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Bologna, l’assedio di Bertinotti a Cofferati

Publie le domenica 23 ottobre 2005 par Open-Publishing

Polemiche nella città roccaforte della sinistra

Il segretario del Prc ai suoi: iniziative sconcertanti, mobiliteremo sfrattati, fuori sede e ambulanti

È come un’onda lunga. Inarrestabile. La polemica sulla linea «dura» di Sergio Cofferati nei confronti delle baraccopoli abitate dagli stranieri, unita a quella sui lavavetri e sulla «legalità» in generale, è ormai diventata un caso nazionale. Per la sinistra prima di tutto. Ieri un autorevole esponente di Rifondazione comunista, come Giuliano Pisapia, ha sparato a zero contro l’ex segretario della Cgil: «La legalità di Cofferati è incostituzionale: come può un rappresentante degli enti locali ritenere che non sia fuori legge in uno Stato democratico la presenza di persone senza casa e senza un’accoglienza degna di un Paese civile?».

MANIFESTAZIONI CONTRO - Ma più di lui aveva detto il giorno prima Fausto Bertinotti durante una combattuta direzione del Prc, un’assemblea che ovviamente non poteva ignorare la vicenda bolognese. Da una parte la minoranza del partito all’attacco: «Caro Fausto, se non usciamo ora dalla giunta, quando?». Dall’altra lo stesso segretario, deciso a portare avanti una nuova strategia contro la linea del compagno Sergio: «Come definire se non sconcertanti le prese di posizione di un sindaco che interpreta la legalità con lo sgombero di povere persone che non sanno dove andare?». E via, l’annuncio della controffensiva: «Certo, sta alla federazione di Bologna decidere cosa fare. Ma a mio giudizio più che andare via o restare in giunta il problema è creare una mobilitazione tale da creare ostacoli alla realizzazione di certi disegni».

In altre parole: il 2 novembre Cofferati decide di discutere della legalità in consiglio comunale? «Allora noi facciamo una manifestazione degli sfrattati sotto le finestre del Comune». E così dicendo. «Faremo lo stesso» con i fuori sede che non hanno alloggio e con gli ambulanti che non riescono a regolarizzarsi. Insomma, «creiamo una dialettica tra le istituzioni e il movimento». Vista anche la buona accoglienza incassata da Bertinotti a Bologna durante la campagna per le primarie.

MALDIPANCIA A SINISTRA - Ce n’è abbastanza per alimentare una guerra senza esclusione di colpi, tutta interna alla sinistra. Là dove non è solo il Prc a contrastare la nuova linea cofferatiana. Venerdì l’ex sindaco diessino, Guido Fanti, è stato durissimo: «Dovremo chiedere scusa ai rumeni del Lungoreno». E tutta la Quercia bolognese è in fibrillazione. I cattolici si inquietano e le associazioni che si occupano di «diritto alla casa», come l’Iai, esigono «l’immediata rilocazione, concordata e adeguata, delle persone sgomberate».

Lo scrittore Edmondo Berselli difende il sindaco: «Ha un suo disegno e lo realizza senza lasciarsi condizionare dai veti dei partiti». L’Arci invece protesta: «È sbagliato risolvere i problemi sociali con misure repressive». Conclude il verde Paolo Cento citando Nanni Moretti: «Il sindaco di Bologna dica finalmente qualcosa di sinistra. O almeno di centrosinistra».

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