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COMITATO PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE DI VARESE

Publie le giovedì 17 novembre 2005 par Open-Publishing

Non c’è stata tregua nella corsa per sradicare la nostra Costituzione dai suoi principi originari. Il Senato dovrebbe approvare i via definitiva la devolution mercoledì 16 Novembre.

L’attuale maggioranza di governo sta utilizzando le proposte di modifica della Costituzione anche come merce di scambio. E’ sufficiente un semplice calcolo elettorale a breve, una baratteria di coalizione, la voglia di agitare un successo parlamentare, sia pure di corta durata, per poter spezzare senza scrupoli quel segno storico della nostra unità.

Questa disinvoltura istituzionale conferma l’insofferenza del Presidente del Consiglio e della sua maggioranza nei confronti delle regole e delle istituzioni di uno Stato democratico, regole e meccanismi che non a caso si vuole stravolgere attraverso la modifica della Carta Costituzionale.

Temiamo che la complessa situazione che si sta determinando per il sommarsi del dibattito sulla legge elettorale e sulla legge finanziaria, iniqua e dannosa per le casse della Repubblica, porti a sottovalutare la necessità di contrastare adeguatamente la controriforma costituzionale.

L’estrema difesa sembra ormai affidata al referendum impeditivo che promuoveremo. Tutte le previsioni dicono che in quel referendum prevarrà la grande maggioranza degli italiani.

Quindi: contro le modifiche alla Costituzione e a sostegno della battaglia parlamentare a Varese è indetto un presidio per

MERCOLEDI 16 NOVEMBRE DALLE ORE 18,00 PRESSO L’ARCO MERA

Il presidio è finalizzato a sottolineare ancora una volta che le modifiche proposte istituiscono, dilatando smisuratamente i poteri del primo ministro, compreso quello di sciogliere a suo piacimento la Camera,un governo personale, un Capo intoccabile ed estraneo ai principi del costituzionalismo moderno, delegittimano e disarmano il Parlamento, spogliano delle responsabilità di garanzia il Presidente della Repubblica, indeboliscono le funzioni degli altri organi dello Stato, a cominciare dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio superiore della Magistratura e con la cosiddetta devolution mina l’universalità e l’eguaglianza dei diritti, ostacolando la condivisione delle risorse e allargando il divario tra zone più povere e più ricche del paese.