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CRISI ECONOMICA A VIGEVANO: INTERVIENE RIFONDAZIONE COMUNISTA
Publie le mercoledì 28 settembre 2005 par Open-PublishingIl Prc chiede un impegno diretto del Comune per il sostegno ai lavoratori in difficoltà e progetti di sviluppo che aiutino gli artigiani e le microimprese
La crisi occupazionale si fa sempre più pesante, e come Rifondazione Comunista temiamo che la situazione possa aggravarsi nelle prossime settimane.
Inoltre, a nostro parere i progetti di intervento strutturale messi in cantiere recentemente per il medio e lungo periodo non toccano la microimpresa e quindi la grande parte del mondo del lavoro vigevanese.
I segnali di crisi a livello locale sono adesso più preoccupanti di prima, ma ci sembra che il Comune di Vigevano continui a sottovalutarli, mentre riteniamo che si debbano attivare al più presto vere e proprie "politiche comunali d’emergenza" per sostenere le persone che hanno perso il lavoro, rischiano di perderlo o non lo trovano.
Per Rifondazione Comunista è necessario che nel bilancio del 2006, su cui l’amministrazione comunale inizierà a lavorare nei prossimi giorni, siano previsti stanziamenti straordinari per sostenere concretamente chi perde il lavoro o non lo trova.
Per affrontare l’emergenza occorrerà forse sacrificare alcune voci di spesa o definire
nuove entrate, ma riteniamo indispensabile che il Comune cerchi risorse straordinarie da destinare al sostegno dei lavoratori in difficoltà. E’ un compito difficile ma possibile, che va affrontato immediatamente e, soprattutto, va spiegato alla città perché potrebbe avere ripercussioni su altre attività del Comune o imporre nuove politiche contributive per le fasce più agiate della popolazione. Si tratta però di compiere precise scelte politiche, in grado di dare un segnale dell’attenzione dell’ente locale verso i problemi occupazionali.
Per quanto riguarda le prospettive a medio e lungo termine, il progetto di sostegno all’innovazione tecnologica per le imprese presentato in questi giorni non ci convince, come del resto altri di questo tipo. Perché, così come è strutturato, se da una parte può essere utile alle medie imprese meccanocalzaturiere in crisi, dall’altro taglia fuori gli artigiani e le microimprese, vale a dire la fascia produttiva decisiva per il nostro territorio. Bisogna mettersi intorno ad un tavolo e costruire un progetto organico che comprenda questa realtà e chiami alle proprie responsabilità anche gli istituti bancari.
Occorre partire dalle associazioni di categoria e dai sindacati, riferendosi quindi alle forze vive del territorio ed all’articolata realtà produttiva piuttosto che a progetti precostituiti, superando le divisioni. Il frazionamento del mondo associativo è un fatto storico che continua a danneggiare la nostra economia, in particolare l’artigianato e le piccole imprese.
Infine, per quanto riguarda i centri di ricerca vogliamo sottolineare che sono strumenti certo importanti, ma hanno la tendenza a concentrarsi su una sola fascia di produzione. Anche in questo caso, di solito, le microimprese rimangono ai margini. Se i centri ricerca riusciranno ad evitare di essere strumenti di nicchia potranno avere efficacia. Anche questo, però, è un obiettivo di cui devono farsi carico le associazioni e le istituzioni locali.
Roberto Guarchi
Capogruppo consiliare
del Partito della Rifondazione Comunista
Vigevano (Pavia)
prc@comune.vigevano.pv.it