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Bianca Bracci Torsi: intervento al CPN del PRC del 23 febbraio 2008

Publie le giovedì 28 febbraio 2008 par Open-Publishing

Comitato politico nazionale del 22/23 febbraio 2008 - Intervento di Bianca Bracci Torsi(essere comunisti)

di Bianca Bracci Torsi

su redazione del 22/02/2008

"Voglio il rispetto politico, non il rispetto per le emozioni"...

Posso essere d’accordo col programma – almeno così com’è stato espresso, riassunto da Giordano oggi. Purtroppo avremmo dovuto discuterlo prima.

Non ci si dica che si discuterà venerdì prossimo, perché venerdì prossimo dovranno essere già stampati un po’ di volantini, se dobbiamo fare la campagna elettorale, altrimenti mi pare veramente improbabile che si riesca a fare un buon lavoro.

Sono d’accordo sull’accentuazione del lavoro in tutti i suoi aspetti e sul rischio di americanizzazione. A tale proposito vorrei sottolineare che in Italia abbiamo già dei presupposti:

 il tentativo del bipartitismo, ovviamente;
 la presenza dominante del Vaticano e della Confindustria, quindi i padroni (scusate il termine desueto, ma io uso questo) e la religione;
 la presenza di gruppi di destra, che sia che esprimano fondamentalismi religiosi, o razzismo o omofobia (comunque, tutti, anticomunismo) sono gruppi di origine, di discendenza fascista. Sono gruppi che imperversano nel nostro paese come già sono presenti e riconosciuti negli Stati Uniti.

Ho trovato invece insufficiente l’analisi del governo. Se non ammettiamo che l’analisi e le conseguenti proposte votate a maggioranza al congresso di Venezia sono state smentite dai fatti è un po’ difficile arrivare ad un’analisi di questo governo.

Ma ammetterlo significherebbe, probabilmente, ammettere che in quell’analisi e in quelle proposte c’era qualcosa di sbagliato, o di insufficiente. E questo, a quanto pare, non si può dire (vabè).

Condivido la scelta della lista unica, ma gradirei che le ragioni di questa scelta fossero argomentate un po’ di più sulla necessità derivante da una legge elettorale, evitando di dare l’impressione di un allineamento alle aggregazioni della destra e del centro (aggregazioni di destra e al Pd, eventualmente), perché in qualche caso l’esaltazione di questa lista unica può dare l’impressione che ci si sia voluti in qualche modo allineare, sia pure con un contenuto di contrapposizione.

Non condivido invece, nel merito e nel metodo (ma nel metodo ne hanno parlato già molto bene prima di me Mantovani, Crippa ed altri) l’esclusione del simbolo della falce e martello.

Non mi convince che la forza più forte (scusate il bisticcio) di questa coalizione dica di non voler essere schiacciante sulle altre forze. Non voler essere schiaccianti è giusto, è un nobile principio, ma da qui ad autocancellarci... In mezzo possono esserci delle “fasi intermedie”.
Si è escluso – non dopo un dibattito, ma su nostra nobile proposta! – proprio il solo simbolo dei due più forti partiti di questa coalizione (che siamo noi e i Comunisti Italiani).

 L’arcobaleno (anche in sé, come parola, per chi non lo capisse) richiama i Verdi;

 la scritta “sinistra” ricorda Sd;
 gli unici a non essere in qualche modo presenti in questo simbolo né con una parola, né con un disegno, siamo proprio noi, i partiti comunisti, ma soprattutto il nostro partito, un partito che si chiama Rifondazione comunista.

Questo elemento è aggravato dalla direttiva ripetuta oggi del compagno Giordano di costruire nel corso della campagna elettorale la sinistra unita e plurale, cioè la sinistra Arcobaleno, e le case della sinistra.

Alcuni compagni dirigenti dei comitati regionali o di grosse federazioni hanno già sottolineato nella direzione precedente che in campagna elettorale è difficile fare qualche altra cosa che non sia cercare consensi e voti.

È abbastanza se si riesce a far bene questo, quindi costruire queste cose durante la campagna elettorale mi sembra improbabile.
Oltre a questo, mi pare grave che non si sia nemmeno citato il tesseramento al nostro partito (tesseramento che quest’anno è iniziato in ritardo). Non è una cosa importante da fare, forse?

Si fa poco anche quello in campagna elettorale, ma insomma, mi sembrerebbe un elemento da tenere presente.

Ritengo inoltre inaccettabile, questo davvero inaccettabile, l’accusa di strumentalizzare in vista del congresso quelli che vengono chiamati “le emozioni, i sentimenti di compagni e compagne, emozioni e sentimenti da rispettare”.

 Prima di tutto non c’è bisogno di strumentalizzare in fase congressuale, perché, come tutti sappiamo, lo sconcerto, l’arrabbiatura sulla mancanza della falce e martello è assolutamente trasversale alle mozioni, ai gruppi, alle posizioni politiche. Si ritrova in ogni parte di questo partito.
 In secondo luogo io rifiuto (mi sento francamente offesa) di dover meritare il rispetto per le emozioni. Io credo che la scissione tra testa e cuore sia uno degli elementi che hanno dato grandi successi in letteratura, ma che in politica sia un fatto da rifiutare assolutamente.

Io non credo all’emozione per cui uno è affezionato alla falce e martello.
Credo a una convinzione profonda che, certamente, come tutte le convinzioni profonde, ha anche un risvolto personale e quindi passionale, che si esprime maggiormente nei momenti in cui questa concezione la si vede in pericolo o si sospetta un dubbio di pericolo. Questo dobbiamo tenere presente.

Non voglio il rispetto. Sì, il rispetto lo vogliono tutti, è un fatto comune, tranne proprio in casi spaventosi, il rispetto è dovuto a tutti quanti.
Ma non voglio il rispetto delle emozioni, bensì il rispetto delle posizioni politiche.

La campagna elettorale la faremo tutti.
Certo, ci diranno, se andrà male, che la colpa è di chi non l’ha fatta con entusiasmo.

Ma l’entusiasmo non si può suscitare per decreto o per un voto di maggioranza, questo è evidente.

Comunque la campagna elettorale la faremo tutti. La faremo tutti con passione.

Io credo che la faremo sul programma che ci verrà posto, sul candidato premier (anche non condividendolo, magari). Si fanno queste cose, non è la questione del voto quella dirimente.

E per le elezioni amministrative, dove sono previste le preferenze, credo che la faremo principalmente per i candidati del nostro partito. Questo mi sembra legittimo.Penso che anche le altre componenti di questa sinistra faranno la stessa cosa, mi sembrerebbe stranissimo se non lo facessero.
Lo faremo tutti insieme, e andremo tutti insieme al congresso: senza strumentalizzare, ma per confermare o sconfermare che questo partito è quello a cui tutti insieme abbiamo dato tanto slancio e tanta condivisione a Carrara.