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Berlusconi contro l’Onda - "In piazza gruppi di facinorosi"

Publie le venerdì 24 ottobre 2008 par Open-Publishing
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Da Pechino il presidente del Consiglio torna sulle polemiche relative alle proteste nelle scuole e nelle università: "Nei cortei ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali". La rete studenti medi: "Dichiarazioni irricevibili". Continua la mobilitazione nelle università e nelle superiori

09:22 Roma, lezioni in piazza
A Roma questa mattina i docenti di Fisica e quelli di Scienze politiche dell’università La Sapienza faranno lezione davanti alla Camera dei deputati, mentre un corteo di studenti andrà a protestare all’Adisu, l’agenzia per il diritto allo studio, accusata di aver alzato le rette delle residenze universitarie.

09:21 Rete studenti medi: "Nel pomeriggio incontriamo il ministro"
La rete studenti medi fa sapere che nel pomeriggio di oggi le associazioni studentesche incontreranno il ministro Gelmini. "La Rete degli studenti medi sarà fedele ai contenuti e alle
richieste degli studenti che in questi giorni si sono
mobilitati: chiederemo alla Gelmini di ripartire da capo e
di fermare i tagli mostruosi sul comparto dell’istruzione.
Il messaggio dalle scuole e dalle università di queste ore
è chiaro: i tagli devono essere fermati perché sotto
intendono una privatizzazione e una dismissione del sistema
pubblico che nessuno vuole".

09:17 Rete studenti medi: "Irricevibili le dichiarazioni di Berlusconi"
La rete studenti medi replica a Berlusconi: "Apprendiamo questa mattina dal premier che esistono nel movimento per il cambiamento della scuola e delle università dei gruppi di facinorosi che ricevono supporto dalla stampa. Così non ci è sembrato in questi giorni di grandi mobilitazioni, dove centinaia di migliaia di studenti sono scesi in piazza e hanno occupato i luoghi pubblici pacificamente, senza atti di violenza e di vandalismo.
Chiediamo al ministro Maroni e al ministro Gelmini che venga
rispettato il diritto di manifestare e di esprimere le proprie idee.

09:12 Catania, assemblee degli studenti
A Catania, nell’ex monastero dei Benedettini, assemblea pubblica degli studenti per discutere della riforma Gelmini. Un’altra asseblea pubblica è in programma dalle 10.00 nella facoltà di Scienze Politiche.

09:10 Napoli, stasera assemblea in Piazza Quattro Giornate
A partire dalle 19 a Napoli, in Piazza Quattro Giornate, serata di riflessione contro il decreto sulla scuola organizzato dagli studenti.

09:05 Palermo, a Scienze della Formazione si discute della Gelmini
A palermo, nella facoltà di Scienze della Formazione (aula magna Albergo delle Povere, Corso Calatafimi, 219), "Venti minuti dedicati all’informazione, all’approfondimento e al confronto sulle tematiche della prossima riforma Gelmini (L.133/2008)": e’ l’iniziativa di protesta, organizzata dall’Associazione studentesca psicologia scienza e cultura.

09:02 Palermo, licei Umberto I e Cannizzaro in autogestione
L’assemblea d’istituto del liceo classico "Umberto I" di Palermo ha proclamato l’autogestione a partire da oggi. Nel pomeriggio gli studenti hanno fissato un incontro, fuori dalla scuola, per continuare a discutere le modalità di svolgimento della protesta. Partirà invece da domani l’autogestione decisa dagli studenti del liceo scientifico "Cannizzaro", sempre a Palermo.

08:46 Roma, sit-in studenti romani a Circo Massimo
Studenti di varie scuole di Roma, tra le quali Augusto, Russell e Marco Polo, si stanno dirigendo al Circo Massimo per un pacifico e spontaneo sit-in di protesta contro il decreto Gelmini. Lo fa sapere l’Unione degli studenti di Roma.

08:44 Milano, lezione in piazza Duomo
Non cedono di un passo gli studenti milanesi e oggi sono pronti a scendere di nuovo in piazza. Ancora una volta ’occuperanno’ il salotto buono della città: piazza del Duomo si trasformerà, a partire dalle 10 circa, in una grande aula. Una lezione all’aperto per coinvolgere tutti in una protesta contro la legge 133 "che porterebbe - sostengono i manifestanti - al collassso del sistema universitario pubblico".

08:43 Bologna, 1500 persone in piazza
Studenti, genitori e docenti, circa 1.500 in totale, si sono radunati ieri sera in piazza Nettuno a Bologna. La piazza si è trasformata in un’aula a cielo aperto con tanto di banchi e una lavagna, anche in occasione del collegamento con la trasmissione ’Annozero’. Sul posto, scandendo "Noi la crisi non la paghiamo", sono arrivati inoltre alcune centinaia di studenti universitari dell’assemblea di ateneo, per la maggior parte iscritti alla facoltà di Lettere. Tappezzata di striscioni anti Gelmini la facciata di palazzo D’Accursio, sede del Comune di Bologna. Tra i manifestanti anche alcuni ricercatori del Cnr e dell’Istituto nazionale di astrofisica che si sono vestiti da fantasmi per testimoniare la mancanza di attenzione nei confronti dell’università.

08:38 Siena, fiaccolata contro il decreto Gelmini
Migliaia di persone hanno sfilato ieri sera lungo le strade del centro storico di Siena per protestare con una fiaccolata contro il decreto Gelmini. Oltre 8.000, secondo gli organizzatori, i partecipanti alla manifestazione. Moltissimi gli studenti in corteo, che avevano sfilato già nel pomeriggio in un’altra iniziativa, insieme a lavoratori e esponenti politici. In piazza Salimbeni hanno preso la parola esponenti dei sindacati, dei partiti, delle associazioni studentesche, dei genitori e dei lavoratori.

08:36 Pavia, proseguono le proteste in scuole e università
Proseguono le proteste nelle scuole di Pavia contro il decreto Gelmini. All’Università sono stati bloccati gli esami di Diritto Penale alla Facoltà di Giurisprudenza in quanto mancavano i dottorandi, per protesta, che facevano parte della commissione. Gli studenti che hanno saltato l’esame saranno interrogati soltanto il prossimo 3 novembre. A Mortara (Pavia) gli studenti dell’istituto tecnico Pollini hanno occupato la scuola, sfilando in centro città contro la riforma prevista dal governo. Alcuni di loro hanno anche trascorso la scorsa notte all’interno dell’istituto: insieme ai ragazzi, per controllare che non succedesse nulla di grave, anche il preside.

08:32 In agitazione Musicologia sede distaccata università Pavia a Cremona
Da stamattina anche la facoltà di Musicologia sede distaccata dell’Università degli Studi di Pavia a Cremona entrerà in agitazione, prima con una assemblea straordinaria alle 10.30 aperta ai docenti, al seguito della quale saranno decise le misure migliori da adottare per portare avanti la protesta.

08:24 Berlusconi: "Difenderò il diritto di andare a scuola"
"Io non ho cambiato assolutamente atteggiamento, vale quello che ho detto, e ne ho parlato anche con il ministro dell’Interno: se lo Stato vuole essere Stato deve difendere il diritto dei cittadini a frequentare le scuole e le università". Silvio Berlusconi, torna così sulle polemiche dei giorni scorsi sulla possibilità di utilizzare la forza pubblica negli atenei e nelle scuole e ribadisce che "se ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare hanno tutte le strade possibili e immaginabili per farlo, ma non devono impedire l’accesso alle strutture pubbliche a chi non condivide quelle proteste".

08:22 Berlusconi: "Nessun dialogo con chi mi chiama dittatore"
Nessun dialogo con la sinistra "che mi chiama dittatore". Così il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, risponde alle domande dei giornalisti sulla presa di posizione del Pd dopo le parole pronunciate nei giorni scorsi dallo stesso premier sulle proteste nelle scuole e nelle università. "Non mi interessa - risponde Berlusconi - io ho una maggioranza in parlamento, ho avuto un voto e degli apprezzamenti dal pubblico. Siccome da sinistra - aggiunge - non sono mai venute cose giudiziose e positive io vado avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti i teatri e teatrini che mette in campo la sinistra".

08:15 Berlusconi: "In piazza gruppi di facinorosi"
"In tantissime manifestazioni organizzate dall’estrema sinistra e dai centri sociali, così come mi ha confermato il ministro dell’Interno, ci sono dei facinorosi: non tutti naturalmente, dei piccoli gruppi, ma nei cortei organizzati da queste entità ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali". Lo ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, tornando sulle polemiche relative alle proteste nelle scuole e nelle università.

Messaggi

  • Roma, l’Onda occupa senza nostalgie. Non ci sono le assemblee oceaniche del ’68
    né le tensioni violente del ’77. "Movimento più partecipato degli ultimi trent’anni"

    L’ira dei ragazzi miti
    "Berlusconi ci teme"

    "Ho 22 anni, e vivo ogni giorno sotto ricatto. Ora sono stufo. Finalmente posso respirare"

    di CURZIO MALTESE

    ROMA - "Sai cosa c’è? Alla fine uno si rompe le balle di avere paura. Ho 22 anni e vivo ogni giorno a sotto ricatto. Paura di non farcela a riscattare tutti i crediti, del contratto da precario in scadenza, di non poter più pagare l’affitto e dover tornare dai miei, di non trovare un vero lavoro dopo la laurea, della crisi mondiale e dell’aumento delle bollette. Campo a testa china e tiro avanti sperando che domani sia migliore. Ma se mi dicono che domani non c’è più, l’hanno tagliato nella finanziaria, allora basta. Non mi spaventa più Berlusconi che dice di voler mandare la polizia. Non mi spaventa nulla, sono stufo. E finalmente, respiro". Marco è uno degli studenti della Sapienza che occupano la facoltà di Lettere. È lui ad aver proposto in assemblea alla Sapienza lo striscione che oggi è su tutte le facoltà occupate d’Italia: "Io non ho paura", in risposta alle minacce di Berlusconi, al solito smentite. "Non scrivere leader, che mi sfottono. Promesso?".

    Sono le nove e sulla Roma autunnale è calata un’improbabile notte di primavera. Improbabile come questo movimento, nato nel momento peggiore, cresciuto oltre ogni previsione, senza neppure il tempo di darsi un nome. Per trovarlo hanno indetto un referendum sul sito della rivolta universitaria, www.UniRiot.org, e l’ha spuntata "Onda anomala". In breve, "l’onda", "noi dell’onda" dicono, come fossero contradaioli.

    Avete presente il ’68, il ’77? Altra storia. L’arrivo alla facoltà occupata è confortante o deludente per chi ha in mente e negli occhi la Sapienza delle assemblee oceaniche sessantottine o il teatro di guerra della cacciata di Lama. C’è un gran silenzio. Si sentono echi di radiocronache di pallone, autoambulanze lontane, perfino un coro classico che prova nella facoltà di Fisica. Pochi ragazzi nella piazza, sui viali qualche sperduto capannello. Vuoi vedere che è la solita montatura nostalgica di un ’68 che non può tornare? Ma dentro le aule, i dipartimenti brulicano di centinaia di ragazzi che discutono, studiano, lavorano al computer, organizzano le manifestazioni del gran giorno, oggi, davanti al Senato. Tessono reti in tutta Italia ed è un bollettino di guerra: "Ore 11: Occupata Roma Tre! Ore 15: occupata Ingegneria! Ore 19: occupata l’Orientale di Napoli!". E poi Firenze, Cagliari, Napoli, Bologna: "Stiamo vincendo!". Giancarlo Ruoco, capo dipartimento di Fisica, 49 anni, un passato giovanile nei movimenti, osserva: "Il paragone di numeri col ’77 è improponibile, ma di sicuro questo è il movimento studentesco più partecipato degli ultimi trent’anni. Non c’è Pantera o protesta contro la riforma Moratti che tenga. Allora eravamo quasi più docenti che studenti in piazza. Ora sono il doppio, il triplo, e sembrano decisi ad andare fino in fondo"

    Quando i telegiornali della sera hanno diffuso il diktat poliziesco di Berlusconi, i ragazzi più grandi hanno brindato con birre e applausi, fra gli sguardi perplessi e intimoriti delle matricole. Che c’è da festeggiare se il premier minaccia manganellate? "Il fatto è che gli stiamo mettendo paura, noi a loro. È la reazione scomposta di uno che si sente debole, che non si aspettava tutto questo, non ha una strategia e pensa di risolvere al solito modo, con la polizia, come si trattasse di rifiuti, camorra o periferie insicure". Chi parla è Luca, 23 anni, un’ottima laurea in lettere a Milano, venuto a Roma per specializzarsi in filologia romanza. È di Monza: "Perfino lì hanno cacciato la Gelmini da un comizio, e non se l’aspettava. A Monza, dov’è nata la Lega, cinquant’anni di Dc. Non hanno proprio capito che la politica non c’entra, la sinistra qui non comanda niente. Quando è venuta la ragazza mandata da Veltroni (Giulia Innocenzi, ndr), chiaramente in vista della manifestazione di sabato, le abbiamo strappato i volantini. La Cgil ha cercato di mettere il cappello sul movimento e li abbiamo costretti ad arrotolare le bandiere rosse. Per me il Pd significa poco, l’opposizione è inesistente, Berlusconi non è chissacché, non mi suscita nessun sentimento. È soltanto un vecchio che fa discorsi vecchi. Insomma, qui non c’entra la politica, c’entra la vita. Il mio futuro, quello di Francesco, Vanessa, Ilaria...".

    "La mia vita attuale è questa. Studio come un pazzo per finire in fretta e bene, lavoro in un call center, dormo in una camera a 500 euro al mese. E sopporto pure che un Padoa- Schioppa o un Brunetta o una Gelmini mi diano del bamboccione o del fannullone. Ma non che taglino i fondi all’università per fare affari con l’Alitalia, aiutare la Fiat o le banche dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari diverso. I corsi universitari duravano mesi, avevi sempre gli stessi compagni, gli stessi professori. In ufficio o in fabbrica eri solidale con l’altro operaio o impiegato. Ora io seguo decine di corsi dove non incontro mai le stesse persone e poi lavoro in un call center dove il mio vicino di scrivania cambia sempre, a ogni turno, senza contare che abbiamo tutti le cuffie e non c’è neppure la pausa caffè. In questi giorni ho alzato la testa, mi sono guardato intorno, ho conosciuto studenti da tutta Italia, mi sento vivo".

    E’ un rivolta di bravi ragazzi, della nostra meglio gioventù. Non è una rivolta contro i padri, come furono le altre, ma di giovani che prendono sul serio le parole dei padri. Vogliono studiare, uscire di casa, fare carriera per meriti e non per conoscenze, crescere insomma e scoprono che in Italia non è possibile. Non è possibile per un giovane essere "normale". Da qui la rabbia di questi ragazzi miti. Anche un po’ secchioni. Luca e altri, con Francesco e Vanessa, ieri ospiti di Santoro, hanno tirato l’alba a studiare la legge Gelmini nei minimi particolari, scovando un’infinita serie di contraddizioni. Un bel lavoro e anche una lezione per l’opposizione parlamentare che deve aspettare la Gabanelli per accorgersi della norma salvamanager infilata nel decreto Alitalia. "La legge è piena di cazzate" mi spiegano "Taglia i fondi per la ricerca, che in Italia è l’uno per cento del Pil contro il tre della media europea e del trattato di Lisbona. Riduce il numero dei ricercatori che da noi sono tre ogni mille abitanti, contro l’obiettivo di otto. Non taglia le sedi universitarie, che in Italia sono 115, più di una per provincia, con decine di corsi frequentati da un solo studente. Soltanto Roma ha sedi decentrate a Civitavecchia, Rieti, Pomezia: Ma quelle rispondono a interessi clientelari".

    Ilaria, che incontro a Fisica, "ci vediamo sotto la lapide di Fermi", snocciola dati statistici come formule, sospira e conclude: "Non che m’interessi più di tanto, perché fra un anno vado in Inghilterra. Però mi sembra giusto dirlo, protestare finché si può". Il Dipartimento di Fisica, quello di Fermi e Amaldi, è il f iore all’occhiello della gloriosa e ormai sfasciata Sapienza. E’ quarta nelle classifiche europee, fra le prime dieci del mondo, dentro un’università che non compare neppure fra le prime cento. La fuga dei cervelli all’estero è la norma e cresce di anno in anno.

    Nell’"Onda" Fisica è stato il laboratorio creativo. Il corpo docente, fra i migliori d’Italia, ha appoggiato senza riserve la protesta. "Tanto con l’appello contro la lectio magistralis del Papa ci aveva già criminalizzato. Peggio non può succedere". Fernando Ferroni, professore di fisica delle particelle elementari, presidente dell’istituto nazionale di fisica nucleare, uno degli scienziati che ha collaborato all’accensione dell’Lhc al Cern di Ginevra, è solidale ma pessimista sulle sorti dell’Onda: "Hanno ragione da vendere ma il clima culturale è il peggiore possibile. Non c’è sensibilità per questioni complesse come la formazione, la ricerca. Il governo fa discorsi primitivi, insensati ma efficaci. L’opposizione ne sa poco o nulla. Non ha capito la portata del disegno. Qui stanno dismettendo l’istruzione pubblica, un pezzo per volta. E’ una cosa mai successa in nessuna parte del mondo civile. Negli Stati Uniti, il paese più malato di iper capitalismo, l’università pubblica rimane ancora fortissima. Uno studente di Fisica può scegliere di pagare quattromila dollari a Berkeley o quarantamila a Stanford, ma la qualità è la stessa, alla fine si spartiscono lo stesso numero di premi Nobel. Per non parlare dell’Europa. Qui invece fra pochi anni l’istruzione pubblica, di questo passo, sarà relegata alla marginalità, alla serie B, a quelli che non possono permettersi di meglio. Il tema è enorme, tocca l’essenza dei diritti di cittadinanza, ma temo che non passerà. Criminalizzeranno la protesta, faranno scoppiare qualche incidente, e i media andranno dietro l’onda, l’altra, quella del potere. Bisognerebbe bucare questo muro di conformismo, ma come?"

    Gli studenti si sono posti il problema d’"inventarsi qualcosa di nuovo", ne discutono in assemblea, su Internet, chiedono idee, consigli. "L’importante è evitare paragoni col passato, gli slogan in rima, le bandiere della politica, le stesse forme di lotta di fronte alle quali la gente dice "l’ho già visto"e passa oltre" spiega Laura, 23 anni, delegata alla comunicazione di Fisica. "Ci siamo inventati le lezioni in pubblico, con la lavagna a Piazza Farnese, un successo con i passanti che si fermavano a chiedere. Venerdì (oggi, ndr) saremo a Montecitorio".

    Sono rimasti a discutere le nuove forme di lotta fino alle tre, poi è entrato Stefano con le birre. "Che ha fatto la Roma?" "Lasciamo perdere... Aò, ma la volete smettere col dibattito? E fateve ’na birra, ’na canna, che so". Bisogna fare la colletta per i cornetti. Che cosa? "Al picchettaggio offriamo cornetti agli studenti che vogliono entrare. Li hai mai visti i picchetti con i cornetti? Lo voglio vedere Berlusconi che manda l’esercito. A noi non ci fregano con le provocazioni, non ci vedrai mai fare questo". E mostra il gesto della P38". Chissà se non li fregano. Quarant’anni fa era cominciato con le colazioni ai bambini poveri, i sit-in pacifici, il clima da "Fragole e sangue", ingenuo e fiducioso. Fino alla prima carica della polizia. Stefano prende la chitarra, sono ormai le tre, per tenere sveglia la truppa. Nella musica sono conservatori, l’eterno rock, i vecchi cantautori, da De Andrè a Ligabue, che ormai viaggia per i cinquanta. Alle quattro crolla pure il cantante, qualcuno si rinchiude nei sacchi a pelo, altri s’infrattano, qualcuno riprende a discutere fino all’alba, a parlare dei propri sogni, come tutti a vent’anni, mentre il sole sorge sempre da un’altra parte.

    (24 ottobre 2008)

    http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/scuola-2009-3/scuola-2009-3.html