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Basso Impero...?

Publie le lunedì 1 giugno 2009 par Open-Publishing
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BASSO IMPERO…?

Leggo con crescente inquietudine le ultime tristi notizie su quello che accade nella nostra bistrattata Repubblica Italiana ; le notizie , per intenderci, che coinvolgono il nostro premier, cioè quello che ci mette la sua faccia e la nostra faccia quando va all’estero , che tratta con premier delle altre nazioni, che firma trattati ed alleanze.
Notizie tristi perché è triste parlare di fatti che creerebbero scompiglio in qualsiasi nucleo famigliare , regolare o meno, ma che si pretende che gli Italiani metabolizzino senza battere ciglio ; o forse è più triste che gli Italiani forse li stiano metabolizzando senza troppa difficoltà.
Di questi fatti alcuni colpiscono per la loro orribile gravità, al di là delle presunte abitudini sessuali di questo signore ormai un po’ anziano , o delle accuse di corruzione nei suoi confronti ; le prime fanno veramente pena , come fa pena vedere questo signore tinto e truccato e non più giovane, che prende per mano e sulle ginocchia disinvolte fanciulle di piccola virtù , che lo compiacciono perché lui è il padrone . Una figura meschina , e se al suo posto ci fosse un nostro parente anziano si farebbe di tutto per fargli smettere questo penoso comportamento ; si chiamerebbe il prete, il medico amico di famiglia , gli si darebbero dei buoni consigli per evitare queste tristi situazioni .
Le seconde non mi stupiscono ;la corruzione era un vizio dei politici della cosiddetta prima repubblica , la corruzione di giudici, di pubblici amministratori ed a questo punto, perché no, anche di testimoni : la mia memoria ormai lunga mi fa rammentare di esponenti democristiani e socialisti incriminati e poi assolti per vicende siffatte , anche se il loro comportamento rivelava uno stile che ora non esiste più : un silenzio compiaciuto per la prova provata del proprio potere e non gli urli sgangherati di questo signore.
Quello che invece ritengo di una gravità inaudita è l’uso protervo della menzogna che fa il nostro premier; lui non argomenta , nega , nega il negabile ed anche quello che non può negare , come fanno durante gli interrogatori i pregiudicati. E nega male, perché prima parla , poi si contraddice , poi smentisce quello che ha detto , con la sicumera di chi sa che non conta quello che dice , ma come lo dice ; non prepara neppure la menzogna perché non gli importa nulla di nessuno, perché sa che il suo consenso è blindato sia perchè le televisioni di cui è padrone, cioè quasi tutte , nulla dicono che non possa piacergli ; sia perché, in fondo , alla gente non importa nulla di tutto ciò.
Ed è questa seconda considerazione che mi fa oggettivamente molta paura : non timore, paura vera e propria. Alla gente va bene così ; alla gente quello che fa e dice il premier va bene , da noi sarebbe impensabile un Watergate ; ed anche alla stampa ed alla televisione in fondo va bene : un premier che racconta palesemente menzogne con l’atteggiamento da impunito non potrebbe tenere una conferenza stampa in qualsivoglia paese di vecchia e consolidata democrazia : come fidarsi della risposta di un premier che per principio mente ? Come saper cernere la verità dalla menzogna in quello che dice ? Ma , di più, quale ministro di un governo il cui premier mente potrebbe fare una conferenza stampa o un intervento televisivo ? Come fidarsi di quello che dice un ministro, fosse anche per discutere delle quote latte, sapendo che il suo premier mente?
Ma da noi tutto questo viene ben digerito dalle persone comuni, dalla gente da chi esprime il proprio pensiero con il voto : ma cosa digerirà ancora la gente ? Il sequestro dei giornali di opposizione ? Le cariche della polizia? La revoca della Costituzione ? La chiusura del Parlamento ?
Il fascismo, come il nazismo, è salito al potere con il consenso popolare ed è rimasto al potere a lungo con il consenso popolare ; consenso che è venuto meno non per l’abuso del confino di polizia o per le leggi razziali, ma perché i soldati venivano mandati a crepare in Grecia ed in Africa , gli Inglesi tiravano giù le città con le bombe e la gente aveva da mangiare meno di quello cui era abituata . Sono questi i fatti che , all’epoca , hanno fatto venir meno il consenso a Mussolini , consenso in precedenza plebiscitario, a fronte della opposizione di pochi isolati.
Poi v’è stata la Guerra Partigiana , dove una parte degli Italiani , una parte cospicua e maggioritaria ma sempre una parte, con la lotta ed il dolore hanno riscattato una nazione che aveva scatenato una guerra imperialistica ed era stata complice di indicibili sofferenze causate a popoli pacifici : una nuova stagione che è durata finché è durata la memoria : ma ora questa memoria è negletta , derisa , obliata ed è anche evidente il perché .
Siamo quindi, in un momento da paragonarsi al basso impero, dove chi parla di morale o di idea viene sbeffeggiato dai buffoni del padrone ; dove si inganna la gente con la menzogna ; dove si impedisce di far sentire le voci dissonanti perché non si dà loro la possibilità materiale di farsi sentire; dove chi ha i soldi gode e dà l’elemosina a chi non li ha ; dove i soldi e il successo, la fama sono posti a paradigma della felicità ; dove la avvenenza è una virtù e la normalità un vizio ; è questa un’ Italia che non avremmo mai voluto vedere ,ma ci tocca .

Messaggi

  • L’ANALISI

    Il nuovo volto del potere

    di GIUSEPPE D’AVANZO

    IL "caso Berlusconi" svela da oggi anche altro e di peggio. Ci mostra il dispositivo di un sistema politico dove la menzogna ha, non solo, un primato assoluto, ma una sua funzione specifica. Distruttiva, punitiva e creatrice allo stesso tempo. Distruttiva della trama stessa della realtà; punitiva della reputazione di chi, per ostinazione o ingenuità o professione, non occulta i "duri fatti"; creatrice di una narrazione fantastica che nega eventi, parole e luoghi per sostituirli con una scena di cartapesta popolata di fantasmi, falsi amori, immaginari complotti politici.

    E’ stato per primo Silvio Berlusconi a muovere. Si scopre vulnerabile nelle condizioni di instabilità provocate dalle parole della moglie ("frequenta minorenni", "non sta bene") e fragile per la sua presenza nella peggiore periferia di Napoli a una festa di compleanno di una minorenne. E’ dunque costretto a mostrare, senza finzioni ideologiche, il suo potere nelle forme più spietate dell’abuso e della pura violenza. E’ già un abuso di potere (come ha scritto qui Alexander Stille) in un pomeriggio di autunno telefonare, da un palazzo di Roma e senza conoscerla, a una ragazzina che sta facendo i compiti nella sua "cameretta" per sussurrarle ammirazione per "il volto angelico" e inviti a conservare la sua "purezza". E’ un abuso di potere ancora maggiore imporre ai genitori della ragazza di confermare la fiaba di "una decennale amicizia" con il premier, nata invece soltanto sette mesi prima grazie a un book fotografico finito non si sa come sullo scrittoio presidenziale.

    E’ pura violenza pretendere che gli si creda quando dice: "Io non ho detto niente". Tutti abbiamo sentito Berlusconi dire, spiegare, raccontare in pubblico e soprattutto contraddirsi e mentire. Ora egli pretende che il potere delle sue parole sulla realtà e sui nostri stessi ricordi sia, per noi, illimitato e indiscusso. Esige che noi dimentichiamo ciò che ricordiamo e crediamo vero ciò che egli dice vero e noi sappiamo bugiardo. Non ha detto niente, no? Berlusconi chiede la nostra ubbidienza passiva, l’assuefazione a ogni manipolazione anche la più pasticciata. Reclama una sterilizzazione mentale (e morale) dell’intera società italiana.

    Già basterebbe questo atto di pura violenza per riproporre le dieci domande a cui il capo del governo non vuole dare risposta da più di due settimane perché, palesemente, non è in grado di farlo. Se lo facesse, potrebbe compromettere se stesso, rivelare abitudini e comportamenti in rumorosa contraddizione con il suo messaggio politico (Dio, patria, famiglia).
    C’è altro, però. Berlusconi sa che questa prova di forza non lo mette al sicuro dal potenziale catastrofico della "crisi di Casoria". Sa che spesso i fatti sono irriducibili e hanno la tendenza a riemergere. Sa che per distruggere quella realtà minacciosa, deve distruggere presto e nel modo più definitivo chi la può testimoniare. Anche in questo caso il premier ha deciso di muoversi con un canone di assoluta violenza. E’ quel che accade in queste ore. Per raccontarlo bisogna ricordare che i giorni non sono passati inutilmente perché hanno offerto a chi ha voglia di sapere e capire qualche accenno di "verità".
    Veronica Lario dice a Repubblica che il premier "frequenta minorenni". Berlusconi nega dinanzi alle telecamere di Porta a porta di frequentare minorenni.
    Mente, ora è chiaro. Ci inganna intenzionalmente e consapevolmente, ben sapendo che cosa vuole deliberatamente nascondere. Ha frequentato la minorenne di Napoli come altre minorenni hanno affollato le sue feste e affollano i suoi weekend nella villa di Punta Lada in Sardegna. Dov’erano quelli che oggi minimizzano la presenza di ragazzine alla corte di un anziano potente di 73 anni quando quel signore negava di "frequentare minorenni"?

    Un secondo punto, fermo e indiscutibile, è l’inizio dell’amicizia con Noemi, la ragazza napoletana. La retrodatazione del legame tra il premier e la famiglia della ragazza al 1991 si è rivelata posticcia e contraddittoria. I suoi incontri con la minorenne, anche in assenza dei genitori, sono stati documentati (Villa Madama; Capodanno 2009 a Villa Certosa). L’inizio dell’affettuosa e paterna amicizia tra il capo del governo e la minorenne è stata testimoniata dall’ex-fidanzato della ragazza, confermato da una zia di Noemi, fissato nell’autunno del 2008.

    Contro questi "punti fermi", che lasciano il premier nudo con le sue bugie, si è scatenata una manovra utile a scomporre, ricomporre e confondere i fatti in un caleidoscopio mediatico di immagini false dove l’arma è la menzogna e gli armigeri sono i giornalisti stipendiati dal capo del governo, dimentichi di ogni deontologia professionale e trasformati in agenti provocatori; i corifei del leader, forti dell’immunità parlamentare e disposti a ogni calunnia. Buon’ultima Daniela Santanché che accetta di fare, nell’interesse del Capo, il lavoro sporco di diffamarne la moglie ("ha un compagno"). Chiunque, in questo affare, abbia portato il suo granellino di verità viene ora sottoposto a un pubblico rito di degradazione fabbricato con un violento uso della menzogna.

    Il primo assalto è toccato a Repubblica investita, dall’editore all’ultimo cronista che si è occupato del "caso", da un’onda di panzane. Prima il complotto politico (ma la polemica sulle veline è stata sollevata dal think tank di Gianfranco Fini). Poi la bubbola del pagamento del testimone (Gino Flaminio) che colloca la prima telefonata di Berlusconi a Noemi alla fine del 2008. L’accusa la grida in tv il ministro Bondi. Qualche giorno prima che un allegro commando di redattori del giornale della famiglia Berlusconi si scateni contro Flaminio allungandogli un paio di centoni "per l’incomodo" e realizzando la ridicola impresa di essere i soli a pagare l’ingenuo Gino. Che, anche se spaventato e intimorito, dice, ridice e conferma in tre occasioni di "non aver avuto un centesimo da Repubblica". Non è finita. Uguale trattamento viene inflitto al fotografo che ha immortalato, nell’aeroporto di Olbia, lo sbarco da un aereo di Stato delle ragazze (alcune, appaiono da lontano minorenni) invitate a allietare il fine settimana del presidente del consiglio. Infilato prima in una trappola dall’house organ di Casa Berlusconi, denunciato poi per truffa (improbabile reato) dall’avvocato del premier, la procura di Roma decide di sequestrare sia le immagini illegittime (scattate verso il patio di Villa Certosa) sia le foto legittime (raccolte in un luogo pubblico).

    Siamo solo all’interludio perché il colpo finale, la menzogna usata come manganello punitivo, viene riservato alla prima e più autorevole testimone dell’instabilità psicofisica del premier e dei suoi giorni con le minorenni: Veronica Lario. Daniela Santanché (non è un’amica della Lario, non frequenta la villa di Macherio) svela a Libero che "Veronica ha un compagno". E, se "Veronica ha un compagno", come possono essere attendibili i suoi rilievi al marito? Il cerchio ora è chiuso. Il pestaggio menzognero è completo, anche se non concluso. Ciascuno ha cominciato ad avere quel che si merita.

    Questo spettacolo nero ha il suo significato politico. Berlusconi vuole insegnarci che, al di fuori della sua verità, non ce ne può essere un’altra. Vuole ricordarci che la memoria individuale e collettiva è a suo appannaggio, una sua proprietà, manipolabile a piacere. Si scorge nella "crisi di Casoria" un uso della menzogna come funzione distruttiva del potere che scongiura l’irruzione del reale e oscura i fatti. Si misura l’impiego dei media sotto controllo diretto o indiretto del premier come fabbrica di menzogne punitive di chi non si conforma (riflettano tutti coloro che ripetono che ormai il conflitto d’interesse è stato "assorbito" dal Paese). E’ il nuovo volto, finora nascosto, di un potere spietato. E’ il paradigma di una macchina politica che intimorisce. C’è ancora qualcuno che può pensare che questa sia la trama di un gossip e non la storia di un abuso di potere continuato, ora anche violento, e quindi una questione che scrolla la nostra democrazia?

    (1 giugno 2009)

    http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-4/volto-del-potere/volto-del-potere.html