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Bloccata Fincantieri. «Adesso l’integrativo»

Publie le giovedì 13 novembre 2008 par Open-Publishing

Bloccata Fincantieri. «Adesso l’integrativo»

di Alessandra Fava

Riuscito in tutta Italia lo sciopero Fiom

Il blocco della Fiom alla Fincantieri è riuscito in tutta Italia. La produzione è stata fermata nei cantieri di Monfalcone, Marghera, Ancona, Palermo, Castellamare di Stabia, Sestri Ponente, Riva Trigoso e Muggiano e nelle sedi amministrative e di progettazione di Genova e Trieste. Alle mobilitazioni hanno aderito lavoratori diretti, in appalto e subappalto e iscritti agli altri sindacati come la Fim-Cisl. Solo stamattina riprendono le attività dei 9 mila diretti e almeno 15 mila lavoratori in appalto sparsi per l’Italia, in vista di un quarto incontro con l’azienda martedì prossimo sul contratto integrativo scaduto a maggio.

«E’ stato un grande successo dappertutto - commenta il coordinatore nazionale Fiom-Cgil della cantieristica navale, Sandro Bianchi - Per noi è uno sciopero che ha un significato importante. Primo perché Fincantieri negli ultimi incontri ha presentato una vera e propria contro-piattaforma, che esprime la linea di Confindustria: niente aumenti, niente cifra fissa, solo un salario variabile con una variabilità a rischio». Secondo punto, rimarca Bianchi, la partecipazione col blocco totale dei cantieri è una risposta forte a chi diceva che lo sciopero non serviva a niente. E infatti ci sono state adesioni fortissime ovunque, anche tra iscritti alla Fim.
La giornata di mobilitazione è partita alle 6 a Marghera e Monfalcone, qui con nutrita presenza di polizia nel primo cantiere, senza però che si sia verificato alcun incidente. Ad Ancona hanno fatto uno sciopero a scacchiera, reparto per reparto, per 30 minuti bloccando per mezz’ora i settori strategici. In Liguria si è scelta la modalità dello sciopero a singhiozzo, nelle prime tre ore di turno. A Sestri Ponente - che conta 850 lavoratori diretti e 2 mila in appalto (con punte di 2500) - alle 9 operai, impiegati e tecnici hanno bloccato i cosiddetti «scalandroni», le rampe di accesso alla nave, in questo caso una Costa da consegnare nel 2009, un’Oceania e anche a un troncone di una terza nave.

Tutto è partito da un’assemblea in mensa l’altro ieri nella quale i sindacalisti hanno spiegato che si scioperava anche per i lavoratori in appalto e subappalto, sfruttati alla grande come hanno dimostrato diversi episodi negli ultimi anni: dalla rissa tra un falegname e il titolare della sua ditta che non lo pagava da mesi, denunciato dalla Filcem, fino alla vicenda risolta solo nei giorni scorsi (grazie a prefetto e Confindustria) dei mancati pagamenti di una ditta che terminato un subappalto nei cantieri liguri doveva ancora 70 mila euro a una sessantina di persone. A Riva Trigoso, come al Muggiano a Spezia, i lavoratori ieri hanno stoppato le portinerie creando una coda lunghissima di camion e c’è stata anche una scaramuccia intorno a una troupe tv che i lavoratori accoglievano e le guardie del cantiere tentavano di allontanare.

La mobilitazione nazionale, come spiega anche Bruno Manganaro della Fiom genovese, «è un messaggio all’azienda con la quale abbiamo un incontro nazionale martedì prossimo, il 18 novembre. Se Fincantieri si ripresenta con le stesse condizioni, faremo altre proteste. Sinora hanno dato soldi agli azionisti, ora anche i lavoratori hanno diritto ad avere qualcosa». Quel qualcosa per la Fiom si traduce nelle richieste di una piattaforma approvata a maggioranza assoluta in un referendum tra i lavoratori lo scorso luglio, che prevede un aumento di 315 euro al mese per i dipendenti diretti e di una quota da suddividere tra i lavoratori delle ditte in appalto non ancora quantificata ma leggermente inferiore a quei 315. «L’azienda ha commesse di navi sino al 2010 e non conosce ancora crisi - spiega Manganaro - Scarica le sue incapacità organizzative sui lavoratori puntando sulla flessibilità e chiedendo di aumentare la produzione del 30-40% ». A rischio sono sempre di più gli interni, compresi gli ingegneri. Persino la progettazione negli ultimi due anni è stata appaltata a pezzi, all’esterno.