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Berlusconi ci ripensa: un partito unico con nuovo simbolo, subito
Publie le domenica 19 giugno 2005 par Open-Publishingdi red
Berlusconi ci ripensa, vuole un nuovo partito - unico ma trino- per il centrodestra, con tanto di nuovo simbolo. E lo vuole subito, entro luglio. «Nel 2006- dice sicuro come un sommelier - offriremo agli italiani il porto sicuro di un nuovo grande partito di governo». Una proposta dettata via telefono, come un discorso- sfogo, che il premier ha fatto intervenendo da lontano al convegno organizzato da An a Milano sull’ipotesi della costituzione di una nuova forza politica che aggreghi tutte le forze del centrodestra.
«Mi auguro ora - aggiunge parlando di questo nuovo partito - che anche An e l’Udc, che svolgono ai primi di luglio due importanti assise dei loro partiti,aderiscano a tale orizzonte».
«Nessuno di noi deve oggi rinunciare a identità cristallizzate e statiche - insiste -. Dobbiamo solo, tutti insieme, dare definitivo compimento al processo già cominciato, creando una sola grande forza popolare, liberale,nazionale, riformista».
Ha detto che lui con questa nuova formazione prevede «un futuro di nuove vittorie, a cominciare dalle politiche del 2006». Poi ha spiegato così il voltafaccia: «Qualcuno ha interpretato la mia recente dichiarazione sulla possibile presentazione alle elezioni di tutti i simboli storici della Casa delle libertà come una frenata rispetto a questo grande progetto. Niente affatto. Se il nuovo partito nascerà, come sono certo, è del tutto evidente che presenterà agli italiani il proprio nuovo simbolo e la propria lista unitaria. Se poi, stante l’attuale complessa legge, sembrerà giusto prevedere, allo scopo di non perdere neanche un singolo voto, la contemporanea presentazione dei nostri simboli di oggi, ciò - ha sottolineato Berlusconi - non altererà in nulla la forza del nuovo partito».
Anche sull’Europa e la crisi italiana, pur conservando il suo «ottimismo», corregge il tiro. Invita a «non drammatizzare» il fallimento del vertice europeo convinto, com’ è, che alla fine un accordo sarà trovato nei tempi giusti, Romano Prodi ammonisce a far coincidere l’interesse nazionale con quello europeo perchè l’Italia - dice - è «il più fragile tra i grandi paesi europei». Aveva detto solo due giorni fa che l’Italia era un paese meno in difficoltà di Francia e Germania.




