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Bilancio lotta alla Smalti Modena

Publie le mercoledì 13 aprile 2005 par Open-Publishing

cari compagni

da qualche giorno si è conclusa la vertenza alla Smalti Modena. vi invio
pertanto queste righe di bilancio e riflessione sulla lotta che abbiamo
portato avanti nelle scorse settimane convinto che da questa esperienza si
possano e debbano trarre insegnamenti fruttuosi per il futuro.

saluti di lotta

Paolo Brini Comitato Centrale Fiom-Cgil rsu Smalti Modena


Smalti Modena: una vertenza piena di insegnamenti

Nelle scorse settimane i lavoratori della Smalti Modena sono stati
protagonisti di una durissima lotta in difesa del proprio posto di lavoro.
A pochi giorni dalla conclusione di quella vertenza diviene utile oltre che
necessario trarre un bilancio che possa divenire patrimonio per tutti quei
lavoratori che saranno chiamati ad affrontare le medesime battaglie nel
prossimo periodo.

Dopo che la Direzione aziendale aveva comunicato alle Rsu (in data 21-2-05)
l’intenzione di chiudere uno dei due stabilimenti dell’impresa
licenziandone le maestranze in forza (circa una trentina di operai su
ottanta totali) i lavoratori della Smalti sono scesi in lotta dimostrando
da subito grande determinazione.
Il primo aspetto di cui ci siamo preoccupati come Rsu era che la nostra
lotta non restasse isolata, pena la facile libertà di manovra da parte di
padrone e Confindustria nel stancare e demoralizzare i lavoratori. Perciò
fin dal primo sciopero abbiamo chiamato davanti ai cancelli e coinvolto nei
picchetti e blocchi stradali, delegati e lavoratori di altre aziende. Non
solo, dato l’irrompere sempre più palese nella provincia di Modena della
crisi industriale in tutti i suoi settori cardine diveniva per noi centrale
tentar di collegare la nostra lotta con quella delle altre aziende nella
medesima situazione. Da subito per tanto abbiamo avanzato la parola
d’ordine dello sciopero generale provinciale di tutte le categorie contro i
licenziamenti e la costituzione di un coordinamento di tutti i delegati e
lavoratori delle aziende in lotta e/o che volevano darvi sostegno. Con una
battuta si potrebbe dire che su cinque giorni di sciopero fatti, solamente
uno, l’ultimo (il 11\3\05), e per la ragione di voler colpire al cuore le
consegne, ci ha visti sostare tutto il giorno davanti ai cancelli. Degli
altri quattro, due si sono svolti con blocchi stradali talmente duri da
indurre il prefetto ad intervenire e chiedere pubblicamente alla
Confindustria di trovare una soluzione alla vertenza. Uno si è svolto in
concomitanza con uno sciopero generale provinciale contro gli infortuni sul
lavoro al cui corteo la Smalti si è posta alla testa e l’altro ha visto il
direttivo della Fiom di Modena ospitare e portare solidarietà ai lavoratori
della Smalti in lotta.
Con il medesimo obbiettivo di estendere la lotta e le pressioni
sull’azienda, abbiamo scritto e diffuso a livello nazionale un appello di
solidarietà. Abbiamo altresì dato vita ad una cassa di Resistenza che,
raccogliendo più di 1300 euro in meno di 2 settimane, si è dimostrata forse
una delle poche davvero funzionali sul territorio nazionale oltre che
un’occasione per tanti lavoratori di dimostrare tutto il loro sostegno alla
nostra causa.

All’inizio della vertenza si è posto all’Rsu il problema di quali
rivendicazioni alternative fare all’azienda. Proposte che da un lato
avrebbero dovuto risolvere il problema degli esuberi senza rappresentare un
onere per le maestranze e dall’altro avrebbero dovuto essere percepite come
raggiungibili (e dunque per cui potesse valer la pena scioperare) dai
lavoratori di una fabbrica come la Smalti, tutto sommato abbastanza piccola
e con poca esperienza di "lotta dura": in una parola era necessaria una
rivendicazione in grado di raccogliere la disponibilità di tutti i
lavoratori a lottare.
Così la richiesta da noi avanzata è stata di attuare la riduzione d’orario
di lavoro a parità di salario, tramite l’applicazione dei contratti di
solidarietà e la loro integrazione salariale da parte dell’azienda
medesima. Dato che il padrone i profitti li aveva sempre fatti e li
continuava a fare sul nostro lavoro, stavamo richiedendo solo ciò che ci
spettava.
Proponendo i contratti di solidarietà ci siamo immediatamente scontrati con
un veto politico da parte della Confindustria anche solo ad ascoltare
questa ipotesi. La ragione era più che comprensibile: la linea dei padroni
è e deve rimanere quella che la crisi si affronta tramite i licenziamenti
punto e a capo.

Durante tutto il periodo della vertenza i lavoratori della Smalti hanno
dato dimostrazione di grande unità e coesione. Certo talvolta vi sono state
difficoltà nel mantenere compatti gli scioperanti, le paure e le incertezze
per come si sarebbe conclusa la vicenda non sono mancati, ma ogni qual
volta si è deciso di passare all’azione tutti hanno risposto compatti.
Proprio grazie a questa determinazione, rabbia e radicalità l’azienda e la
Confindustria, dopo aver scelto in un primo momento la strada dei
licenziamenti coercitivi e unilaterali, si sono indotti a più miti consigli
ed hanno aperto una trattativa.
Infatti dopo il quinto sciopero e sotto il rischio di vedersi perdere
commesse e dover pagare penali, l’azienda ha riconvocato l’Rsu e la Fiom
per riaprire la trattativa.

Dopo aver abbandonato la linea perdente "del bastone", l’azienda accetta di
rinunciare a licenziamenti coercitivi e gioca la carta dell’incentivo
all’esodo. All’inizio della vertenza il padrone era disposto ad offrire 5
mila euro a chi sceglieva volontariamente la mobilità, in seguito è passata
a 7500 per poi finire con 11mila. A questo punto, pur avendo noi ribadito
agli operai la nostra disponibilità come Rsu a lottare innanzitutto per la
difesa dei posti di lavoro, 32 lavoratori si sono resi disponibili a
mettersi volontariamente nelle liste di mobilità. Come Rsu non abbiamo
potuto fare altro che prenderne atto, 32 lavoratori accederanno alla
mobilità esclusivamente in base alla volontarietà (senza perciò alcun
riferimento a quelle "esigenze tecnico produttive" che troppo spesso in
passato hanno indotto anche la Fiom a firmare accordi di mobilità di fatto
imposte e non volontarie). Questo ha segnato la conclusione della vertenza.

La lotta alla Smalti ha creato in queste settimane un attenzione sul
problema sociale della crisi industriale probabilmente senza precedenti a
Modena negli ultimi anni. Ciò è dimostrato sia dalla partecipatissima
assemblea pubblica organizzata dal Prc in sostegno alla vertenza che dai
diversi odg in nostro sostegno che consigli comunali e provincia hanno
approvato a larghissima maggioranza. La vittoria sul piano politico
riportata da questa lotta è inequivocabile e sotto gli occhi di tutti.
D’altronde se, come si sta cominciando a valutare, il prossimo mese sarà
indetto uno sciopero generale confederale della provincia di Modena contro
la crisi industriale, una buona fetta del merito appartiene alla
meravigliosa lotta portata avanti dagli operai della Smalti Modena.

Tuttavia, giunti a questo punto, diviene più che naturale chiedersi quali
ragioni hanno spinto lavoratori che nei giorni precedenti avevano
dimostrato una così grande combattività e risolutezza a cedere di fatto
alle prime concessioni proposte dall’azienda ed accettare come soluzione la
mobilità incentivata. Ovviamente in situazioni di questo genere
innumerevoli motivazioni di carattere personale si accavallano. Tuttavia mi
pare che il prevalere di scelte di carattere individualistico sia dipeso da
una ragione politica fondamentale: la lotta alla Smalti Modena è rimasta di
fatto isolata. Dopo aver condotto una lotta così dura per settimane in un
contesto nel quale i lavoratori stavano sempre più percependo di combattere
da soli una battaglia impari contro l’intera Confindustria modenese, è
stato più che normale cominciare a guardarsi in torno e riflettere se non
vi fossero altre soluzioni, meno onerose e di più semplice prospettiva, per
far fronte alla situazione. L’appello allo sciopero generale ed al
coordinamento delle aziende in lotta pur avendo trovato il sostegno a
parole del sindacato sono rimaste a tutt’oggi lettera morta. Se si aggiunge
che alla ripresa della trattativa il sindacato ha scelto la strada di
risolvere il problema degli esuberi prima con la mobilità volontaria e poi
eventualmente con altri strumenti, anziché fare l’esatto opposto, si può
ben capire quali condizioni abbiano portato la vertenza ad un epilogo che
di certo, pur avendo rispettato il volere dei lavoratori e respinto ogni
ipotesi di licenziamento coercitivo, non può ritenerci del tutto
soddisfatti. Opporsi ai licenziamenti non basta, è il tipo di strategia che
si è disposti a mettere in campo che determina l’esito dello scontro con i
padroni. La lotta alla Smalti avrebbe potuto rappresentare per il sindacato
una vertenza pilota, ma si è scelto altrimenti e l’occasione è stata persa.

Comunque sia finita, la nostra convinzione è che questa lotta abbia
contribuito a dimostrare che anche in periodi di crisi è solo la lotta a
pagare. La nostra speranza è che a partire da questa vertenza si apra una
discussione seria ed approfondita nel movimento operaio sul fatto che la
crisi industriale può essere superata dai lavoratori solo se si percorre la
strada della lotta di classe e se si avanzano parole d’ordine "di rottura"
come la riduzione dell’orario a parità di salario o la nazionalizzazione
sotto controllo operaio. Che da questa vertenza si traggano fruttuose
lezioni per le lotte di oggi e di domani.

A nome dei lavoratori Smalti Modena un sentito ringraziamento alle
innumerevoli rsu e semplici operai che ci hanno sostenuto inviando messaggi
di solidarietà e denaro alla nostra cassa di resistenza