Home > Bolzaneto e Diaz colpo di spugna per legge
di MARCO PREVE
Le violenze, le brutalità, le privazioni dei diritti, i misteri della
scuola Diaz e del carcere di Bolzaneto avranno certamente una verità
storica, forse una politica, ma difficilmente potranno contare su quella
giudiziaria. La cosiddetta legge salva-Previti che cambia i tempi delle
prescrizioni per i reati del codice penale, e che sta per essere approvata,
oltre a garantire un colpo di spugna ai casi di corruzione, rischia di
lasciare insoluto quello che può essere definito come un incredibile
"giallo di massa". Perché solo il più abile dei detective, potrebbe
riuscire a svelare le oscure ragioni che spinsero decine di rappresentanti
delle forze dell’ordine, e molti in posizioni di vertice, a inventare
accuse, picchiare o lasciare che venissero picchiati dei semplici sospetti,
abolire garanzie costituzionali riconosciute da trattati internazionali,
umiliare, minacciare, costruire prove fasulle, falsificare atti. Deviazione
collettiva, black out della democrazia, senso di onnipotenza, precise
direttive, esagerazioni della stampa?
Forse non lo sapremo mai, almeno con la certezza di una sentenza ufficiale,
definitiva. La Cirielli, infatti, una volta approvata non garantirà neppure
una pronuncia di primo grado per la vicenda di Bolzaneto - la caserma del
reparto mobile trasformata in un carcere temporaneo - mentre per il blitz
al dormitorio del Genoa Social Forum, la scuola Diaz appunto, si può
sperare in una sentenza per i reati di falso e calunnia, mentre la
prescrizione potrebbe interrompere, prima della fine delle udienze, il
procedimento per le imputazioni di abuso e lesioni.
Se la legge "spazza processi" verrà approvata, vanificherà quattro anni di
indagini, centinaia di interrogatori, e migliaia di pagine di atti scritti
dai pm Patrizia Petruzziello, Vittorio Ranieri Miniati e Francesco Pinto
per Bolzaneto, Francesco Cardona Albini ed Enrico Zucca per la Diaz.
Nell’inchiesta per la prigione speciale del G8 che venne realizzata, con
l’approvazione della procura di Genova dall’Amministrazione Penitenziaria,
le accuse sono: abuso d’ufficio, minacce, violenza, percosse, ingiurie,
omessa denuncia, falso ideologico, abuso di autorità contro arrestati o
detenuti. Ad esclusione del falso che si cancella dopo 7 anni e mezzo (ma
la contestazione è un aspetto secondario della vicenda), gli altri reati si
estinguono dopo 6 anni, quindi la scadenza nel luglio 2007 vedrà quasi
sicuramente il processo in pieno svolgimento.
La prima udienza contro i 44
imputati è, infatti, fissata per l’ormai prossimo 12 ottobre, e pur con un
calendario concentrato, tra i quasi 500 testimoni (molti stranieri) e le
raffiche di istanze, tra due anni sarà ancora in alto mare. Sempre il 12
ottobre riprenderà il processo della Diaz contro 28 poliziotti, molti dei
quali alti funzionari. La Cirielli, in questo caso, rischia di calare come
una scure. Per il falso e la calunnia, che sono le imputazioni per le
molotov introdotte nella scuola dalla polizia, la prescrizione è passata da
15 anni a 7 anni e mezzo.
Il dibattimento si è aperto ad aprile ed ha
subito un lungo rinvio. Sono previste 200 udienze, e se si può ipotizzare
di restare nei tempi per una sentenza di primo grado per il falso e la
calunnia, la Cirielli potrebbe invece portare all’archiviazione delle
imputazioni di lesioni aggravate in concorso e abuso d’ufficio. Quelle che
vedono imputati i celerini romani guidati da Vincenzo Canterini. I
poliziotti mascherati che spaccarono teste e gambe nel buio, e nel buio
della Cirielli scompariranno.
Lavoro repubblica