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Questo pomeriggio alle ore 17.00, i Lavoratori e le Lavoratrici in Lotta contro la Associazione Casa Diritti Sociali, hanno occupato la sede amministrativa della Associazione e delle due cooperative sociali che ad essa fanno capo, site in Via dei Mille 36 in Roma.
Questa iniziativa segue di un anno una medesima iniziativa in cui i Lavoratori/trici esausti/e per i mesi di arretrati sugli stipendi, per la mancata applicazione del CCNL, per il mancato riconoscimento di quello che era a tutti gli effetti un rapporto di lavoro dipendente, decisero di occupare per 18 giorni e 18 notti la sede della Casa dei Diritti Sociali ottenendo con il passaggio di tutti i co.co.co. a lavoratori dipendenti, una vittoria clamorosa.
Purtroppo a distanza di un anno nulla è cambiato:
• Arretrati sugli stipendi di 5 mesi!
• Mancata applicazione del CCNL.
• Lavoratori e Lavoratrici messi a zero ore senza retribuzione degli stipendi!
Ma ciò che è più grave è che il 31 dicembre molti lavoratori verranno licenziati!!!
Ovviamente saranno licenziati/e quelli e quelle che nel corso di questi 3 anni si sono contraddistinti per l’impegno sindacale e per aver denunciato più e più volte all’Assessora alle Politiche Sociali Raffaella Milano, la mancanza degli standard minimi di Qualità.
Abbiamo più volte raccontato la nostra lotta che dura oramai da tre anni!!!
Oggi con questa iniziativa di lotta noi vogliamo tentare con la partecipazione di cittadini, cittadine, singoli e colletttivi, andare oltre la pura e semplice denuncia.
Noi intendiamo lanciare un dibattito cittadino sull’assetto dei servizi socio-sanitari della città che sono oramai delegati da questa giunta in maniera del tutto irresponsabile al Privato Sociale che del clientelismo, della precarietà ed in ultimo della speculazione sul disagio sono divenuti emblema in questa città.
D’altronde non è un mistero che nel corso degli ultimi venti anni in Italia il graduale ma costante processo di smantellamento dello stato sociale avviato dai governi di centro, centro-sinistra e proseguito in perfetta continuità da quello attuale si è tradotto in un crescente sviluppo del cosiddetto “Terzo Settore”.
Su tutto il territorio nazionale sono nate come funghi cooperative sociali di tipo A e di tipo B; nel caso delle prime si tratta di cooperative sociali che operano nel settore dell’assistenza alla persona (anziani, handicap, senza fissa dimora, richiedenti asilo e rifugiati, minori, rom...); le seconde si occupano di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati ottenendo in cambio sgravi fiscali e corsie privilegiate nell’assegnazione di appalti
(attive nei settori delle pulizie,giardinaggio,facchinaggio...............).
Sono lontani anni luce i tempi in cui lavorare nelle cooperative sociali aveva una incidenza sulla qualità della vita dei lavoratori, sulla qualità del servizio e su quella di chi poi di ciò beneficiava.
L’introduzione delle varie riforme sul lavoro da Treu a Biagi ha favorito le centrali cooperative, dalla Legacoop firmataria del patto per l’Italia alle altre, e di fatto va sottolineato quanto mai nessuna cooperativa sociale abbia espresso resistenza all’introduzione di norme peggiorative o abbia gridato allo scandalo quando si trasformava in peggio la figura del socio lavoratore, o si attaccava l’articolo 18, anzi!
Da qualche anno all’interno delle cooperative sociali hanno fatto la loro comparsa soprattutto lavoratori atipici, che ad eguale lavoro non si vedono riconosciuti diritti basilari quali: malattia, ferie, maternità......eppure ci si ammala, si vorrebbe andare al mare e magari fare figli...........
o chiediamo troppo?
Per il semplice fatto di dire la verità e di avere avuto il coraggio di denunciare con forza tutto ciò, l’Associazione Casa Diritti Sociali attraverso il suo presidente Giulio Russo, 2 settimane fa ha fatto oscurare i due siti del sindacato RdB-CUB che ospitavano i comunicati della delegazione sindacale interna...!!!
Un atto di repressione unico nel panorama italiano degli ultimi anni!!!!
Altro che Casa dei Diritti Sociali!!!!!
Noi ironicamente l’abbiamo ribattezzata Cassa dei Dritti Sociali.
Per questo e per molto altro ancora, abbiamo occupato la sede amministrativa;
Per questo e per molto altro ancora, vogliamo parlarne pubblicamente con la città.
A questo seguiranno comunicati di aggiornamento della situazione e dell’occupazione.
Invitiamo tutti e tutte a dare la più ampia diffusione a questo comunicato e a sostenerci in tutte le forme che riterranno opportune.
Siamo e resteremo in Via dei Mille 36 (zona P.zza Indipendenza)
per contatti email: lavoratoriinlotta@tiscali.it
LA LOTTA NON SI LICENZIA!
LICENZIAMO LE COOP SOCIALI!
COLLETTIVO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI IN LOTTA contro la Casa Diritti Sociali





Messaggi
1. > COMUNICATO RADIO-STAMPA:, 14 dicembre 2004, 09:25
POSSONO 7 PERSONE SEQUESTRARNE 70?
La storia si ripete. Il 13 /12/04 la sede della CDS è stata occupata ancora una volta. Ancora una volta un gruppo di persone che solo pochi giorni fa (manifestazione per i diritti degli immigrati del 4/12/04) pretendeva di decidere chi può e chi non può manifestare liberamente e pubblicamente le proprie idee, si riserva ora il diritto di usare la violenza per difendere i prorpi interessi e cerca cosi di imporre ad una maggioranza le ragioni di una minoranza. Sette operatori sociali CDS sostenuti dalla RdB CUB hanno deciso di intraprendere un’azione di forza occupando la sede di una associazione come la Casa dei Diritti Sociali, che da anni si fa promotrice dei diritti e delle opportunità delle persone emarginate; non è stato possibile un margine seppur minimo di trattativa nonostante i ripetuti tentativi di venire incontro alle loro richieste in una fase di particolare difficoltà del network CDS che ancora non riesce ad ottenere da alcuni enti locali il versamento dei crediti maturati, anche quando da oltre due mesi hanno avuto i mandati di pagamento dalla Provincia.
La grande maggioranza degli operatori e volontari CDS si sta impegnando nello sviluppo di un movimento di attivisti esperti che valorizzi i democratici della città multietnica, i volontari delle campagne umanitarie e gli operatori degli enti di terzo settore, insieme alle prime esperienze di organizzazione di percorsi partecipativi delle stesse persone che hanno da conquistare la cittadinanza. Non possono fermare questo processo i tagli ai bilanci, il 2005 deve vedere l’affermazione delle ragioni della lotta alle disuguaglianze.
In assenza della benchè minima possibilità di ottenere margini di discussione con questa minoranza violenta, 70 operatori e volontari della CDS hanno deciso di scrivere a più mani un comunicato di risposta, che sia un tentativo ulteriore di manifestare pubblicamente le proprie ragioni a chi non è interessato ad ascoltarle. Riportiamo di seguito questo comunicato
Comunicato degli operatori e dei volontari del Network Casa dei Diritti Sociali
Dal mese di agosto 2004 girano sul web una serie di comunicati molto gravi che riguardano il Network CdS. Sono poi stati appesi sui muri di Roma striscioni di analogo contenuto. Si tratta di comunicati e slogan che accusano l’associazione Casa dei Diritti Sociali e le cooperative da questa promosse di comportamento anti-sindacale, ma anche di frode e di gestire servizi che avrebbero una qualità pessima sulla pelle delle persone svantaggiate. Il fatto più grave è accaduto però alla manifestazione per i diritti degli immigrati del 4/12/04, quando un sedicente "Comitato di lotta contro la CDS" ha distribuito materiale offensivo nei riguardi del Network ed ha a più riprese tentato di impedire il diritto a manifestare di chi stava dietro lo striscione del gruppo alfabetizzazione della CDS; chi manifestava pacificamente è stato strattonato ed insultato, fino ad arrivare alla aggressione a sangue freddo di un nostro operatore che è dovuto ricorrere al pronto soccorso per le contusioni subite. A lui esprimiamo tutta la nostra solidarietà nella consapevolezza che l’aggressione verso di lui è stata un aggressione alla CDS e quindi a ognuno di noi.
Ci teniamo a sottolineare che episodi come la recente chiusura da parte della magistratura del sito di un sindacato di base non ci trovano d’accordo, ma vogliamo essere tutelati di fronte a notizie false ed infamanti o alle vere e proprie aggressioni.
Cosa succede in CDS?
Oggi, il nostro Network si trova di fronte ad una oggettiva difficoltà derivante dal mancato rinnovo di alcune convenzioni (situazione che ci accomuna a tante altre organizzazioni del terzo settore, e che deriva dai tagli operati dal Governo e dalla riorganizzazione dei servizi decisa dalle istituzioni locali). Gli operatori firmatari di questo comunicato sono i primi a subire le conseguenze di questa situazione, che perpetua il ritardo con cui vengono pagati i loro compensi e mette a rischio il loro lavoro. A queste difficoltà bisogna rispondere, come stiamo già facendo, impegnandoci per ricercare nuovi progetti dove poter esprimere la professionalità di tutti. Va però ribadito - che a differenza di quanto affermato da chi ci diffama - nessun licenziamento è stato operato nè annunciato, tantomeno in modo "mirato". Diffamare la CDS non servirà a risolvere la crisi della ma rischia invece di renderla senza uscita.
Da che parte stanno davvero i lavoratori della CdS?
La larga maggioranza di noi operatori e volontari sta per fortuna condividendo con il Network CdS un percorso difficile ma partecipato per riuscire a rilanciarsi. Non ci sentiamo minimamente rappresentati da chi si autodefinisce “i lavoratori e le lavoratrici della CDS” oppure "Comitato dei lavoratori e lavoratrici contro la CDS" firmando attacchi contro il Network; usando queste sigle, chi ci diffama vuole nascondere il fatto di essere solo una esigua minoranza tra coloro che sono legati alla CdS da un rapporto di lavoro. Diffidiamo queste persone dal definirsi quindi “i lavoratori CDS” e li sfidiamo a mettere per iscritto i loro nomi, come facciamo noi di seguito.
La qualità dei nostri servizi
Respingiamo le accuse di cattiva gestione dei servizi contenute in questi comunicati, così come quelle di rappresentare una forma di “controllo sociale” e “bivacco” per immigrati. La CDS ha al contrario gestito servizi sempre dignitosi e spesso sopra la media per qualità ed innovatività dell’intervento, fossero questi servizi cofinanziati dagli enti pubblici o - come ci succede spesso - autosostenuti grazie al lavoro volontario ed alla raccolta di donazioni private. Lo scopo che abbiamo sempre perseguito nei nostri interventi, e spesso conseguito con successo, è quello di sostenere persone emarginate o socialmente svantaggiate nell’acquistare autonomia sociale.
Gli utenti dei nostri servizi; non vittime ma compagni di strada!
L’accusa che ci fa più male è però probabilmente quella di avere danneggiato gli utenti dei nostri servizi, offrendo loro interventi di scarsa qualità.
Migranti, vittime di tratta, persone senza dimora e le altre persone svantaggiate che sono venute in contatto con i nostri servizi sono sempre state trattate con grande rispetto ed abbiamo fatto sempre ogni sforzo per dare loro la massima qualità possibile; proprio per questo probabilmente, così tanti di loro hanno scelto di offrirci il loro contributo volontario, ci hanno aiutato ad aggiornare la nostra progettualità ed in alcuni casi sono diventati nostri colleghi dopo essere stati “utenti”.
I volontari: la nostra marcia in più
Se in questi anni ci siamo costruiti una credibilità ed abbiamo ottenuto risultati positivi nel lavoro di promozione dei diritti delle persone emarginate lo dobbiamo al lavoro di tantissimi volontari, che lavorano con grande professionalità e impegno affiancando gli operatori nei servizi o gestendo autonomamente le attività autofinanziate; i volontari e le attività che grazie al loro impegno sono realizzate costituiscono un vero e proprio valore aggiunto del nostro Network. Respingiamo la visione gretta di chi li considera una sorta di “concorrenza sleale” per gli operatori CDS o un intralcio al lavoro dei servizi.
A cosa mirano davvero questi attacchi?
Abbiamo la netta sensazione che gli attacchi contro di noi siano strumentali al dimostrare la tesi che l’associazionismo non debba prendere parte alla realizzazione di interventi socio-sanitari, i quali spetterebbero solo alle istituzioni pubbliche. Ebbene, chi come noi è impegnato con le organizzazioni della società civile nella promozione dei diritti sa che l’associazionismo può offrire un valore aggiunto prezioso alla realizzazione degli interventi socio-sanitari proprio perché lavora sul territorio e conosce meglio di qualunque altro soggetto meccanismi ed evoluzione dei fenomeni di emarginazione e negazione di accesso ai servizi.
Al di là dei ragionamenti, che non condividiamo, non possiamo non rilevare che questi contenuti vengono espressi nei modi più inaccettabili e sostanzialmente con metodi non democratici: non con il reciproco confronto ma con la violenza verbale e fisica nonchè la diffamazione.
Il nostro rinnovato investimento per il Network CDS
Dietro ad attacchi tanto feroci ed apparentemente ingiustificati c’è la volontà esplicita di mettere fine all’esperienza della CdS, ed è un proposito che combatteremo; si tratta di un esperienza alla quale ognuno di noi ha contribuito a suo modo da pochi mesi o da anni, offrendo poche ore alla settimana di volontariato o lavorandoci a tempo pieno. Con la CdS abbiamo condiviso battaglie ed a volte siamo anche stati in disaccordo; la conosciamo abbastanza da potere parlare dei suoi pregi e dei suoi difetti, che ci siamo impegnati e ci impegneremo ancora a cambiare.
Lungi dal sentirci intimiditi o scoraggiati dagli attacchi oggi noi ci impegniamo a rilanciare ed investire per il Network CDS; lo continuano a fare quotidianamente i volontari impegnati nelle nostre attività, e lo stanno facendo da oltre un mese operatori che hanno deciso di lavorare gratuitamente per la progettazione di nuovi interventi e per il rilancio del Network.
Roma, 13 dicembre 2004
Operatori sociali e volontari del Network CDS
Hanno aderito al comunicato (raccolta adesioni ancora in corso)
Operatori
Amabile Aloia, Agata Maciag, Alessandro Fallani, Amit Shaquiri, Antonella Marino, Carla Baiocchi, Caterina Ciampa, Ciprian Arsene, Eliana Francisci, Filomena Murreli, Giancarlo Spagnoletto, Gianpiero Pozzi, Giovanni D’Alessio, Hawa Mohamed, Jacopo Zanotti, Laura Bisegni, Laura Nobili, Loredana Nardi, Loredana Terrezza, Maria Topputo, Mario Contini, Mary Ebonine, Maya Mhedleshvili, Mario Michelini, Michele Di Geronimo, Mouslim Mambetov, Natasha Cobani, Nicolò Ales, Paola Aluisi, Rosa Squeo, Rosana Fernandez, Serena Mancuso, Sokol Ndreca, Shefqet Cela, Tina Shaquiraj, Vittorio Bolognese, Yves Legal, Zaur Gabashvili.
Volontari
Alice Dall’Asta, Angelo Caivano, Alessandro Gorgoni, Augusto Venanzetti, Carlo Bracci, Chiara D’Ostuni, Cristiano Paolini, Danilo Maddaluna, Emanuela Danese, Ettore Zerbino, Francesca Danese, Gisella Bentrovato, Luigi Ugolini, Luca Ridolfi, Manuel Lobera, Marco Viglietta, Mara Gabrielli, Massimiliano Trulli, Mirella Bonafiglia, Nicoletta Teodosi, Pino Panuccio, Renato De Luca, Riccardo Russo, Stefano Greco, Teresa Lugas, Tatiana Capo, Veronica Bianchini, Valentina Avella.
1. > COMUNICATO RADIO-STAMPA:, 14 dicembre 2004, 10:13
Della serie "che tocca fare per campare" !
Una volta i padroni, in caso di scioperi, facevano arrivare, protetti dalle truppe regie o dalle squadracce fasciste, i camion dei crumiri.
Adesso i padroni "moderni e di sinistra" fanno chiudere dagli sbirri due siti sindacali e poi, con le pressioni psicologiche che si possono permettere grazie anche all’ acquiescienza dei sindacati istituzionali, fare firmare certi proclami filopadronali a tanti lavoratori.
Ma come si fa a non accorgersi che la sostanza e’ la stessa ?
Keoma
2. > COMUNICATO RADIO-STAMPA:, 14 dicembre 2004, 15:46
Durante la trattativa alcuni zelanti lavoratori membri del c.d.a. della coop., affiancati da un’ improbabile congrega di volontari, parenti, amici e perfino il figlio del presidente, hanno deciso di ricorrere all’intervento dei “tutori dell’ordine” (come garanti di democrazia?)…forse abbiamo sequestrato qualcuno? Precisiamo che la sede della cooperativa è rimasta perfettamente agibile, tanto che la cooperativa funziona a pieno regime.
Comunque, 70 persone (tanto meno sotto sequestro!) qua non si sono ancora viste….
Se rivendicare l’applicazione del CCNL e il pagamento degli stipendi arretrati ( il cui ritardo ammonta ad oggi a 4 mensilità e mezzo!!!...) significa difendere i “propri interessi”, allora noi assecondiamo questa accusa ricordando a colleghi che grazie alla lotta di un collettivo di lavoratori, da loro tacciato di essere una minoranza, tutti i lavoratori hanno beneficiato di tutele contrattuali fino ad un anno fa inesistenti (contratto a tempo determinato, maternità, malattia, ferie pagate).
A proposito dei servizi sociali…
Riteniamo che in Italia e precipuamente nella città di Roma la gestione dei servizi socio-sanitari dati in appalto al cosiddetto Terzo Settore stia mostrando, e non poteva essere diversamente, tutti i suoi limiti.
In primo luogo perché riteniamo che il diritto all’assistenza e alla salvaguardia della dignità umana come previsto nella Costituzione non possano e non debbano essere delegati al mercato anche se “sociale”.
In secondo luogo perché l’ideologia neoliberista che caratterizza la gestione esternalizzata dei servizi socio-sanitari, produce in Italia dei fenomeni con “radici antiche”: clientelismo, inefficienza, corruzione. Ma anche fenomeni connessi alla fase di crisi capitalistica: precarietà, nuove forme di schiavitù.
A proposito del servizio…
Definire innovativi i servizi CDS manifesta una volontà strumentale e mistificatoria del reale poiché interventi della suddetta associazione poco si discostano da un mero e deprecabile assistenzialismo.
Se poi si parla di condizioni igienico-sanitarie, il fatto che per anni i centri di accoglienza sono stati infestati dagli scarafaggi senza che alcun intervento risolutivo venisse attuato. Ciò nonostante le segnalazioni e le richieste degli operatori.
Addirittura in un centro di accoglienza per famiglie, quindi con la presenza di bambini, c’è stata la presenza di ratti di fogna tranquillamente accettata dalla CDS come male “inevitabile”.
Da segnalare che con il primo vero intervento di sanificazione (forzato da questa delegazione sindacale), attuato nel settembre di quest’anno e durato pochi giorni, il problema scarafaggi, almeno in quel centro è stato superato; segno evidente che era ed è soltanto un problema di “cattiva gestione”.
A proposito di condizioni lavorative…
Utilizzo delle collaborazioni: Fino al 2002 la consuetudine per CDS era la stipula di collaborazioni occasionali, reiterate due,tre, anche quatto volte. Questo nonostante il rapporto di lavoro era di fatto un rapporto di lavoro dipendente e nonostante fin dal 2000, in ottemperanza alla delibera 135, le convenzioni stipulate tra CDS e Comune di Roma prevedessero l’applicazione del CCNL. Non è solo un problema di diritti, è anche un problema di fondi pubblici e di come e dove sono finiti.
Successivamente grazie alla nostra vertenza sindacale ottenemmo un co.co.co. di durata annuale con diversi istituti previsti; nonostante ciò il problema del mancato rispetto della delibera 135/2000 resta, così come resta la domanda sul come e dove siano finiti i soldi pubblici stanziati per garantire un certo servizio e per pagare come da CCNL il personale impiegato.
Utilizzo di forza lavoro immigrata: Questo è un punto delicato perché qui cozziamo frontalmente con l’ipocrisia che si cela dietro la definizione di “Casa diritti sociali” e della sua supposta storia di sostegno alle fasce deboli.
Fino al 2002, anno in cui ci costituimmo come delegazione sindacale all’interno della CDS, la maggior parte degli immigrati che pure lavoravano in CDS da anni, erano contrattualizzati con rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato. Per chi è poco pratico di questioni legate a lavoro e permesso di soggiorno per gli immigrati, ricordiamo che il permesso di soggiorno finisce quando finisce il rapporto di lavoro; ciò significa che con questo sistema si tengono proprio quelle fasce deboli che si dice di voler aiutare, in una condizione di estrema ricattabilità.
Inutile dire che con la comparsa di una delegazione sindacale forte e conflittuale, l’Associazione CDS corse subito ai ripari trasformando i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato…..
A proposito di volontariato…
L’attività di volontariato che pure potrebbe arricchire il lavoro di una struttura che opera nei servizi alla persona, perde il suo valore positivo laddove al volontario si attribuiscono responsabilità che egli/ella non può supportare; ciò è quanto avviene in CDS.
In particolare la situazione è peggiorata con l’introduzione del cosiddetto Volontariato del Servizio Civile Nazionale (SCN). Infatti con l’introduzione di un rimborso (434 euro) che di fatto tende ad assumere le caratteristiche di un vero e proprio sussidio per studenti/esse ed inoccupati, si è modificata la definizione stessa di volontario come di un soggetto che presta il proprio tempo per fini sociali.
Contravvenendo a quanto disposto dal Piano Regolatore Sociale recentemente approvato, la CDS ha utilizzato ed utilizza il SCN come vero e proprio operatore sociale in sostituzione di personale previsto dalla convenzione.
Paradigmatico quanto accadde in occasione dell’occupazione del dicembre 2003:
per un mese (tanto durò l’occupazione) la CDS pensò bene di utilizzare il SCN nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e per senza fissa dimora in sostituzione del personale in agitazione.
Si tratta cioè di un esercito di riservisti pronto a scendere in campo acriticamente e obbediente al mandato padronale di servire la “mission”.
A proposito di minoranza…
Se minoranza è tutto ciò che non concorre alla definizione della norma non ci vergogniamo di essere una minoranza, laddove “norma” assurge a paradigma di repressione legalizzata del dissenso. Tipico di un’indole reazionaria il tacciare di minoranza chi si oppone al regime vigente. È paradossale che chi ricorre alla dicotomia maggioranza/minoranza per indicare i “devianti” si occupi quotidianamente di realtà minoritarie e per questo emarginate e sfruttate.
Peccato che l’“antagonismo” di chi ci accusa passi attraverso una folkloristica e vacua ostentazione di realtà di lotta non certo maggioritarie, quali EZLN, Che Guevara…peccato anche che le argomentazioni che vengono mosse contro di noi (di essere una minoranza violenta) siano le stesse utilizzate per reprimere e soffocare esperienze di lotta in cui loro stessi dicono di identificarsi..
Si tengano pure le loro regole, ci opporremo sempre a chi sfrutta e reprime i bisogni delle minoranze!
Per comunicati di solidarietà La nostra e-mail è: lavoratoriinlotta@tiscali.it
I lavoratori e le lavoratrici in lotta contro la Casa dei diritti sociali
2. > COMUNICATO RADIO-STAMPA:, 14 dicembre 2004, 14:49
Solidarietà all’occupazione della casa dei diritti sociali
by ACCCP Tuesday, Dec. 14, 2004 at 7:25 AM mail: tappabuchi@claronet.it
L’Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà esprime la solidarietà e la condivisione con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori contro la casa dei diritti sociali.
L’Assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà esprime la solidarietà e la condivisione con la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori contro la casa dei diritti sociali.
Sosterremo per quanto nelle nostre capacità e possibilità la vostra occupazione ed il seguito della lotta a partire dal corteo cittadino contro la precarietà di giovedì 16/12/2004 ore 16 da Campo de Fiori.
IL COMUNE NON PUO’ SFUGGIRE DALLE SUE RESPONSABILITA’!
IL TERZO SETTORE E’ LA MODERNA FORMA DI RIDUZIONE A PROFITTO DEI SERVIZI SOCIALI!
CHI FA’ PROFITTI SUL DISAGIO E L’ESCLUSIONE SOCIALE NON E’ ALTRO CHE UN SERVO DEL CAPITALE!
Roma, 14/12/2004