Home > Bergamo, 25 aprile 1945 - 25 aprile 2005
Oggi come ieri, Resistenza.
IL 60° ANNIVERSARIO della Liberazione si caratterizza per noi quest’ann
onell’attualità del significato della Resistenza.
La Resistenza oggi simboleggia la difesa della nostra storia, passata
presente e futura.
Lo stravolgimento della Storia della Resistenza attuato attraverso da un
lato la riabilitazione della figura dei fascisti come poveri italiani che
agivano in buona fede e dell’altro la costruzione di falsi storici ad hoc
che definiscono i partigiani come dei carnefici attraverso la storia delle
foibe, altro non serve che a riabilitare vecchi e nuovi fascismi.
La fascistizzazione della società che avanza, si fonda in primis sulla
costruzione di un senso della patria; da qui il bisogno di dimenticare i
fronti, di dimenticare che in Italia la Resistenza è stata anche una
guerra civile.
Il destino comune della ’patria Italia’, che lotta contro un mercato
capriccioso per la sua sopravvivenza, serve da giustificazione alla
sicurezza militarizza delle città, al crescente controllo sulle nostre
vite, alle leggi antidemocratiche che restringono gli spazi di libertà,
alle guerre preventive, alla precarietà del lavoro e delle nostre vite,
all’arroganza delle politiche economiche neoliberiste.
E’ in questo quadro che dobbiamo riuscire a riappropriarci della
narrazione della nostra storia, anche per intervenire sulla realtà di
oggi.
La memoria deve essere concepita come un ingranaggio collettivo in cui
ciascuno puo’ portare se stesso e il proprio racconto. Solo cosi’ e’
possibile riappropriarsene, costruendola attivamente, coralmente e
sottraendola alla mediazione di chi cerca di essere l’unico depositario
della memoria.
La condivisione delle proprie esperienze riesce ad animare di nuovo senso
l’esperinza stessa nel momento stesso della sua costruzione collettiva,
della sua condivisione,del suo confronto con quelle di tutti gli altri.
Diventare soggetti attivi in grado di autorappresentare se stessì e la
propria storia vuol dire produrre significato e conflitto.
Difendere la nostra memoria ha ancora più senso oggi alla luce del ritorno
delle formazioni dell’estrema destra.
L’ultimo anno ha visto un’escalation di violenza contro il centro sociale
e i suoi frequentatori: accoltellamenti, pestaggi, incendi.
Impuniti questi gruppi continuano ad agire, come può fare solo chi sa di
avere le spalle coperte...
Ma in noi no c’è nessuna paura, tanta rabbia ma anche tanta consapevolezza
di ciò che siamo e di dove vogliamo andare, giorno dopo giorno.
Resistiamo oggi e ogni giorno nelle pratiche, nelle parole, nei gesti
al razzismo, al fascismo all’omofobia e al sessismo
Ribelli e resistenti 60 anni fa, ribelli e resistenti oggi
a tutti i partigiani del mondo
c.s.a. pacì paciana
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16.03.003 con Dax nel cuore ["Rassegnazione è paura e complicità / Contro la rassegnazione pensare l’impensabile / Contro la paura imparare il coraggio / Cospirare vuol dire respirare insieme"]
"Per noi c’è solo una parola degna e una azione conseguente di fronte a questa guerra.
La parola no e l’azione ribelle.
Per questo dobbiamo dire no alla guerra!
Un no senza condizioni ne’ però.
Un no senza mezze tinte.
Un no senza grigi che lo macchiano.
Un no con tutti i colori che dipingono il mondo.
Un no chiaro, tondo, contundente, definitivo, mondiale.
Tratto dal saluto all’Italia ribelle dell’EZLN"




