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CODICI MILITARI-PISAPIA (PRC): "SU GIUSTIZIA CDL CONFUSA"

Publie le mercoledì 1 giugno 2005 par Open-Publishing

GOVERNO HA FINORA FATTO LEGGI SOLO PER IMPUTATI ECCELLENTI

’’L’emendamento approvato al disegno di legge di riforma del codice penale militare che di fatto ha bloccato l’esame del provvedimento costituisce l’ulteriore prova che, anche in materia di giustizia, questo governo non ha piu’ prospettive’’. Lo afferma Giuliano Pisapia del Prc.

’’Dopo il voto contrario del Parlamento alla riforma della giustizia minorile proposta dal governo e dal Ministro Castelli, e il rinvio alle camere da parte del Presidente della Repubblica della riforma dell’ordinamento giudiziario - osserva - questa ennesima sconfitta del governo dimostra non solo che non si puo’ rendere la nostra giustizia celere, efficiente e garantista senza un programma organico, ma anche che il governo e la sua maggioranza, nel corso di tutta la legislatura, sono riusciti ad approvare nel campo della giustizia solo modifiche tese a favorire pochi imputati eccellenti e in gran parte dichiarate incostituzionali dalla Consulta’’.

’’La ’controriforma’ del codice penale militare - ribadisce Pisapia - era stata criticata oltre che da numerosi costituzionalisti, anche da parte della magistratura militare, dalla federazione nazionale della stampa e da rappresentanti delle organizzazioni non governative, in quanto avrebbe fatto carta straccia della nostra Costituzione. In particolare, avrebbe comportato l’automatica applicazione del codice di guerra a tutte le missioni all’estero e, in spregio a quanto stabilito dall’art.11 della Costituzione, il ’normale’ ricorso alla guerra per risolvere i conflitti, tanto da consentire laviolazione delle garanzie procedimentali pure previste dagli articoli 78 e 87 della Costituzione.

Le stesse leggi di guerra sarebbero state peraltro estese, nei territori all’estero sottoposti al controllo delle nostre truppe, anche ai civili (compresi i giornalisti, con una inammissibile limitazione della liberta’ di stampa e d’informazione, e gli operatori delle ong). (ANSA).