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CARCERI: NESSUNO TOCCHI CAINO,60MILA IN CONDIZIONE INFAMI
Publie le domenica 1 gennaio 2006 par Open-PublishingTogliere "60mila detenuti dalla condizione infame e bestiale in cui sono
nelle carceri" e "dare finalmente dignita’" alle vittime della giustizia
in Italia, "che non sono solo le vittime dei reati, il cui dolore va
sempre considerato e stimato nella sua intera gravita’".
Vittime sono
infatti anche quelle persone che devono essere giudicate, alle prese
spesso con un meccanismo di giustizia che in Italia lascia a desiderare.
E’ questo l’auspicio che esprime per il 2006 Sergio D’Elia, presidente
dell’associazione "Nessuno tocchi Caino", da anni impegnata sul fronte
della giustizia in Italia e piu’ in generale sul fronte dei diritti
umanitari e della opposizione alla pena di morte nel mondo.
A proposito di
quest’ultima, la speranza e’ che il nuovo anno "porti finalmente anche
l’approvazione di una risoluzione delle Nazioni Unite per una moratoria
universale delle esecuzioni capitali". D’Elia aggiunge che c’e’ anche da
augurarsi che dall’Onu "giunga un segno di attenzione e di rispetto della
dignita’ dei condannati a morte.
Non tanto per quelli negli Usa, che sono
piu’ o meno sotto attenzione pubblica, ma per coloro che sono nei Paesi
totalitari: penso a Cina, Iran, Vietnam, Corea del Nord. La pena capitale
va bandita ovunque nel mondo, ma intanto ci sia rispetto della loro
dignita’ di condannati a morte".
Tornando ai problemi piu’ di casa nostra,
il presidente di "Nessuno tocchi Caino" sottolinea che in Italia ci sono
60mila persone "detenute in condizioni pietose e fuori dalle leggi.
Scontano una pena supplementare, infame: quella della condizione bestiale
in cui si trovano".