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Ho da tempo affermato che non guardo più la televisione, ed è vero. Trovandomi, però, in vacanza in un luogo dove non giunge nemmeno il segnale per le comuni “chiavette” a banda (pressappoco) larga, ho dovuto “nutrirmi” delle verità delle due mamme, RAI e Mediaset.
La prima curiosità che mi ha assalito, è che stavo ricevendo notizie sul G8 organizzato da Silvio Berlusconi dalle emittenti di proprietà di Silvio Berlusconi, oppure controllate da Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio, dove si citavano giornali di proprietà della famiglia Berlusconi.
Prima domanda: è ancora l’Italia o siamo diventati il Bananaland?
La seconda, più che una domanda, è l’approfondimento di un’omissione che viene data per scontata: il presidente cinese Hu-Jin-Tao è dovuto tornare in Cina per la rivolta dei turcomanni del Xinjiang.
Le comunità islamiche turcomanne sono dislocate – almeno dal XV secolo – lungo la via “alta” della Seta, ossia nel percorso che giunge in Cina passando per gli odierni Iran ed Afghanistan, Persia e Carmania di un tempo: 50.000 turcomanni abitano tuttora a Kirkuk, nel cosiddetto “Kurdistan iracheno”.
Guarda, guarda…proprio nell’occasione del G8, alcune migliaia (o decine di, centinaia di, poco importa) – visto che stiamo parlando di una nazione di oltre 2 miliardi di persone – si ribellano al governo di Pechino e giungono allo scontro. La battaglia dura un solo giorno poiché, quello seguente, già va in scena la vendetta dell’etnia dominante, quella han, e tutto sembra seguire il solito copione cinese già osservato per la questione tibetana oppure per le rivolte sindacali. Ma, ecco la novità: il presidente cinese Hu-Jin-Tao ritorna precipitosamente in Cina, secondo le Berluscomanie nazionali, per “riprendere in mano la situazione”. Come se la Cina fosse paragonabile a qualche dimenticata Repubblica delle Banane dove, quando il Presidente è all’estero, ne approfittano per portargli via l’argenteria. Ora, pur sorvolando che la rivolta ha avuto luogo in una dimenticata città di confine cinese, che sarebbe bastata una misera brigata motorizzata per domarla (come sta avvenendo), viene da chiedersi chi siano stati i fomentatori della rivolta, in pieno stile complottista.
L’ipotesi A racconta che, gli Amerikani Kattivi, abbiano trovato uno Yuschenko turcomanno “arancione” e gli abbiano fornito una montagna di soldi per fomentare i disordini: a quel punto, un nonnetto rinfanciullito napoletano – di professione Presidente della Repubblica italiana – scambiava i fatti d’Ungheria del 1956 con lo Xinjang del 2009, e si permetteva di rammentare a Hu-Jin-Tao l’annosa questione dei diritti umani.
Hu-Jin-Tao lo squadrava di traverso poi, impaurito dalla minaccia (!) turcomanna, riprendeva la via della Cina con la coda fra le gambe e – fatto tesoro delle raccomandazioni italiane (!) – decretava migliaia di condanne a morte. Cosa che, senza il Presidente in cattedra sulla Piazza Tien an Men, non si può ovviamente fare (!).
L’ipotesi B è che le impostazioni definite dalle cancellerie occidentali per le questioni più spinose – controllo delle emissioni di gas nocivi, riduzione della temperatura del Globo, ecc – non fossero poi così gradite a Pechino. Nota: alla nazione che s’avvia, nei prossimi decenni, a diventare la prima economia del Pianeta.
Nella seconda ipotesi, una rivolta in una città di confine viene rintuzzata, fino a diventare un caso mondiale proprio per volontà cinese: a quel punto, Hu-Jin-Tao ha la scusa per tornarsene in Patria e lasciare quel vertice dal quale non poteva portare a casa nulla di buono.
Qualcuno dirà che, a L’Aquila, è rimasta la delegazione cinese: chi conosce almeno un poco il “palazzo” cinese e la sua storia, potrà facilmente comprendere quanto siano importanti i funzionari cinesi rimasti.
Difatti, fra i tanti successi strombazzati dalle Berluscomanie nostrane, c’è l’accordo sul clima e sulle emissioni gassose: peccato che non è stato accolto né dalla Cina e né dall’India, ovvero dalle nazioni che sono il vero apparato industriale del Pianeta.
Non vorrei, con queste poche righe, affrontare i problemi della questione turcomanna (che risale, come tante altre, all’eredità dell’Impero Ottomano) né trattare la questione del clima, che richiederebbe un saggio, altro che un semplice post, manco un articolo.
Desidero solo sottolineare che, quanto esposto dai media nazionali ed internazionali, non può corrispondere a verità, poiché nell’ipotesi A – l’unica propalata ai quattro venti (senza, ovviamente, approfondire il “come mai” i turcomanni s’erano sollevati) – un cenacolo di vecchie ed azzimate vecchiette indebitate, più una Russia sorniona, non era in grado d’imporre alla Cina proprio niente. Tanto meno un giovane avvocato dell’Illinois, il quale sa benissimo in quali mani è il debito estero americano, ovvero a Pechino e, in minor misura, a Mosca.
L’unico spettacolo al quale abbiamo assistito è stato, dunque, quello delle abbuffate di ravioli, delle degustazioni di vini abruzzesi, delle visite alle gelaterie romane da parte delle mogli con figli al seguito.
Nessuno, s’è accorto che la Cina ha lasciato il vertice con una scusa, a dir poco, puerile.
Domanda: se era un vertice internazionale, dov’è finita la politica estera?
Carlo Bertani
http://carlobertani.blogspot.com/
9-07-2009
Messaggi
1. CRONACHE DI BANANALAND, 10 luglio 2009, 10:02
THE BERLMAN SHOW (I)
L’isola della Maddalena, con tutto il battage di strutture militari che contiene, non è stata ritenuta sufficientemente sicura per proteggere i “grandi” della Terra nell’occasione del G8: probabilmente, la minaccia di migliaia di no-global che l’assalivano in massa – sbarcando dai loro canotti – ha fatto scuotere la testa ad ammiragli e generali, preoccupati di non riuscire a reggere l’onda d’urto. Dopo il “Vallo Atlantico nel 1944”, il “Vallo della Sardegna” poteva cedere anch’esso.
Così, tutti in una città che ha appena subito un devastante terremoto: auguri signor Obama, auguri signora Merkel. Se, la notte, il comodino dovesse traballare, non preoccupatevi: fino alla magnitudo 4,5 non è previsto lo sgombero, dormite tranquilli e sicuri, siete in Italia (!).
Vi sarete chiesti il perché della stranezza, ma conoscete poco l’Italia, perciò è meglio spiegare quello che – siamo certi – non avete ben compreso.
Dovete sapere che, in questo Paese, ogni giorno dell’anno – da decenni – va in onda su tutti i canali televisivi il “Berlman Show”, ossia la rappresentazione dell’Italia vista da un solo punto d’osservazione, quello del Primo Ministro, Silvio Berlusconi.
In questa soap opera istituzionale, gli italiani sono un popolo felice e tranquillo, che non ha preoccupazioni per il lavoro, per la salute, l’istruzione, il welfare. Lo Stato – ossia Silvio Berlusconi in persona – si preoccupa di tutto e per tutti: dopo burrascose notti trascorse nell’harem, Berlusc-al-Sharif – il nostro Califfo nazionale – si sporge dalla finestra, osserva l’Italia e detta il copione della prossima puntata.
A Milano – dove ci sono le sue, personali televisioni – ed a Roma, dove c’è la televisione di Stato che controlla come Primo Ministro, i suoi mercenari prendono diligentemente nota, telefonano agli attori e preparano le scene che gli italiani vedranno il giorno seguente.
So che, da voi, una cosa del genere non sarebbe nemmeno immaginabile: difatti, nella sua classifica, Freedom House inserisce l’Italia – per libertà d’informazione – più o meno dalla parti del Benin o di qualche sperduta Repubblica delle Banane.
Pensate che, in Italia, non si parla mai del nostro principale problema: un terzo dell’Italia è governato dai clan delle Mafie, che oramai non gestiscono solo le attività criminali (droga, armi, ecc), bensì s’inseriscono negli appalti pubblici, come ha ben spiegato Roberto Saviano nel best seller Gomorra. Per averlo spiegato, ha dovuto fuggire e vivere nascosto.
L’Italia – il Paese del Sole – non ha praticamente centrali solari e – mentre nei vostri Paesi fioriscono le iniziative che riguardano le nuove energie rinnovabili – qui da noi costruiranno (dopo il 2020!) quattro centrali nucleari: con il prezzo dell’Uranio in continuo, iperbolico aumento, saranno probabilmente le ultime centrali del Pianeta.
Per farvi capire come il “Berlman Show” si occupi proprio di tutto, vorremmo spiegarvi qualcosa che riguarda ciò che avrete senz’altro letto sui vostri giornali: la nota vicenda di Noemi, la ragazza minorenne che frequentava le “feste” di Silvio Berlusconi.
Pochi giorni dopo lo scoop, fu pubblicata un’intervista ad un ragazzo napoletano – Domenico Cozzolino – il quale raccontava d’essere stato il fidanzato della ragazza per lungo tempo. In qualche modo, il ragazzo voleva far intendere che Noemi Letizia era una ragazza normale con una vita normale.
Poco dopo, però (in Italia, si dice che “Le bugie hanno le gambe corte”), scoprirono che questo ragazzo era un attore che lavorava in una fiction delle TV del signor Berlusconi (“Uomini e donne”), gestita da una conduttrice – tale Maria de Filippi – a sua volta moglie di un giornalista che gestisce il più noto talk show delle TV di Berlusconi, Maurizio Costanzo. Tutto costruito in famiglia.
Quando la moglie di Berlusconi – Veronica Lario – chiese il divorzio, immediatamente una ex parlamentare del partito del premier Berlusconi – Daniela Santanché – concesse un’intervista al settimanale di gossip “Chi” – di proprietà, anch’esso, del presidente del Consiglio – nella quale affermava che, da tempo, la moglie di Berlusconi aveva una relazione con una guardia del corpo. La quale, ha smentito con sdegno, sfidando chiunque a provare il contrario ma, oramai, il messaggio era stato immesso nel circuito dei media.
Avrete senz’altro visto il bellissimo “The Truman Show” con Jim Carrey, laddove la vita felice di un americano medio veniva creata ad arte per proporla come un modello per gli americani.
Qui in Italia, nel “Berlman Show”, ogni giorno vengono create decine, centinaia di nuove immagini che sono immesse nel circuito dei media, per ipnotizzare gli italiani e far loro credere che tutto va bene: una nazione di lobotomizzati.
Nel frattempo, l’economia sta crollando: tutti i parametri economici indicano che l’Italia sta andando a fondo, ma pochi italiani riescono a rendersene conto, perché il “Berlman Show” imperversa. Raccontano che il welfare italiano è il migliore d’Europa – e intanto la gente è sempre più povera – e che L’Aquila sarà ricostruita, ma non dicono quando: nel 2032, così hanno dovuto ammettere nella legge per la ricostruzione, perché la loro sciagurata politica economica non trova i soldi per ricostruire. Saranno trovati mediante delle nuove lotterie (!): non è una barzelletta, è tutto scritto nel decreto ufficiale del Governo Italiano!
Per reggere un simile gioco, il premier deve concedere a coloro che fanno parte dello show posti importanti: se cercherete Michela Vittoria Brambilla su Youtube, la troverete mentre fa la giornalista nei locali hard della notte spagnola. Oggi, questa persona, è il Ministro Italiano per il Turismo, uno dei più importanti ministeri per l’Italia, nazione turistica.
Vi chiederete perché l’opposizione, in Parlamento, non denunci queste menzogne: a volte lo fa, ma non può fare nulla contro uno show mediatico che imperversa 365 giorni l’anno, da sei emittenti televisive nazionali più quelle minori. I media, sono totalmente nelle mani del premier.
La necessità di spostare il G8 dalla bellissima isola della Maddalena, in Sardegna, ad una città (L’Aquila) – che corre il rischio di altri terremoti devastanti – è una sola: siccome vi sono, per necessità di ordine pubblico, migliaia di militari nella zona, questo garantisce al gestore del “Berlman Show” che nessuno riuscirà ad avvicinarsi, che nessuno potrà inviare all’estero le immagini delle proteste, che ci saranno sicuramente e saranno tante.
L’Italia, come nazione europea, è oramai solo più una colossale finzione, un grande reality show a cielo aperto, come in nessun altro luogo al mondo: forse, voi che venite in Italia in vacanza, non ve ne rendete conto, ma qui si vive oramai una strisciante dittatura, regolata dai media del Presidente del Consiglio. Più semplicemente, una dittatura mascherata.
Grazie per la vostra attenzione
8.07.2009
Carlo Bertani
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2009/07/berlman-show-i.html
1. CRONACHE DI BANANALAND, 10 luglio 2009, 10:24
L’ossessione
di EZIO MAURO
Il Presidente del Consiglio, dimenticandosi di essere il chairman del G8, ha esportato ieri in mondovisione la sua ossessione privata, e tipicamente italiana, nei confronti di "Repubblica". Prima ha cercato di non rispondere alla domanda di Gianluca Luzi (l’altroieri aveva accuratamente fatto togliere i microfoni ai giornalisti per garantirsi un monologo), cercando di interromperlo con evidenti segni di nervosismo, nel timore che l’ombra del "ciarpame politico" in cui affonda da due mesi venisse proiettata sul fondale dell’Aquila. Poi, parlando della buona immagine del summit, ha lanciato la solita accusa di disfattismo al nostro giornale: "Non avete raggiunto il risultato che volevate".
Avevamo scritto due giorni fa che per il bene dell’Italia, Paese ospite, il successo del vertice era importante. E ieri Vittorio Zucconi ha analizzato il primo esito, cioè l’assicurazione di Barack Obama sul nostro ruolo tra gli otto Grandi, scrivendo che "questo è il risultato vero che il nostro Paese, il governo Berlusconi e i futuri governi incassano al G8 e che l’Italia può riporre in cassaforte come un capitale".
Un giornale, com’è evidente, sa distinguere tra l’interesse del Paese e il clamoroso interesse negativo che in tutto il mondo suscitano le avventure del Capo del Governo. E’ il Premier che non sa distinguere tra se stesso e la Nazione, come accade soltanto nei regimi.
Circondarsi dei Grandi della Terra, uniformandosi per una volta al loro stile e al loro standard, è un esercizio utile per lui e per il Paese, finalmente, e Berlusconi è stato un ottimo padrone politico di casa. Ma se pensa che i sette Grandi si portino via dall’Aquila anche i suoi problemi, s’inganna. In democrazia un leader ha un solo modo per risolvere i suoi guai che hanno fatto il giro del mondo: affrontarli davanti alla pubblica opinione, provando addirittura a dire la verità, e non nasconderli sotto le macerie del terremoto.
10 luglio 2009
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/esteri/g8-vertice-5/ossessione-10lug/ossessione-10lug.html