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Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’
Publie le giovedì 6 gennaio 2005 par Open-Publishing12 commenti
BERLUSCONI
Un treppiede contro Sua Maestà
SANDRO PORTELLI
Ci mancava solo l’attentato, e adesso ce l’abbiamo. Il quadro è completo: compagni, questo non è un regime, sta diventando una monarchia. I segni c’erano quasi tutti. In primo luogo, come insegna Shakespeare, il corpo del sovrano come corpo consacrato della nazione. Silvio Berlusconi infatti non solo è, per grazia di Dio e volontà della nazione, «unto dal Signore», ma si è rigenerato nella chioma per il nostro bene, come ha detto nella sua conferenza stampa di fine anno. Lo hanno capito meglio tutti i leghisti: quelli che chiamano «colpo di stato» un colpo di treppiede in testa a Berlusconi, confondendo il suo corpo fisico col corpo mistico della nazione; o quelli che propongono di punire gesti simili con l’ergastolo, trasformando le lesioni in lesa maestà (fa parte della dimensione sacrale, ovviamente, anche la lotta che annuncia di avere ingaggiato contro l’Anticristo, in nome del bene e di Dio).
In secondo luogo, la sovrapposizione fra patrimonio personale e patrimonio della nazione: da una parte, la reggia privata sarda legibus soluta nell’interesse nazionale, messa a norma a spese pubbliche, abitazione personale adibita a funzioni di stato (incontri con capi di stato esteri); dall’altra, i regali ai sudditi poveri fatti per munificenza personale al posto dei diritti garantiti dalle leggi. E poi, non l’ha detto anche il capo dell’opposizione di Sua Maestà, che la Mediaset, azienda privata del sovrano, è «un patrimonio della nazione»?
In terzo luogo, l’omaggio rituale. In mancanza dell’effigie sulle monete e sui francobolli, qualche cortigiano al ministero delle poste inventa il Servizio Informatico di Livello Virtuale Integrato Operativo, o come si chiama, con l’acronimo SILVIO. Non è solo questione di generico e umiliante servilismo al potere; è che sono solo i re quelli che che si designano e si omaggiano con il nome di battesimo invece che col cognome (a parte che inventarsi un acronimo BERLUSCONI sarebbe stato più difficile). Il tocco monarchico finale l’ha aggiunto lui stesso, degnandosi di ringraziare per l’omaggio invece di licenziare a calci questi servi sciocchi. Ma un tocco di clemenza da vero sovrano anche la telefonata al suo attentatore, magnanimamente perdona come fece il papa con Agca.
Mancava solo un tassello: ogni sovrano che si rispetti ha diritto a un attentatore. L’attentato infatti sacralizza ulteriormente la persona, sancisce la sua speciale dimensione simbolica. Se il corpo dello stato si riassume nel corpo del sovrano, il conflitto si rivolge inevitabilmente al suo corpo. Dal giorno della regale passeggiata a piazza Navona, anche Berlusconi ha avuto quello che gli spettava e gli mancava. L’attentato è un implicito omaggio. D’altra parte, ce lo siamo cercato. Quando anche a sinistra abbiamo cominciato a parlare bene del presidenzialismo, a discettare di elezione diretta del premier e di governabilità; da quando abbiamo cominciato a chiamare lui «premier» o «primo ministro» invece del paritetico e collegiale titolo di «presidente del cnsiglio dei ministri» che la Costituzione gli conferisce (e da quando abbiamo cominciato a chiamare «governatori» i presidenti delle regioni, e presto i questori li chiameremo «sceriffi», con soddisfazione di Caldiroli), credevamo forse di starci avviando verso qualche immaginario modello anglosassone. E invece stavamo spalancando le porte e le coscienze a una personalizzazione della politica che - grazie alla tradizione di subalternità e di scarso senso dello stato ancora annidata nella nostra cultura politica, al potere esagerato dei media e dell’immagine, alla particolare megalomania del soggetto Berlusconi, e alla sua particolare situazione patrimoniale - sta trasformando la nostra repubblica in qualcosa di ambiguo e straniante.
Ambiguo e straniante anche perché gli elementi di «monarchia» che si vengono introducendo nel nostro sistema sono particolarmente arcaici, assai più retrogradi delle moderne monarchie del Nord Europa o della Spagna. Da un paio di secoli, infatti, anche nei sistemi monarchici il potere simbolico e il potere politico sono separati: il re «regna ma non governa». Berlusconi invece pretende di regnare e governare insieme. Nella nostra Costituzione questa distinzione era riprodotta nella doppia figura del presidente della repubblica e del presidente del consiglio; ma Berlusconi mira alla presidenza della repubblica non solo per sedersi su quella poltrona, ma anche con l’idea di riformarne dei poteri in modo da riunificare in sé le funzioni simboliche con quelle materiali, per «regnare» (rappresentare l’unità della nazione) e «governare» (condurre un proprio progetto politico) insieme. Quindi, non è questione di «odio» se qualcuno gli tira la roba - se non nel senso che un potere personificato genera reazioni personali. Se ti poni come simbolo ti attiri le emozioni, la rabbia come la venerazione, come il sacro si attira le preghiere e le bestemmie. Un simbolo è un bersaglio, come abbiamo imparato l’11 settembre 2001.
Per fortuna, a re Silvio è toccato un attentatore al suo livello: non una figura tragica di regicida come Gaetano Bresci o Sante Caserio, ma un semplice passante adirato e sostanzialmente innocuo. Tuttavia, simbolicamente giusto: invece che con una pallottola o un mattone, lo ha colpito con un accessorio di macchina fotografica, arma singolarmente adeguata alla sua dimensione di simbolo mediatico, di questo nuovo sovrano accessorio anche lui della sua stessa industria dell’immagine.
da "il manifesto" 5/1/2005





Messaggi
1. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 6 gennaio 2005, 10:46
Io credo che Berlusconi,da quel personaggio tragicomico che è,vada accolto a suon di pernacchi ad ogni sua uscita pubblica:è l’unica attenzione che il popolo italiano deve avere per un pagliaccio che ha fatto della Bugia mediatica la sua politica.
1. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 09:32
giustissimo!!!!!
pernacchie a volontà contro il bastardo!
coloro che lo incontreranno sono richiesti di questa prestazione.
Aggiungerei che forse si potrebbero organizzare dei
comitati di accoglienza nei luoghi delle sue visite pastorali.
che ne dite?
2. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 10:06
Berlusconi ha fatto un gesto di cui voi nè i vostri eletti (abituati a ben altre purghe) non sareste mai stati capaci (nemmeno di pensare). Poverini...
3. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 12:12
Infatti Palmito Togliatti - a cui avevano sparato in testa e non tirato un cavalletto - non solo non fece denunce di parte contro l’ attentatore Pallante, ma , anni dopo, invio’ anche un regalo per il matrimonio dello stesso attentatore.
Ed anche Prodi, destinatario l’ anno scorso di una lettera espolosiva, minimizzo’ da subito l’ episodio ed ha poi evitato di costituirsi parte civile contro i ragazzotti sedicenti anarchici arrestati per quello ed altri fatti.
Guarda te se un vecchio autonomo anarcoide come il sottoscritto si deve mettere a difendere Togliatti e Prodi !!!
Ma di fronte all’ imbarbarimento che si vive, quantomeno e’ d’obbligo ristabilire la verita’ dei fatti.
Keoma
4. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 15:36
Togliatti non solo perdono’ subito il suo mancato omicida, ma fu pure quello che, da Ministro della Giustizia, fece nell’ immediato dopoguerra l’ amnistia per i delitti di guerra dei fascisti.
In seguito a quella amnistia, mentre si incominciavano ad arrestare, con motivazioni varie, tanti partigiani, uscirono dalle inchieste giudiziarie personaggi del calibro del maresciallo Graziani, del principe Valerio Borghese, di Rauti, Almirante, Evola, Romualdi.
Che immediatamente ridiedero vita al MSI.
Adesso, invece, con un ministricchio come il leghista Castelli, non si riesce nemmeno ad amnistiare Sofri e Bompressi dopo 18 anni di galera e nonostante che a parole pure Berlusconi lo voglia fare.
UN ULIVISTA MODERATO, MA MEMORE.......
5. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 15:57
Togliatti sapeva quello che faceva: nella neonata DDR Ulbricht (il clone tedesco di Togliatti) nel fondare le terribili STASI e Volkspolizei (poi responsabile dei "tiri al piccione" sul Muro di Berlino) vi reintegrò parecchi ex-quadri delle SS, Gestapo etc., già belli pronti alla bisogna.
La "sfilata dei 600.000" per il 50° della DDR, nel 1989, a pochi mesi dal crollo del Muro, vide marciare al passo dell’oca il fior fiore dell’esercito e delle organizzazioni sindacal-paramilitari di quella disgraziata nazione di straccioni e di atlete gonfiate, che di bello aveva solo le divise, copia quasi identica di quelle Wehrmacht; sulla testa dei soldati e dei VoPos il modernissimo elmetto studiato dagli scienziati di Hitler, da lui rifiutato, e ripescato negli anni 50. Oggi i neonazisti definiscono la DDR "gli ultimi prussiani" e ne hanno fatto un oggetto di culto, incuranti di falci, martelli e compassi.
Bisogna dire che, nel paese di Karl Marx, era comunque riuscita l’operazione di unire, volenti o nolenti, almeno metà dei proletari tedeschi, perché tali rimanessero.
6. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 17:13
SI, VABBE’, TUTTO VERO.
MA CHE C’ENTRA CON LA DISCUSSIONE CHE SI STAVA FACENDO ?
E COMUNQUE TOGLIATTI E’ RESPONSABILE PURE PER LE SCELTE DI ULBRICHT ?
CON LO STESSO RAGIONAMENTO, DOVREMMO DARE AD ALMIRANTE E, PER EREDITA’ ANCHE A FINI, LE COLPE DI PINOCHET, DI VIDELA, DI FRANCO ?
QUI QUALCUNO AVEVA DETTO CHE IL "GESTO" - AL DI LA’ DELL’ ASPETTO UN PO’ FARSESCO DELLA VICENDA DI PIAZZA NAVONA - DEL "PERDONO" DI BERLUSCONI E’ STORICAMENTE UN ATTO DEL TUTTO INEDITO.
E QUALCUN’ ALTRO HA DIMOSTRATO CHE INVECE TOGLIATTI - SUBENDO UN’ ATTENTATO BEN PIU’ SERIO - FU QUANTOMENO ALTRETTANTO MAGNANIMO, COSI’ COME LO FU IN GENERALE CON TUTTI I FASCISTI ACCUSATI DI CRIMINI DI GUERRA.
CHE C’ENTRA ULBRICHT, VOGLIAMO PARLARE ANCHE DELLE CROCIATE E DELLA SANTA INQUISIZIONE, MAGARI ATTRIBUENDONE L’ EREDITA’ STORICA A FOLLINI E CASINI ?
SEMPRE L’ ULIVISTA MODERATO, MA MEMORE....E NIENTE AFFATTO COMUNISTA
7. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 17:44
Si vede che non mi sono spiegato bene, ecco il succo: così come Togliatti non aveva avuto problemi ad amnistiare ex fascisti, in maniera ancora più eclatante Ulbricht (che con Togliatti c’entrava eccome, senza tirare in ballo le Crociate) aveva fatto della sua nazione, pur comunista, una sorta di purgatorio per ex-nazi. Se Togliatti avesse conquistato il Governo, e poi il Potere, avremmo visto scene del genere anche in Italia, e tutti sarebbero stati rigorosamente zitti per non contraddire il "Migliore". Naturalmente non fu possibile, dato che gli equilibri internazionali derivanti dagli accordi tra le potenze vincitrici la seconda guerra mondiale ci avevano collocato altrove. E meno male.
8. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 21:39
CON RIFERIMENTO AGLI ANNI QUARANTA, MENO MALE OVVIAMENTE LO DICO PURE IO.
CIO’ NON TOGLIE CHE L’ITALIETTA CLERICALE E CIALTRONA CHE E’ USCITA FUORI DA QUELLE VICENDE, QUELLO IN CUI SI E’ DOVUTO ASPETTARE QUASI ALTRI TRENTA ANNI PER OTTENERE IL DIRITTO AL DIVORZIO, E’ COMUNQUE STATA UNA SCHIFEZZA. O MI SBAGLIO ?
E COMUNQUE, CON QUESTO, COSA VORRESTI DIRE, CHE SICCOME ULBRICHT E TOGLIATTI - CHE COMUNQUE NON MI SEMBRA PROPRIAMENTE LA STESSA COSA E NON SOLO PERCHE’, A PARTE POCHI MESI, NON HA MAI GOVERNATO - ERANO DUE PERSONAGGI NEGATIVI, OGGI, A DISTANZA DI DECENNI, DOVREMMO FARCI PIACERE BERLUSCONI ?
E COMUNQUE ERAVAMO PARTITI DALLA REAZIONE AI RISPETTIVI ATTENTATI, ANCHE SE CHIAMARE COSI’ QUELLO DI PIAZZA NAVONA MI SEMBRA UNA BARZELLETTA.
TUTTO IL RESTO CHE C’ENTRA ?
9. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 22:03
Beh, è stata una schifezza che è diventata una delle maggiori potenze industriali, cosa che prima non era di certo. Sarà forse che i preti non mi hanno mai fatto niente di male, ma non me la sento di sputare nel piatto in cui ho mangiato. Vero è che si è dovuto attendere 30 anni per il divorzio, ma è anche vero che la gente comune non si può permettere di mantenere due famiglie, quindi che ci sia o non ci sia...
Quanto al Silvio, visto che qualcuno lo ha votato ce lo teniamo finché qualcun altro non gli vota contro, mica possiamo occupare le camere o fare la revoluciòn con Tomas Milian nella parte di Tepepa... Francamente sono anche stufo di doverlo nominare perché in fondo un sito come questo gli fa una pubblicità terrificante, ottenendo l’effetto opposto a quello che si prefigge.
10. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 22:36
Pure il Giappone, pure l’ Urss brezneviana, persino oggi la Cina comunista sulla carta ed ultraliberista nella pratica, sono diventate potenze industriali e non per questo sono i posti dove mi sarebbe piaciuto vivere.
Se poi dobbiamo ritirare fuori oggi le puttanate che dicevano Fanfani ed Almirante nel 1974 contro il divorzio ( mi riferisco alla questione delle due famiglie da mantenere ecc. ecc.), beh, forse e’ inutile questa discussione.
Per carita’, penso che nemmeno Casarini voglia oggi fare una "rivoluzione alla Tepepa" ; il Cavaliere cadra’ quando sara’ sconfitto alle elezioni o, come nel 94, se le contraddizioni interne alla sua coalizione un po’alla Brancaleone - come del resto quella dell’ Ulivo - esploderanno prima di quella data.
Nel frattempo pero’ qualche giudizio sulle puttanate che combina saremo pure padroni di darlo.
Oppure saremo dichiarati colpevoli di "lesa maesta’" ?
Se, come da intervista pubblicata anche in questo sito, pure il buon Pannella - che certo non e’ sospettabile di "comunismo" o di antiberlusconismo preconcetto - parla di "oggettiva sospensione dei diritti costituzionali", qualche problema ci sara’ pure.
E certe esternazioni un po’ da psicopatici di Calderoli o di Castelli saremo pure padroni quantomeno di considerarle come tali.
Oppure, per non dispiacere a "sua maesta", come nella famosa canzone di Fo e Jannacci, dobbiamo per forza diventare "padani", pure a Roma o Catanzaro ?
Aladino Govoni
11. > Berlusconi - Un treppiede contro Sua Maesta’, 7 gennaio 2005, 23:30
E pensi che io mi ricordi le puttanate di Fanfani e Almirante nel 74? Avevo da studiar latino, e ti assicuro che non avevo tempo per fare altro, allora non c’erano certo i "corsi di recupero". Io mica ho detto che il divorzio è sbagliato, ognuno per me è libero di fare ciò che vuole, basta che non mi pesti le scatole. Ciò che intendevo è che dopo 30 anni il risultato è che comunque io, che pure lavoro, non me lo potrei permettere: se vogliamo essere pratici è così. Poi che ti devo dire, che sono favorevole al divorzio altrui? OK, ma che me ne frega? Certo fossi un calciatore o un attore certamente adesso bacerei il sedere a coloro che nel 74 erano in età di voto. No, perché vedo che se uno non spiega le cose per filo e per segno ci vuol poco ad essere fraintesi.