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CONTRO BOMBE E RESIDUATI BELLICI PERICOLOSI NELL’ADRIATICO

Publie le martedì 25 aprile 2006 par Open-Publishing

Lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce la cui delega è stata assegnata all’Assessore al Mediterraneo Carlo Madaro, lancia una campagna di sensibilizzazione sulla delicatissima questione delle “Bombe nel Mare Adriatico”.
E’, infatti, datata 24 novembre 2005 la risposta del Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli all’interrogazione presentata il 22 settembre 2004 dal senatore Danieli sull’irrisolto problema della bonifica dei fondali del nostro mare.
Il dato che emerge con lampante evidenza in base ad un rapporto dell’Icram (l’Istituto centrale di ricerca sul mare) e che è confermato dalla risposta del Ministro è la presenza in Adriatico Meridionale di “almeno ventimila residui bellici a carica chimica” risalenti alla seconda guerra mondiale.
La guerra nei Balcani ha fatto il resto aggravando ulteriormente la già a dir poco preoccupante situazione: durante la missione internazionale “sono state individuate - e usate! - alcune aree marine per lo sganciamento dagli aerei di ordigni bellici inesplosi. La varietà dei residuati bellici in mare è impressionante sia per quantità (enorme) che per qualità, sempre pericolosissima: oltre all’iprite, lewisite, fosgene, disfogene, adamsite, acido cianidrico, bombe a grappolo (tipo blu 27), proiettili all’uranio impoverito”.
“Di più e di peggio: ancora oggi, in alcune zone oltre le dodici miglia... vengono gettate e abbandonate in mare bombe e serbatoi ausiliari da aerei militari italiani “in emergenza” (fonte art. “L’Adriatico è una pattumiera di bombe e cariche chimiche. Ma per il disinquinamento è scaricabarile tra i ministeri” di Giorgio Frasca Polara).
La questione più paradossale è il rimbalzare di competenze tra apparati dello Stato, concretizzatosi in un “indecoroso scaricabarile tra ministri e ministeri”: nessuno di essi ad oggi si è fatto carico di un programma complessivo di disinquinamento; ogni ministero ha promesso interventi ma solo per la sua parte e comunque parcellizzati, senza una visione globale tanto dei drammatici problemi posti dalla molteplicità dei rischi attuali e futuri, quando degli interventi di bonifica.
Per questi motivi lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce ha ritenuto doveroso, rilanciare la questione del disinquinamento dell’Adriatico dai pericolosi ordigni e residuati bellici, nel silenzio dei mezzi d’informazione, ed interverrà presso tutte le competenti sedi ed in particolare presso il nuovo Governo affinchè la questione sia valutata sotto un’ottica unitaria e sia implementata una bonifica globale delle acque del nostro preziosissimo mare.
Lecce, 25 aprile 2006
L’Assessore al “Mediterraneo”
con delega allo “Sportello dei Diritti”
Carlo Madaro


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