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CONTRASTARE IL REVISIONISMO STORICO

Publie le domenica 18 febbraio 2007 par Open-Publishing
3 commenti

CONTRASTARE IL REVISIONISMO STORICO

ANNULLATO UN CONVEGNO SUL CAMPO DI CONCENTRAMENTO FASCISTA DI GONARS -
RELATRICE LA COMPAGNA ALESSANDRA KERSEVAN - CHE AVREBBE DOVUTO PRESENTARE IL SUO LIBRO.

DOPO CHE I FASCISTI E I FORZAITALIOTI AVEVANO DISTURBATO UN CONVEGNO ANALOGO A LA SPEZIA CONTINUANO I TENTATIVI DI REPRIMERE LA VERITA’ STORICA SU QUANTO E’ AVVENUTO TRA IL 1940 E IL 1945 SUL CONFINE NORD-ORIENTALE ITALIANO.

Alessandra Kersevan era stata invitata dal locale Istituto storico e dal
comune di Bellaria Igea Marina a fare una conferenza per presentare il suo
libro sul campo di concentramento di Gonars. Era l’ultima di una serie di
conferenze dedicate alla storia del confine orientale.

In questa organizzazione si era poi inserita anche la Provincia di Rimini.

L’Istituto annullava all’ultimo momento la conferenza adducendo come
scusante che c’erano state pressioni da parte di AN, che denunciava la
Kersevan come storica "negazionista".

Nella vicenda dei campi di concentramento i negazionisti caso mai sono
quelli di AN, ma tant’è i politici di centro sinistra della provincia han
pensato bene di cedere alle pressioni squadristiche e hanno annullato la
conferenza.

Va aggiunto il testo della mail che la storica ha indirizzato al Presidente
e all’Assessore della provincia di Rimini (quest’ultima poi ha scritto,
scusandosi e rinnovando la "stima" nei suoi confronti...):

"Vi state prestando ad una operazione di censura di stampo fascista, nei
confronti di una studiosa che il vostro istituto storico aveva giudicato
scientificamente degna di fare una conferenza, ma voi avete preferito
basarvi sui giudizi politicamente interessati dati da politici di AN.

La vicenda del campo di concentramento fascista di Gonars e degli
innumerevoli altri campi fascisti in cui morirono fra il 1941 e il 1943 7000
sloveni, croati, montenegrini - donne, uomini, vecchi, bambini, cioè
famiglie intere rastrellate dall’esercito italiano in quelle terre occupate
e ANNESSE (!!) - di fame e di malattie è uno dei tanti crimini di guerra
impuniti commessi dall’esercito italiano in Jugoslavia. I politici (o
politicanti, forse è meglio usare questo termine) italiani che si riempiono
ora da destra a sinistra la bocca con la giornata del ricordo, non sanno
nulla della storia delle terre del confine orientale e di ciò che il
fascismo vi ha rappresentato. La mia conferenza poteva essere una buona
occasione per saperne qualcosa, almeno per la popolazione di Bellaria. Vi
ricordo che la stessa legge istitutiva della giornata del ricordo, parla
anche delle "più complesse vicende del confine orientale", e quindi avreste
avuto anche la copertura della legge, se vi occorreva proprio. Ma come
diceva il Manzoni, il coraggio uno non se lo può dare, e voi non ve lo siete
dato. Forse si tratta solo di piccoli e meschini calcoli politici.
L’assessore alla cultura di Bellaria, unica che mi abbia contattato, anche se solo dopo
che io l’avevo cercata, mi dice che la mia presenza avrebbe messo in
pericolo l’ordine pubblico. A parte l’evidente esagerazione, mi pare che i
fascisti adesso abbiano capito bene cosa dovranno fare in futuro, quando si
parlerà di argomenti che non gradiscono: mobiliteranno le loro squadracce
minacciando l’ordine pubblico, e tutti caleranno le brache. Mi pare che il
fascismo nel ’20 abbia trionfato così. Spero che tutto questo vi si rivolti
contro, e che gli elettori antifascisti della provincia di Rimini sappiano
almeno togliervi il loro consenso.

Alessandra Kersevan"

Messaggi

  • Parlare in Italia di quanto è accaduto prima , durante e dopo la guerra nei territori vicino alla attuale frontiera con Slovenia e Croazia si tocca un nervo scoperto . Vi è un cosciente oblio e rimozione rispetto a quanto abbiano combinato i nostri soldati in quei territori , perchè il nostro comportamento di allora , come è arcinoto, va contro il clichè degli " Italiani brava gente" ; come peraltro nulla si dice delle stragi compiute negli anni dal 1920 al 1930 in Libia , dove eliminammo un settimo della popolazione esistente , ed in Etiopia , dove sia la guerra che la repressione successiva venne effettuata con una crudeltà indicibile. Ma neppure , per esempio, del comportamento dei nostri soldati in appoggio ai franchisti durante la guerra di Spagna , dove figuri come Arconovaldo Bonaccorsi sono tuttora ricordati nelle Baleari come dei macellai sanguinari. D’altro canto si è enfatizzato un fenomeno come le foibe , certamente grave ma che si inquadra nelle repressioni e vendette che sono state fatte un po’in tutto il mondo nei confronti delle popolazioni dell’Asse , sopratutto in Europa ; nè più nè meno come il fenomeno della cacciata degli italiani da Istria e Dalmazia, situazione in cui alla fine della guerra si sono trovate motissime popolazioni , essendo stato quello un momento storico di grandi migrazioni coatte.
    Peraltro quello che in Italia manca ed è sempre mancato , sopratutto ora in piena moda di revisionismo storico , è stata la diffusione a livello di mass media di analisi sulle responsabilità italiane nella persecuzione delle popolazioni invase sia in Europa che in Africa ; argomento che ora dovrebbe essere di interesse solo degli storici, ma che a causa di una innaturale situazione politica interna , dove il negazionismo di queste responsabilità assurge ad argomento di lotta politica ( in tutto il resto d’Europa si sta ora riuscendo ad affrontare problemi come quelli del collaborazionismo diffuso a favore di tedeschi ed italiani occupanti in modo sereno ) , è tuttora oggetto di polemica , con negazione di fatti storici quali la deportazione degli slavi in Italia e distorsione di altri, quali il numero delle vittime delle foibe .
    Buster Brown

  • Gli Istriani non possono dimenticare la presenza dei partigiani titini. gli orrori delle foibe, la bandiera jugoslava al posto di quella Italiana; penso cha Alessandra Kerseven, anche se è un’insegnante e una persona di al
    ta cultura, non conosca l’Istria e la sua gente; ma non conosce neanche i tovaris’ di Josef Broz perchè visti solo in fotografia; io dico e affermo che è una persona ignorante, anche se non le piace; le foibe sono conosciute dagli Istriani da sempre, e checchè ne dica la Kersevan usate alla grande per due anni nell’Istria e nel Carso dai criminali tovaris’. Di questo possono testimoniare tutti i cinquantamila profughi che vivono a Trieste, ed entrati a Trieste in
    seme all’armata popolare jugoslava hanno perseverato per quaranacinque giorni, e se non fossero inntervanuti gli anglo-americani a cui era stata data l’amminitrazione della città chissà dove sarebbero arrivati; caccia al fascista, ’Z’ivio Tito’ ’smrt fas’i’zmu’ ’svoboda narodu’. La bandiera jugoslava a Trieste non piaceva neanche un pò, bastava un cenno delle ciglia per indicare un presunto fascista e per lui era finita; i fascisti veri, quelli che avevano un posto di resposabiltà ormai si erano allontanati. Visto che alla Kersevan piace parlare sempre del campo di Gonars, a noi piace parlare delle stragi di undicimila sloveni a Koc’evky Rog, del massacro di Bleiburg dove decine de migliaia di anticomunisti sloverni furono sterminati; ci piace parlare dei partigiani garibaldini, che non accorgendosi di essere nemici del popolo come stalinisti sono finiti tutti a Goli Otok, posto innavvicinabile fino alla morte di Tito, dei cittadini monfalconesi andati in Jugosla per vivere la libertà sono finiti anche loro a Goli Otok (leggi Mauthausen). Ma perchè tutto questo odio verso gli Istriani che erano fascisti alla stessa maniera degli altri Italiani e la Venezia Giulia apparteneva da un anno alla Grande Germania, dove non aveva nessuna influenza il governo di Salò, e non c’era nessuno del governo di Mussolini. I fascisti che c’erano erano dei volontari collaborazionisti dei tedeschi ma l’Amministrazione del terrirorio apparteneva alla Wermacht. Noi Istriani non siamo dei revisionisti, siamo gente che ha conosciuto fino in fondo la barbarie titina, e la parola ’revisionista’, ’pseudo profugo’, sono un’ingiuria a tutti gli Istriani, che possono vedere in queste frasi una grave difammazione, e usate in Internet o in altri posti pubblici anche da altri scrittoti ignoranti delle foibe costituiscono un reato di difammazione aggravata, di cui ogni Istriano si può avvalere in ogni momento. I morti nelle foibe., checcè ne dica la Kersevan, ci sono stati e molti,e dire che le foibe non sono mai esistite significa manifestare la propria ignoranza e la propria malafede. Vasco Vascon capodistraino