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Bergamo: INCERTO IL FUTURO DEL GLENO

Publie le lunedì 6 marzo 2006 par Open-Publishing

di Maria Pia Trevisani Bruni Responsabile provinciale Salute e Politiche Sociali PRC

Le recenti vicende della Casa di Ricovero di via Gleno, attualmente Fondazione "Santa Maria Ausiliatrice", non fanno ben sperare per ciò che riguarda il salvataggio di questa importante struttura socio-sanitaria, che agli inizi degli anni 70 è stata un fiore all’occhiello nel campo dell’assistenza agli anziani.

Da quando è stata privatizzata la sua condizione non è migliorata, anche perché i nuovi soci privati non si sono certo comportati da filantropi, in quanto hanno versato tutti la quota minima di 250.000 Euro.

L’ Ing. Radici, attuale Presidente della Casa, sta tentando di sottrarre il Gleno al controllo politico e sociale, sostituendolo con una gestione personalistica e padronale.
In un recente carteggio pubblicato dall’Eco di Bergamo, il Presidente non ha dato la minima risposta alla questione, posta dal Comitato Ospiti e Parenti, della scarsa qualità dei servizi, dovuta alla carenza di personale.

Rifondazione è intervenuta in questo dibattito ricordando all’ Ing. Radici che il Gleno non è "cosa privata" che possa sottostare alla logica dell’impresa; inoltre inquietante è stata l’uscita del Presidente che ha definito sprezzantemente "Sentierone" lo spazio pubblico di dibattito democratico.

E’ per questo motivo che avevamo avversato con tutte le nostre forze la scelta della Fondazione, proprio perché ne prevedevamo le conseguenze negative.

Quindi ci siamo rivolti al Sindaco, chiedendogli se il Comune di Bergamo fosse in grado di assolvere alla sua funzione di indirizzo e controllo nei confronti del Gleno
oppure si limitasse a dare carta bianca a Radici.

Abbiamo chiesto al Comune di garantire che il nuovo CDA (composto da 7 membri: 3 eletti dal Comune, 1 dalla Provincia e 3 dai soci privati) si rendesse disponibile al dialogo con tutte le parti sociali e le forze politiche.

Chiederemo anche alla Provincia di fare la sua parte, perché a nostro avviso si sta defilando dalle sue responsabilità.

Ai degenti della RSA di Via Gleno, residenti a Bergamo, è arrivato in questi giorni dal Comune un contributo una tantum che corrisponde alla metà dell’aumento del 10% dell’anno 2005 (circa 800 euro a persona),che avevamo insistentemente richiesto.

Ci chiediamo perché, invece, gli ospiti della Casa provenienti dal resto della provincia debbano essere esclusi da questo beneficio. Riteniamo doveroso che la Provincia si faccia carico del problema, o con un rimborso diretto, o attivando i singoli Comuni.

Infine siamo preoccupati per i progetti di ricollocazione della Casa, che comportano comunque una vendita, in tutto o in parte, del suo patrimonio; tale vendita servirebbe anche a sanare i debiti, che ammontano ormai a 10.000.000 Euro e che aumentano al vertiginoso ritmo di 1.500.000 Euro annui, anche grazie al lungimirante contratto Sodhexo.

Come si vede i problemi economici della Casa sono ancora del tutto irrisolti, nonostante la sua privatizzazione; a pagare il prezzo del "risanamento" saranno come sempre gli anziani, che si vedranno costretti in un’area nettamente più piccola, e, nel caso si finisse alla Trucca, anche più rumorosa per la vicinanza della ferrovia; unico elemento positivo di questa seconda soluzione potrebbe essere la vicinanza del futuro ospedale, con possibili sinergie logistiche e sanitarie.