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COBAS BOLOGNA : la spesa sociale deve dire, diritto allo studio, mense ed edilizia scolastiche...

Publie le giovedì 6 ottobre 2005 par Open-Publishing

Comunicato stampa

Noi siamo convinti che spesa sociale voglia dire diritto allo studio, mense ed edilizia scolastiche, politiche tariffarie adeguate per trasporti e servizi, investimenti per affrontare il drammatico problema abitativo, non privatizzare i servizi pubblici, affrontare il problema del reddito per ingenti fasce di popolazione costretta dalla precarietà del lavoro alla precarietà della vita, accoglienza e integrazione dei migranti;la spesa sociale pensiamo sia costituita da tutto quanto possa contribuire a migliorare e consolidare il tessuto sociale di una comunità, affinché si sviluppino solidarietà e coesione, altrimenti l’alternativa è l’effetto New Orleans...

Ciò che deve distinguere una politica di sinistra da una di destra è l’attenzione a questi bisogni.

Siamo certi che privatizzazioni e grandi opere prosciugheranno le risorse che andrebbero destinate a quanto citato, mentre crediamo che il benessere debba appartenere a tutti/e i/le cittadini/e e in quanto tale deve essere l’ obiettivo prioritario di tutti gli amministratori locali e non.

E’ una questione di analisi dei bisogni, scelte e priorità, non dell’applicazione di un concetto di "legalità" fatto di sgomberi, esplusioni, negazione dei diritti elementari e repressione, per supplire alla mancanza di risposte adeguate alle esigenze sociali.

Quindi pensiamo che nell’attuale situazione la metropolitana bolognese rischi di essere un piccolo ponte sullo stretto, in una logica di opere estremamente costose, che di fatto diventano alternative al soddisfacimento dei bisogni primari della cittadinanza.

Così come siamo contrari al fatto che le aziende che trattano servizi fondamentali come energia, acqua e trattamento rifiuti siano società per azioni; in quanto ci opponiamo alla privatizzazione dei beni comuni.

Crediamo fondamentale che tali servizi vengano gestiti con logica di utilità sociale e non con quella dei dividendi azionari.

Quindi non solo siamo contrari all’ipotesi di vendita di azioni Hera, ma riteniamo che la lotta debba essere quella di invertire i processi di privatizzazione già in atto in questo ed in tutti gli altri campi.

Ci sembra che la situazione a Bologna stia prendendo una piega molto preoccupante, che le risposte del “palazzo” non siano all’altezza di questi temi, che sia necessario avviare un profondo processo sociale di opposizione a questa deriva.

Ci dichiariamo fin d’ora disponibili al confronto con tutti quei soggetti che condividono le nostre preoccupazioni ed auspichiamo che tale confronto possa partire al più presto.

CONFEDRAZIONE COBAS BOLOGNA