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Bertinotti Presidente, alla Camera è tempo di giacobinismo linguistico
Publie le mercoledì 31 maggio 2006 par Open-PublishingSullo scranno più alto di Montecitorio arriva Fausto Bertinotti e apporta la prima innovazione semantica. Il Presidente della Camera, infatti, sceglie di cambiare nome agli "onorevoli" che per lui sono "deputati".
Questa innovazione linguistica Bertinotti l’ha messa in atto fin dal primo istante del suo insediamento. Fino ad ora, però, il dissenso dell’Assemblea si era limitato solo a un vociare tra i diretti interessati. Ma martedì l’onorevole Gerardo Bianco della Margherita non ha resistito più e ha denunciato l’oltraggio alla ripresa pomeridiana dei lavori a Montecitorio. A presiedere l’aula è Giulio Tremonti: «Onorevole Bianco, a lei la parola». Tanto è bastato all’onorevole, o meglio al deputato, per snocciolare davanti all’ex ministro dell’economia richieste e motivazioni sul termine da lui impiegato. «Lei usa, signor presidente, il termine "onorevole" che si rifà alla tradizione inglese, in quest’aula, invece, c’è stata un’innovazione linguistica, "deputato", che si richiama alla cultura di tipo francese».
«Deputato io mi sento poco», aggiunge Bianco, anche perché con la nuova legge elettorale «mi sento un po’ senza precisa identità: sono un semplice delegato dal partito che mi ha messo in lista in un certo posto». Insomma, è categorico il "neo deputato", secondo lui «la rivoluzione linguistica» apportata da Bertinotti «può creare confusione». Bisogna stabilire, conclude, se ci si attiene «alla rivoluzione giacobina o alla cultura anglosassone». Sembra che il linguaggio bertinottiano si riferisca alla rivoluzione giacobina con accenti di genere, e allora insorgono anche le donne di Forza Italia contro la ventata d’innovazione presidenziale: «Voglio sostenere la richiesta di Bianco- prende la parola Mariagrazia Siliquini- anche come esponente femminile, non voglio essere chiamata deputata». Dunque sembra che "onorevole" sia il termine preferito bipartisan e bisex.
Così spetta al liberale Tremonti concludere il dibattito linguistico, difendendo il giacobino Bertinotti: «Ho compreso il richiamo semantico. Il Presidente Bertinotti ha introdotto la cifra "deputato" in termini credo non imperativi, non categorici», chiarisce l’ex ministro, che si riserva di riferire al Presidente di non rifarsi troppo a quel sistema di uguaglianza francese cui il termine "deputato" rischia di ricondurre l’aula. Ma Gerardo Bianco non ci sta e propone che il chiarimento si faccia nell’Ufficio di Presidenza. Per «uniformità linguistica».