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Berlusconi-Bertolaso: una banda a delinquere

Publie le sabato 13 febbraio 2010 par Open-Publishing
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Cene per 3000 persone, panfili, escort, ostriche e champagne, favori e favoriti, brasiliane e ballerine, un’orgia di denaro pubblico in un vuoto legislativo di regole e controlli. Ogni opera che alla fine è costata almeno il doppio alle tasche degli italiani, soldi rubati perfino alla ricostruzione o spesi in modo violento e dissipatore, una finanza allegra e spregiudicata affidata a personaggi trimalcionici dal cinismo e dalla voracità spaventosa, scelti perché fornivano droga, feste e puttane, con appalti ad personam che se ne infischiavano di qualunque, gara, piano, regola, legge, rendiconto.. nelle mani e sotto la responsabilità di uno solo, che ora dice flebilmente e inverosimilmente: “Io non sapevo. Io non me ne occupavo”.

Ma ogni onore non è forse anche un onere? Troppo facile adesso scansare ogni colpa, quando per anni si è proceduto bellamente a ogni sorta di intrallazzo sotto lo scudo garantito di Berlusconi che copriva ogni porcheria con lo slogan della necessità e urgenza, nel nome solo di una propaganda smaccata e falsificatrice, e sotto il nome ombrello di una Protezione Civile che tanto è onorevole nei suoi volontari, tanto è disonorevole nel suoi gestori e ‘utilizzatori finali’.

Si ripete qui la triste parabola in cui incorse la Croce Rossa italiana sotto la mala-guida di Scelli, altro uomo di B, tanto vorace e arrivista quanto incapace e turpe (quello che non soccorse Enzo Baldoni e che fece degradare la Croce rossa italiana in Irak).

Ed è oggi Bertolaso l’uomo che B vuol fare ministro? E a cui vuol dare un potere anche più grande, mentre intende trasformare questo enorme porcaio extra legem in una società per azioni, mantenuta con nostro denaro ma a lucro privatissimo di pochi eletti, un settore enorme della finanza pubblica scippata dal corpo dello Stato per favorire gli interessi di Berlusconi&C?

Già basta che Bertolaso dica: "Io non ho seguito direttamente e personalmente la vicenda degli appalti".
Ha voluto essere responsabile di tutto e ci viene a dire che di questa responsabilità se ne fregava?

Ci si rende conto del potere enorme e illegale che B ha messo nelle sue mani?
Di come ha male usato quell’alibi dello stato di necessità e di urgenza che gli ha permesso di scapolare tutte le leggi per accatastare ingenti furti? Di come B tenda a mettere interi pezzi dello stato fuori dal diritto per aumentare il suo patrimonio già immenso? In una voracità smisurata, cinica, illegale, che non trova in questa maggioranza meschina alcun freno di coscienza o diritto! Ci si rende conto che B ogni giorno di più mette fondamentali parti dello Stato in un vuoto di controllo e di diritto? In una privatizzazione ad personam sconfinata e senza fine?

Ma come fa Bertolaso a dire che lui non sapeva e che lui non controllava?
Come può, dopo aver allegramente accettato con un’avidità senza fine ogni sorta di incarico, di accentramento assoluto di potere? Un potere eccezionale come nessun amministratore ha avuto mai in Italia e su patrimoni amplissimi che ormai sono di miliardi. Miliardi raddoppiati in una corruzione senza fine, per cui metà almeno di quello che ha gestito finiva in tasche di ladri. E questo mentre Trementi cerca di convincerci che i tagli allo Stato sono necessari perché “Non ci sono più soldi e le casse sono vuote” e per nutrire questi squali si peggiorano i trasporti, la scuola, la sanità, le pensioni, la vita di noi tutti…!!

Bertolaso ha ben accettato di avere nelle sue sole mani poteri immensi: sottos. di governo, capo dipartimento, capo della Protezione Civile, responsabile dei Beni Culturali, tra poco Ministro.. E ora ci viene a dire che lui non sapeva e che lui non credeva? Ma a chi la viene a raccontare?
Si sta determinando in Italia, sotto la regia di B, la rapida deriva da uno stato di diritto a una accolita di personaggi dal potere sfrenato che agiscono,m grazie a lui, al di fuori di qualunque legge.

Stiamo assistendo a una vera pirateria nel corpo della nazione. Una pirateria di lusso, ad altissimo livello di potere, che mostra tutto il carattere degradato e degradante di Berlusconi e tutto l’assolutismo spregevole e antidemocratico del suo governo.

E che si tenti di ridurre tutto questo allo squallore di una dozzina di escort da ‘ripassare’ o al solito e logoro ’complotto a orologeria’ delle toghe rosse mostra solo l’abiezione di questo Governo e di chi ancora lo segue.
Ora Bertolaso deve rispondere di questa finanza allegra e spregiudicata, di questo cinismo vergognoso e affaristico, che ci offende in troppi modi per passarlo nel dimenticatoio o nella facile assoluzione di Berlusconi.

Ora Bertolaso deve rispondere al Parlamento perché è membro del Governo, e deve rispondere al Governo perché è un capo amministrativo, ma soprattutto deve rispondere alla Nazione, ai cui occhi è stato rivenduto come un eroe mentre ora appare come un lestofante.
Deve rispondere a quelli che con le sua corruzione ha offeso e derubato, tagliando loro medicine, scuola, treni per pendolari, vita.

Deve farci capire come mai, dopo aver assunto con tanta leggerezza un potere così smisurato, oggi ci viene a dire che non sapeva niente degli appalti e che non conosceva questi soggetti!?
Riceveva da loro favori di ogni tipo, leciti e illeciti, però non li conosceva?! Strana teoria!

Io credo che, se gli italiani ragionassero almeno un minimo, l’affare Bertolaso si abbatterebbe sulla faccia di B con un impatto ben più grave della statuetta di Tartaglia, rovinandogliela per sempre.

E credo che il vero pericolo per questo paese sia questa gente qui, questi maiali e ladri e corrotti, non gli extracomunitari. E che i veri extracomunitari siano loro.

E credo che se il Pdl, il Pd, Di Pietro o chiunque vuole continuare a rifilarci gente di questa risma, che del diritto se ne sbatte e pensa solo a un lucro personale, farà meglio a nascondersi, perché di rifiuti umani ne abbiamo piene le palle!

http://masadaweb.org

Messaggi

  • Mi dicono che, nelle stanze del sultanato, stanno approntando i manifesti elettorali utilizzando lo slogan:

    "

    "Cchiù pilu pe’ tutti!"

    (copyright Antonio Albanese, nella parte dell’onorevole Cetto Laqualunque) ".

    Sono curioso di vedere le foto 6 x 6

  • GLI ITALIANI SI DEVONO SVEGLIARE, DEVONO CAPIRE IN CHE SISTEMA CRIMINOSO E BALORDO E’ FINITA L’ITALIA, SIAMO IL FANALINO DI CODA IN EUROPA E ANCHE DI PIU, SPECIE SULLE RETRIBUZIONI, PENSIONI, SANITA’,SCUOLA...NON SI PUO’CONTINUARE AD ESSERE VIOLENTATI E MASSACRATI...

  • L’Aquila, i controllori spariti

    Per aiutare Guido Bertolaso, agevolandone l’attività con il controllo dei contratti che il dipartimento della Protezione civile avrebbe sottoscritto in tutta fretta per far fronte alla più grave delle emergenze, Silvio Berlusconi rese pubblica l’ordinanza del 9 aprile 2009 in cui, all’articolo 8 comma 3, si istituiva un super comitato per la verifica dei conti. I conti del terremoto dell’Aquila. Una commissione di garanzia snella (solo tre membri) presieduta da un magistrato della Corte dei Conti.

    Perfetto. Fu subito chiamato all’opera il giudice Salvatore Nottola, presidente della sezione Lazio della Corte. Magistrato di lungo corso, esperto e solerte. Nottola ora ricorda: "Fui gratificato da quella nomina e pronto a mettermi al lavoro. Trascorse alcune settimane, feci chiamare il dipartimento della Protezione civile dalla mia segretaria per sapere quando e come organizzarci. Le risposero che l’emergenza era tale da impedire una riflessione in merito". Nottola comprese e attese ancora. "Nessuno mi richiamò e allora, alla fine di luglio, ritelefonai io. Mi spiegarono ancora che la commissione di garanzia non era un’urgenza. Ne ho preso atto, e ho continuato ad attendere".

    Il giudice Salvatore Nottola attende ancora di presiedere la prima riunione. La commissione non si è mai nemmeno costituita. Eppure il suo compito sarebbe stato (e tuttora lo sarebbe) decisivo anche perché oggi Bertolaso mette a verbale il proprio grande rammarico: "Sono mancati i controlli. Qualcosa può essermi sfuggito durante lo tsunami della mia vita che è stato l’anno scorso con una somma insostenibile di responsabilità ed emergenze". Tra le cose sfuggitegli al pensiero, per l’appunto, anche la nomina dei revisori dei conti indispensabili per fronteggiare l’enorme flusso di cassa. Controlli necessari per intensificare il sommario e parzialissimo lavoro di monitoraggio che la legislazione ordinaria prevede. I conti del terremoto sono gonfi come una pancia piena di cibo. Si è speso, e tanto. Bene o male? Ecco, ci sarebbe stato bisogno di una super verifica.

    Si sa solo invece che dieci mesi di appalti e provvidenze sono costati un miliardo e mezzo di euro. Che questo bel torrente di danaro è servito a rintuzzare la prima emergenza senza poterla ritenere conclusa. Ad oggi seimila aquilani continuano a vivere in albergo con un costo medio pro-capite di 40 euro al giorno; 1.100 sono le persone alloggiate in caserme, 2.400 in appartamenti lungo la costa, 31mila in case in affitto. Solo questa ospitalità, secondo i calcoli che ha fatto l’Espresso, è valsa un mucchietto di quattrini: 220 milioni di euro. Colle che con il prosieguo dell’emergenza sarà agevolmente valicato.

    Il Progetto C. a. s. e., gli edifici ecosostenibili e antisismici, è stato ridimensionato e poi nuovamente ampliato in corso d’opera. Pianificato per dare alloggio a 7.181 persone, alla fine aveva destinato le superfici utili solo per 5.565 terremotati, lasciandone fuori 1.616 (abitanti in case distrutte o inutilizzabili). Le C. a. s. e., queste stazioncine di transito, sono costate al metro quadrato 2.700 euro. Una cifra enorme se si considera che chi le abiterà è anche naturalmente assegnatario di un diverso e futuro contributo per la ricostruzione della sua definitiva abitazione. Poi e a parte il costo dei m. a. p., moduli abitativi provvisori (le casette in legno), e poi il resto. Anche nel resto, nel resto dei giganteschi appalti (tutto il ciclo del movimento terra, del cemento, del puntellamento, dell’incatenamento degli edifici pericolanti, delle forniture e dei servizi essenziali) avrebbe dovuto allungare lo sguardo il super comitato di controllo. Che però non è stato convocato. E non ha visto. E perciò - guarda tu! - non ha controllato.

    Antonello Caporale

    (15 febbraio 2010)

    http://www.repubblica.it/rubriche/piccolaitalia/2010/02/15/news/controllori_spariti-2303183/