende societarie della BNL sono materia di articoli su tutti i maggiori quotidiani e settimanali.
I due contendenti, leggi “Patto” e “Contropatto” sono ormai giunti allo scontro finale e si è instaurata per di più una polemica al calor bianco nei confronti della Banca d’Italia.
Cresce la cordata dei “palazzinari” per cui, in aggiunta al capocordata Caltagirone, troviamo
anche Coppola, Statuto, Macri, Lonati, Bonsignore, Grazioli e Ricucci che proprio in questi giorni (6 dicembre) ha fatto il cosiddetto “salto della quaglia”, voltando le spalle al Presidente Abete, perché pare esigesse un improponibile controllo della gestione di un fondo immobiliare.
Di questo gruppo, che “il manifesto” ha definito senza mezzi termini “la banda del mattone” e che “L’Espresso” liquida come una “pattuglia di immobiliaristi dalla recente fortuna”, si conosce anche che, partendo dall’analisi dei loro bilanci, hanno finanziato la propria scalata con soldi presi a prestito facendo leva sui rispettivi patrimoni immobiliari.
A conferma di quanto sopra ricordiamo che Coppola, proprietario della Holding “Pacop” (il nome è tutto un programma!), ha investito nell’operazione circa 230 milioni di euro e che, guarda caso, il bilancio della “Pacop” a fine 2003 denunciava debiti con le banche che proprio in concomitanza con l’entrata in BNL risulteranno saliti da 57 a 172 milioni di euro.
Con importi diversi ma esattamente figli della stessa strategia troviamo anche Statuto e, guarda caso, Ricucci che è stato, per alcune operazioni, interamente finanziato dal sistema bancario, infine non poteva mancare tale Franco Macri famoso per avere avuto sei mogli, per essere il presidente della squadra di calcio del Boca Junior e per risultare essere indebitatissimo in Argentina.
Noi lavoratori della BNL non possiamo quindi che essere preoccupati da quanto si sta muovendo attorno al nostro Istituto e chiediamo al Governatore della Banca d’Italia di intervenire da subito come previsto dal Testo Unico Bancario che prevede all’art. 19 comma 6: “soci industriali non possono detenere una partecipazione superiore al 15% di una banca o comunque il controllo” ed al comma 7: “la Banca d’Italia deve sterilizzare il voto in assemblea a quegli stessi azionisti in presenza di una rilevante concentrazione di potere per la nomina o la revoca della maggioranza degli amministratori della banca, tale da pregiudicare la gestione sana e prudente della banca stessa”.
I grandi sacrifici di cui i lavoratori si sono fatti carico in tutti questi anni non potranno essere vanificati da iniziative estemporanee e sospette che nulla hanno a che vedere con gli interessi di chi lavora.
C’è bisogno di trasparenza e in questa vicenda purtroppo ad oggi ce n’è ben poca.
Roma, dicembre 2004
Segreteria dell’ODC FALCRI BNL
Organo di Coordinamento delle RR.SS.AA. - Sindacato Autonomo Lavoratori FALCRI BNL
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