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Bush smentito sui dieci attentati sventati. L’Intelligence Usa: non è vero

Publie le sabato 8 ottobre 2005 par Open-Publishing

di Bruno Marolo

Gli americani hanno un dubbio e una certezza. Il dubbio, è che i terroristi preparino nuove stragi. La certezza, è che la loro sicurezza è affidata a una banda di pasticcioni incompetenti, dal presidente in giù. Gli esperti dell’antiterrorismo hanno sbugiardato George Bush, che giovedì aveva parlato a sproposito di 10 presunti complotti di Al Qaeda sventati nel mondo. Il ministero della Sicurezza interna ha smentito il sindaco di New York Michael Bloomberg, che aveva atterrito milioni di pendolari lanciando un allarme infondato sul rischio di un attentato nella metropolitana. Ieri un nuovo falso allarme bomba, è stato evacuato il Washington Memorial, l’obelisco di 170 metri che si trova davanti alla Casa Bianca. Ma non c’era traccia di ordigni.

Il discorso di Bush era stato scritto per il quarto anniversario dell’11 settembre, ma quel giorno il presidente aveva preferito tacere. Dopo l’uragano Katrina non aveva osato vantarsi di avere mandato in Iraq le truppe di cui ci sarebbe stato bisogno a New Orleans. Ha aspettato 25 giorni, e avrebbe avuto il tempo di capire le parole preparate per lui. Quanto ha sostenuto che dopo l’attacco alle Torri gemelle altre 10 operazioni di Al Qaeda erano state sventate, e cinque stroncate sul nascere, gli ascoltatori si sono domandati cosa diavolo stesse dicendo. Tutti gli organi di informazione americani nei primi resoconti hanno ignorato la frase, in attesa di chiarimenti.

Dopo molte ore, la Casa Bianca sotto pressione ha distribuito una paginetta con un elenco di 10 presunti complotti: tre negli Stati Uniti, tre in Gran Bretagna, tre in Medio Oriente e uno in una «località turistica» imprecisata. Storie vecchie e non verificabili. I giornali, come il Los Angeles Times, che si sono dati la pena di controllare presso i servizi di sicurezza hanno ottenuto la stessa risposta a tutti i livelli: dopo il 2001 non è stato scoperto alcun piano dei terroristi in fase operativa. La Casa Bianca, fonte un tempo autorevole, cita due tentativi di ripetere l’impresa dell’11 settembre con altri aerei dirottati: nel 2002 sulla costa del Pacifico e nel 2003 sulla costa atlantica. A prima vista sembra una rivelazione sconvolgente. Poi si scopre che è ripresa dal rapporto della commissione d’inchiesta sulle Torri Gemelle, ma isolata dal contesto in modo fuorviante. Secondo il rapporto Khalid Shaikh Mohammed, il vice di Osama Bin Laden, prima del 2001 progettava altri attacchi dello stesso tipo negli anni successivi. Si trattava di piani incompleti e Al Qaeda non tentò di metterli in atto.

Il terzo episodio citato come grave è quello di José Padilla, detenuto da tre anni come «combattente nemico». Il ministero della Giustizia sospetta che avesse l’intenzione di fabbricare una bomba radioattiva ma non ha trovato uno straccio di indizio per incriminarlo, al di là delle cattive intenzioni. Gli altri casi che hanno turbato i sonni del presidente sono ancora meno consistenti: stranieri sorpresi a fotografare ponti e grattacieli, ed espulsi con vari pretesti in mancanza di elementi per sostenere che volessero far saltare il ponte di Brooklyn o la Banca Mondiale. A New York intanto la polizia perquisisce a caso i passeggeri della metro. Dall’Iraq è giunta la segnalazione che tre iracheni, con una ventina di complici in America, preparavano un’azione clamorosa con bombe nascoste in carrozzine per neonati. Ma a quanto pare si trattava solo di chiacchiere sul web.

Il portavoce del ministero della sicurezza interna Russ Knocke ha precisato: «I servizi segreti sono giunti alla conclusione che queste informazioni sono poco credibili. Avevamo informato le autorità locali lunedì». Mark Mershon, direttore dell’Fbi di New York, ha aggiunto: «Le indagini non hanno rivelato alcuna effettiva minaccia per i cittadini».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...