Home > C’è chi chiude Guantanamo... e c’è chi chiude il Cox18!

C’è chi chiude Guantanamo... e c’è chi chiude il Cox18!

Publie le venerdì 23 gennaio 2009 par Open-Publishing

Qualcuno si sveglia la mattina e compie un primo passo per ripristinare una legalita’ per anni cancellata nel nome di una sempre piu’ pretestuosa "guerra al terrorismo" e inizia con questo atto quello che non potra’ che essere, speriamo, un serio ripensamento su 8 anni di criminale politica interna e internazionale degli USA.
E c’è chi, come il vice sindaco sceriffo milanese De Corato, si alza la mattina e, nel nome di un personale ed interessato concetto di ripristino della legalita’ si aggrappa alla stessa assurda e pretestuosa motivazione dichiarando che "molti centri sociali occupano abusivamente stabili comunali e privati e per alcuni sono emerse contiguita’ con l’area dell’eversione, come risulta dall’inchiesta condotta dal pm Ilda Boccassini sulle Nuove Brigate Rosse. Senza dimenticare la sfrontatezza di infiltrarsi nei cortei, sobillare le piazze o scontrarsi con le forze dell’ordine per impedire una libera e democratica manifestazione in un teatro" (manifestare pacificamente contro chi sostiene i crimini di Israele e’ colpa grave per il "democratico" De Corato!). Salvo poi lasciarsi scappare la vera motivazione: "Quello stabile poteva divenire di proprietà di occupanti abusivi che per un ventennio non hanno mai versato un euro di affitto. Secondo l’articolo 1158 del codice civile bastano infatti 20 anni di possesso continuato per rivendicare poi la proprieta’ di un bene immobile. L’intervento di sgombero ha dunque semplicemente tutelato un bene pubblico. Ricordo che la causa legale contro il Cox è stata intentata dal Comune di Milano per non perdere il diritto di proprietà sul bene." Abbastanza chiaro non vi pare? Ma omette di dire a cosa potrebbe essere destinato questo prezioso bene comune restituito ai bisogni della cittadinanza, visto che a Milano il Comune ha piu’ di 3.000 abitazioni di edilizia popolare vuote e che non intende assegnare. L’unica cosa che emerge chiara, oltre al fobico odio dello sceriffo De Corato per i Centri Sociali di sinistra (quelli di destra no.... quelli non si toccano!) e’ solo l’intenzione di presentarsi all’opinione pubblica come il paladino della legalita’ di facciata e degli interessi "mafiosi": quanto vale un Conchetta riciclato all’economia di mercato? L’Expo 2015 si avvicina...
Ma nella foga non esita neppure a cadere nel ridicolo: "abbiamo poi appreso che all’interno del Cox, appeso a un muro, c’era anche il ben noto poster, che è stato affisso a più riperse in città, in cui venivo ritratto con la scritta ’Wanted’. Il fatto non ci stupisce, ma sono certo che verranno fatte indagini per appurare se la firma è la stessa".

Fortunatamente c’è, a Milano, qualcuno che ha ancora le idee chiare su De Corato e la sua politica di repressione, come Luciano Mahlbauer, consigliere regionale di Rifondazione Comunista:
"Quanto accaduto in via Conchetta è di una gravità inaudita e sintomo del veloce degrado civile e morale che sta investendo la nostra città. La forza pubblica è stata messa al servizio non della legge e dell’ordine pubblico, bensì degli interessi di una parte politica e soprattutto di quelli personali di De Corato. Le forze di polizia hanno blindato militarmente intere vie per sgomberare lo storico centro sociale Cox 18, senza alcun preavviso e senza autorizzazione della magistratura, ma unicamente in base ai desiderata del Comune di Milano, nonostante sulla vicenda sia in corso una causa civile. Talmente dubbia era la legittimità dell’intervento che alla fine la situazione è stata "congelata", cioè le chiavi tornano si in mano al Comune, ma nulla di quanto è dentro il centro sociale verrà toccato e portato via, in attesa che il giudice decida".
E per essere piu’ chiaro continua: "Capiamo senz’altro che De Corato non si accontenti più di fare soltanto il parlamentare e il vicesindaco, ma che voglia essere anche il candidato del Pdl alle prossime elezioni provinciali. E conosciamo purtroppo bene anche la sua visione politica e amministrativa, ridotta a una sorta di guerra permanente contro tutta quella parte di città che lui ritiene politicamente, culturalmente o socialmente sua nemica. Ma arrivare, come ora, al punto che i responsabili dell’ordine pubblico a Milano mettano al servizio degli interessi politici e personali di De Corato le forze dell’ordine ci pare indecente, inaccettabile e irresponsabile. E così, mentre non si lesinano mezzi e uomini per sgomberare un centro sociale che non dà fastidio a nessuno e che ospita una libreria e gli archivi di Primo Moroni, facendolo per giunta mentre è in corso un processo, regna invece la più totale indifferenza nei confronti di luoghi di delinquenza politica, come "Cuore Nero", che guarda a caso godono della tolleranza di De Corato e del suo partito. Tale spudorato uso della forza pubblica per assecondare interessi politici di parte è forse il segno più tangibile della situazione fosca che si sta creando a Milano. E riteniamo sia giunto il momento che in città, almeno da parte di chi non vuole rassegnarsi o scappare altrove, si apra una riflessione molto seria su come iniziare a contrastare con intelligenza, determinazione ed efficacia questo sempre più disinvolto scippo della nostra libertà e dei nostri diritti".

Da parte nostra rilanciamo l’appello contro lo sgombero del C.S. Conchetta che e’ possibile firmare qui!

n.d.p. - lottacontinua.net