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Berlusconi ossessionato dalla giustizia mentre l’economia frana

Publie le giovedì 17 luglio 2008 par Open-Publishing

Berlusconi ossessionato dalla giustizia mentre l’economia frana

di Alessandro Cardulli

Il capo del governo fa gli affari suoi, il ministro dell’economia, Giulio Tremonti svolazza da un dibattito all’altro disquisendo, amabilmente con interlocutori altrettanto amabili,sui mali del mondo, un altro ministro, non trova di meglio che ordinare ai pubblici dipendenti in malattia che devono essere disponibili per ben dodici ore al giorno per eventuali visite fiscali, un altro ancora vede i contratti nazionali di lavoro come il fumo negli occhi.

Tornando agli affari del capo del governo due sono i suoi hobby, due ma legati l’uno all’altro, si chiamano processi e intercettazioni. Si è messo al sicuro da eventuali condanne prima con il “salva processi” poi con il lodo Schifani. Ma non gli basta. Deve togliere di mezzo le intercettazioni. Sono la sua ossessione.

Arringando i suoi afferma che le intercettazioni di cui tutti parlano che riguardano frasi un po’ scabrose, i suoi rapporti con alcune ministre, non esistono sono solo nella mente fervida dei giornalisti e dei suoi avversari. Allora perché questa ossessione? Non solo. Ora un punto d’onore è la riforma della giustizia, con il fedele Alfano pronto ad eseguire . E quando Berlusconi parla di riforma c’è davvero da stare in guardia perché l’obiettivo è quello di imbavagliare i magistrati, in un modo o nell’altro.

Tutto questo avviene in u n paese dove si comincia a parlare di “stagnazione” la fase che precede la recessione. Ristagnano i consumi e gli investimenti, rallentano in modo sempre più significativo le esportazioni, la competitività peggiora. Per questo anno e per il prossimo è previsto un Pil ( prodotto interno lordo) allo 0,4%. E a dir questo non sono gli estremisti, massimalisti, di Rifondazione, della sinistra radicale che hanno perfino perso il loro posto in parlamento.

Questi dati sconfortanti vengono dal Bollettino economico della Banca d’Italia e sono il pane quotidiano del governatore Mario Draghi. Se aggiungiamo i numeri che vengono dall’inflazione e quelli che derivano dalla crisi internazionale il quadro diventa ancora più oscuro. Il costo della vita è salito del 3,8% ma se si guarda ai generi di più largo consumo da parte delle famiglie siamo sopra il 5%. In due anni il salario dei lavoratori che non riusciranno a rinnovare il contratto subirà una perdita di circa 1600 euro.

Per quanto riguarda gli alimentari il rincaro è del 6,1%, per i trasporti del 6,9, per l’abitazione, bollette e combustibili del 7,2. Tanto per citare un dato, la pasta ha subito un rincaro del 22% e il pane del 13%. Quando si dice dieta mediterranea. Secondo Adusbef e Federconsumatori solo per due voci di spesa, energia e alimenti, in un anno si spenderanno 1813 euro in più. Crollano i consumi di benzina e gasolio, mentre il petrolio continua a fare balzi in avanti.. Siamo arrivati a 1,56 euro sia per la verde che per il diesel. Nuovi colpi subiscono le Borse europee che in un giorno nero hanno bruciato 140 miliardi mentre l’euro vola. Negli Usa davanti alle banche si verificano scene di panico. Un quadro a tinte fosche, come nel Bollettino della Banca d’Italia.

Il governo che fa? Berlusconi mostra un profondo fastidio. “ Ma come siamo pessimisti, basta prendiamo esempio da Bush che cerca di dare segnali di ottimismo. E poi torna a parlare subito di giustizia, sperando che “ Tremonti faccia qualcosa”. Perfino uno come Roberto Calderoli, il ministro leghista non ne può più e sbotta: “ Abbiamo fatto una tabella temporale delle riforme e in quella tabella la riforma della giustizia non c’è. In autunno la priorità è federalismo fiscale “.

La Lega,infatti, confida in questa riforma per dare ossigeno ai consumi delle famiglie attraverso la riduzione delle tasse che, però, non è prevista dalla manovra economica triennale cui hanno dato via libera le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Tra gli emendamenti c’è quello che prevede le impronte digitali per tutti sulla carta d’identità. Certo importante ma, forse, sarebbe più importante che il governo cambiasse la manovra finanziaria a partire dalla restituzione del fiscal drag e dalla riduzione delle tasse per redditi da lavoro dipendente e pensioni. Altra leva per la ripresa dei consumi sono i contratti di lavoro ma se il governo fissa all’1,7% l’inflazione programmata e la Confindustria arriva al 2% quando siamo già all’3,8, davvero all’inganno si aggiunge la truffa.