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di Michele Lombardi
Berlusconi: pugno di ferro contro i no global
L’Olimpiade di Torino infiamma la politica. Il premier
annuncia di essere pronto a usare strumenti drastici
contro movimenti e atti eversivi
Ciampi: occasione di pace, nessuno turbi la tregua
Roma Un «forte richiamo istituzionale», probabilmente
un messaggio attraverso le tv per spiegare al mondo
che gli italiani non sono tutti no global, impegnati a
boicottare le Olimpiadi di Torino. Silvio Berlusconi
ci sta pensando seriamente a lanciare, forse già oggi,
un appello («lo ho già preparato») agli italiani
contro i contestatori dei giochi olimpici. «I no
global sono movimento eversivo», tuona il premier,
forte dell’allarme lanciato dal Viminale, che schiera
in campo 15 mila uomini contro la minaccia islamica e
«l’aggressività dei movimenti antagonisti». Il premier
avverte che il governo è pronto a usare «strumenti
anche drastici» per fermare eventuali proteste e
contestazioni.
Mentre il Cavaliere lancia il suo anatema contro i no
global, da Torino il Capo dello Stato arriva il sobrio
messaggio di Carlo Azeglio Ciampi, che oggi "taglierà
il nastro" dei giochi olimpici sulla neve: «Gli atleti
di tutto il mondo - dice il Capo dello Stato - devono
testimoniare che la convivenza pacifica non è solo
possibile ma è anche fonte di ricchezza e crescita per
tutti». Un appello risvolto anche a chi vorrebbe
trasformare le Olimpiadi in un terreno di scontro
sociale e di protesta.
E invece Ciampi è convinto che le Olimpiadi devono
essere «una grande opportunità per rinsaldare valori
come l’amicizia, la tolleranza, al solidarietà, la
pace». Da parte sua, Berlusconi scegli un approccio
diverso e attacca frontalmente i no global, con il
chiaro intento di mettere in imbarazzo il
centrosinistra. «E’ una cosa che non si è mai vista,
credo che siano 2700 anni che non si vedeva ciò che
sta accadendo in Italia. E’ una cosa veramente
impossibile», incalza il premier, riferendosi agli
agguati tesi dai no global alla fiaccola olimpica.
«Dichiarazioni irresponsabili. E’ da sciocchi soffiare
sul fuoco», replicano a raffica gli esponenti del
centrosinistra. Ma Berlusconi non la pensa così.
«E’
inconcepibile che non si possa comunicare il percorso
del tedoforo per evitare le proteste», dice a sostegno
delle sue tesi. Ma quello che, più di tutto, brucia è
l’immagine che l’Italia offre al mondo: «Ci stiamo
presentando malissimo su tutte le tv del mondo». Da
qui l’idea di un «appello vibrante a tutti gli
italiani affinché non facciamo il male di noi stessi
e, in un’occasione come le Olimpiadi, l’Italia non
appaia come l’unico paese al mondo che non vuole i
giochi».
Dovrebbe essere un appello in tv, sulla falsariga di
quello del Capo dello Stato. Ma Berlusconi oggi non
sarà alla inaugurazione delle Olimpiadi: quindi sta
valutando di lanciare un messaggio ad hoc che
rischierebbe però di togliere la scena alla festa con
Ciampi. «Ancora non c’è nulla di deciso. Stiamo
valutando la cosa», spiega al Secolo XIX il portavoce
Paolo Bonaiuti, giunto nel tardo pomeriggio alla
Camera per votare la fiducia.
Ma il centrosinistra vede nella mossa del Cavaliere il
rischio di gettare altra benzina sul fuoco delle
proteste. Enzo Bianco, presidente del Copaco, il
Comitato di controllo parlamentare sui servizi, va con
la mente al clima che precedette il G8 di Genova «Ci
fu tutto quel rullare di tamburi, che fece crescere la
tensione e aprì così la strada agli scontri», osserva
Bianco con il Secolo XIX.
Secondo l’ex ministro degli Interni di centrosinistra,
«In casi come questo e come fu per il G8, meno si
accendono i riflettori, meglio è». «Bastavano le
parole di Ciampi, certi appelli sopra le righe mi
sembrano francamente irresponsabili», dice Bianco, Il
quale è convinto che gli allarmi del Viminale e di
Berlusconi possano avere un effetto contrario a quello
desiderato. Come lui la pensa il ds Massimo Brutti:
«Non ci sono motivi di allarmarsi, non ci sono
informazioni precise su possibili attacchi. E quindi
calma e sangue freddo».
Il centrodestra è schierato con Berlusconi. E il vice
presidente del Copaco Maurizio Gasparri prende le
distanze dall’invito alla calma diffuso dal presidente
Bianco: «C’è il rischio di una serie di proteste
clamorose». Ma anche Gasparri sostiene che «non ci
sono al momento preoccupazioni specifiche» riguardo a
una minaccia terroristica. Un qualche corto circuito
nella Cdl ci dev’essere se, poco dopo, il
Guardasigilli Roberto Castelli va in tv e afferma a
cuor leggero: «Non ci preoccupano i no global, ma c’è
il serio rischio di un attentato terroristico di
matrice islamica».
A sua volta, Berlusconi rilancia il rischio no global
e cerca di mettere in imbarazzo il centrosinistra. Ma
l’Unione rispedisce al mittente gli appelli del
premier: «Capisco la campagna elettorale ma soffiare
sul fuoco in questo modo è da irresponsabili», ribatte
il ds Marco Minniti. «Andando avanti così, Berlusconi
bollerà come sovversivi tutti quelli che hanno da fare
una qualche critica al suo governo e alla sua
politica, cioè quasi tutti gli italiani», taglia corto
Fausto Bertinotti, per niente imbarazzato dalla
presenza del no global Francesco Caruso nelle sue
liste.
Secolo XIX