Home > CARO RUTELLI, A GIUGNO SAREMO GIA’ A CASA
GLI ITALIANI SI ASPETTANO CHE IL PROGRAMMA VENGA RISPETTATO COSÌ COME È STATO SCRITTO. NIENTE DI PIÙ, MA ANCHE NIENTE DI MENO
Tre mesi. E’ questo il tempo che Zapatero ha impiegato a ritirare le truppe spagnole dal teatro di guerra iracheno. Non si capisce quindi perché Francesco Rutelli proponga oggi, e soprattutto dopo aver firmato il programma dell’Unione, di rifinanziare la missione militare italiana a giugno, quando scadrà il decreto attualmente in vigore.
Le elezioni si svolgono il 9 aprile. Come dice testualmente il documento che anche lui ha sottoscritto («se vinceremo le elezioni, immediatamente proporremo al Parlamento italiano il rientro dei nostri soldati», da attuarsi nei «tempi tecnici» necessari), il centrosinistra presenterà immediatamente alle Camere una proposta di rientro dei nostri soldati.
Dal punto di vista tecnico non ci sarebbe neppure bisogno di aspettare la costituzione del nuovo esecutivo. Ma si potrebbe anche farlo, visto che un governo insediato e nei pieni poteri potrebbe prendere le decisioni conseguenti ad un mandato parlamentare per il ritiro in modo certo più rapido di un esecutivo uscente (quello Berlusconi) che sicuramente frenerebbe l’applicazione della volontà delle Camere.
Anche in questa ipotesi, arriviamo agli inizi di maggio. Il 30 giugno, quindi, saranno passati già quasi due mesi. Non vi è, dunque, alcuna ragione per rifinanziare la missione. Per allora, buona parte dei militari italiani sarà tornata a casa e il resto starà facendo le valigie.
A dirlo non sono estremisti o teste calde, ma l’impegno sottoscritto da tutti i partiti del centrosinistra, Margherita compresa. Un impegno che gli italiani a cui l’intera Unione chiede il voto si aspettano che venga rispettato. Così come è stato scritto. Niente di più, ma anche niente di meno.