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“C’è bisogno di un partito di sinistra, comunista”

Publie le mercoledì 24 dicembre 2008 par Open-Publishing

“C’è bisogno di un partito di sinistra, comunista”

di Carlo Sandri

Intervista a Claudio Grassi ( Prc). Un anno difficile, dalla sconfitta elettorale alla divisone nel congresso-La crisi economica, lavoratori di nuovo in piazza- Segnali di ripresa del partito con la campagna di tesseramento

Un anno “veloce”, il tempo passa rapidamente, gli eventi si susseguono, l’uno scaccia l’altro. Un anno difficile, “ terribile” dice qualcuno, per Rifondazione comunista.

Il partito, insieme alle altre forze della sinistra di alternativa, subisce una secca sconfitta elettorale, esce dal Parlamento. Un congresso che dura a lungo, troppo a lungo, i cui effetti non sono ancora giunti al capolinea, con una spaccatura verticale che coinvolge parte del vecchio gruppo dirigente, da Giordano , ex segretario,Migliore ex capogruppo alla Camera, a Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e primo firmatario della mozione che si contrappone a quella che vincerà ed esprimerà Paolo Ferrero come segretario. Fausto Bertinotti che si defila e sembra prendere tempo rispetto al dubbio amletico: restiamo o ce ne andiamo insieme e Claudio Fava per dar vita ad un nuovo partito della sinistra? Le urgenze premono: quella di rafforzare il partito, di aprire subito, ora, la campagna di tesseramento per il 2009. Nel delineare il quadro in cui il Prc chiede ai cittadini, ai lavoratori, di prendere la tessera, si potrebbe continuare ad enunciare difficoltà, problemi. Ma Claudio Grassi, membro della segreteria del Prc e responsabile organizzazione, con il quale avviamo una conversazione che spazierà su molti temi, ci interrompe. “ Tutto vero- dice- ma in questo anno difficile c’è anche qualcosa di positivo, ci sono novità importanti. Finalmente il governo comincia ad incontrare una opposizione vera, nel paese, nelle strade, nelle piazze e non quella fatta solo di dichiarazioni e dibattito in Parlamento del Pd e anche dell’Idv che esprime visioni parziali quando siamo invece di fronte a una crisi economica che richiede visioni complessive e iniziative all’altezza. Di assoluto rilievo che la Cgil abbia proclamato lo sciopero generale ,uscendo da una stato di subalternità a Cisl e Uil. Insomma si sta sviluppando un forte movimento nella società che si contrappone alla destra che è riuscita a raccogliere consensi con una politica populista. Noi ci siamo, con le nostre iniziative, come quelle che si propongono come punti di riferimento, simboli se vogliamo, della lotta al carovita”.

Già la crisi, forse viene da molto lontano e anche le forze della sinistra hanno sottovalutato segnali che dovevano mettere in guardia per costruire le necessarie difese e guardare avanti. Con Grassi torniamo a molti anni fa quando Enrico Berlinguer, parlando ad un convegno con personalità del mondo della cultura, pose la necessità di cambiare il modello di sviluppo, di andare oltre il capitalismo. C’erano fra i relatori Giorgio Napolitano, Aldo Tortorella, Asor Rosa. Sono passati trenta anni ma le parole che pronunciò hanno ancora pieno valore, oggi che il tracollo delle economie induce lo stesso mondo di economisti liberal e ultra liberisti a porsi il problema di cogliere l’occasione della crisi per indicare nuove coordinate per la ripresa. “ La crisi- sottolinea Grassi- si è manifestata in modo forte, violento. Dalla borsa alla finanza si è trasferita all’economia reale. I dati Istat, fonte ufficiale, parlano chiaro. Cresce la cassa integrazione, diminuisce l’occupazione, diminuisce la produzione industriale, sono sempre di più coloro che non arrivano alla fine del mese, più del cinque per cento della popolazione ha denunciato una insufficienza di risorse per acquistare cibo. La sinistra alternativa a partire da Rifondazione hanno preso iniziative in controtendenza come la manifestazione dell’11 ottobre. Dobbiamo ricostruire una connessione- prosegue-con il nostro popolo. Dobbiamo andare avanti con le lotte, individuare problemi, avanzare proposte per reperire risorse, partire dai bisogni delle fasce più deboli, dei lavoratori, dei salariati, dei pensionati, dei giovani, delineare un programma per uscire dalla crisi in modo nuovo, alternativo appunto.”. Si, ma dobbiamo chi, quali forze, come si raccordano le componenti della sinistra,dopo la fallimentare esperienza dell’Arcobaleno? “ Il coordinamento fra queste forze- afferma il dirigente del Prc- è la vera proposta. Ci si unisce non per fare un nuovo partito ma per costruire una piattaforma , per indicare obiettivi da conquistare giorno per giorno. L

otta all’evasione , tassazione delle rendite,riduzione delle spese militari, piano per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, rafforzamento degli ammortizzatori sociali,garanzia che chi va in cassa integrazione ha la possibilità di sopravvivere, l’aumento delle pensioni più basse”. Tutto bene, ma il tesseramento come va, quali obiettivi, quali difficoltà? Grassi indica subito lo slogan che percorrerà tutta la campagna, “ il bisogno di comunismo,” oggi più che mai “attuale”. Usa questa parola e risponde anche a chi dall’interno del partito stesso considera superata, vecchia, da “conservatori, questa parola antica, che segna la storia, nel bene e nel male , del mondo contemporaneo. “La globalizzazione, la crisi epocale del capitalismo, la pace e la guerra, la fame nel mondo, il grande esodo migratorio - si chiede- fanno o no tornare in primo piano i valori del comunismo, per i quali ci siamo battuti in Italia, costruendo una grande forza democratica? E non è questa la possibile risposta alla crisi del Pd il cui progetto politico si è andato costruendo sull’occupazione di potere e poi sul mantenimento di questo potere? E l’introduzione di elementi di corruzione nella vita di questo partito nasce e no dal fatto che il progetto non si costruito sulla base di una cultura, di un rapporto creativo con il popolo? Si è fatta tabula rasa di Enrico Berlinguer, gettato alle ortiche quel richiamo alla questione morale, come grande problema nazionale, il gruppo dirigente del Pd ha inviato, come dimostra anche l’ultima direzione un messaggio sbagliato”. “ Noi ci siamo rimessi in movimento- sottolinea- il tesseramento è un momento importante per ridare forza al partito, per rispondere appunto al bisogno di comunismo, ci vuole un partito della sinistra comunista.

La campagna è partita. Le tessere sono state ritirate da tutte le federazioni, partono a gennaio una serie di iniziative con una verifica verso la fine del nuovo mese.” La campagna di tesseramento incrocia il percorso dei “vendoliani” che insieme a Sinistra democratica avviano la consultazione per dar vita ad un nuovo partito,si creano nuove frizioni, nuove difficoltà? “ Sì, tutte le difficoltà che incontrano in un partito quando una componente, non irrilevante, si muove non come una minoranza interna ma ha in mente e opera per un altro progetto, lavora per un’opzione sconfitta dal Congresso, il superamento del Prc: Ma proprio l’ultimo Comitato politico ci lascvia ben sperare: abbiamo approvato conm una consistente maggioranza un documento politico, un ordine del giorno che fa chiarezza sulla presenza delle liste di Rifondazione alle prossime elezioni, un documento sulle vicende di Liberazione. La minoranza si è divisa. Una parte per quanto riguarda le elezioni ha votato un proprio documento, sta dentro il dibattito del partito. Un’altra parte ha scelto di non votare, una nuova presa di distanza dal partito in quanto tale”. Ma con Liberazione come la mettete? Si è aperto un nuovo fronte di scontro con i “vendoliani” che vi accusano di voler vendere il giornale e mandar via il direttore: “ Andiamo alla sostanza del problema. Ci sono debiti da sanare, una testata da rilanciare. Non vogliamo impedire l’autonomia professionale, dei giornalisti,- sottolinea Grassi- ma ritengo del tutto anomalo per un partito investire su un giornale che propone il superamento del partito c he gli consente di vivere”. Forse anche questa “ anomalia” -come dice il responsabile di organizzazione del Prc-richiama il “bisogno di comunismo” .