Home > Cacciato da Alemanno il prefetto di Roma. Era scomodo
Cacciato da Alemanno il prefetto di Roma. Era scomodo
Publie le sabato 15 novembre 2008 par Open-PublishingCacciato da Alemanno il prefetto di Roma. Era scomodo
di Giovanni Mazzamati
ROMA - “Carlo Mosca, rigoroso e attento interprete delle funzioni di rappresentanza generale dello Stato sul territorio, è per tutti i dirigenti prefettizi un emblema dell’identità e dell’orgoglio di una professione sempre al servizio esclusivo della Nazione”. A dirlo è il Sinpref, l’associazione sindacale dei funzionari prefettizi, che in una nota, pur rispettando le prerogative e la responsabilità del Consiglio dei Ministri, esprime il proprio sconcerto per la rimozione di Mosca dall’incarico di Prefetto di Roma.
La decisione del Governo, infatti, seppur largamente annunciata, ha suscitato grandi perplessità e non mancherà di alimentare profonde critiche. Sollevare Mosca dall’incarico vuol dire rimarcare la divergenza tra la linea dell’Esecutivo e i principi ispiratori che hanno mosso l’ex Prefetto durante il suo operato nella Capitale. Mosca, infatti, ha cercato di guardare al bisogno di sicurezza dei cittadini stando attento alle dinamiche sociali, tanto che l’ex segretario della Federazione Romana del Prc Smeriglio parla della sua sostituzione come addirittura di una “sconfitta della stagione del dialogo forte con i movimenti sociali”.
Le prese di distanza dell’ex Prefetto sia dalle posizioni del Governo che da quelle dell’Amministrazione Alemanno hanno fatto clamore. Fu evidente il contrasto rispetto alla possibilità di registrare le impronte digitali dei bambini rom, oppure di intervenire nelle scuole per disperdere gli alunni in regime di occupazione, o sulla possibilità di costruire una pianificazione per gli sgomberi dei campi nomadi della Capitale. In tutte queste situazioni per giustificare il suo dissenso Mosca citò gli articoli della Carta Costituzionale, come se fossero lo scudo con cui proteggere i diritti dei cittadini.
Il caso Mosca non può far parte di quel fenomeno assolutamente deprecabile che è lo spoil system, perché se è vero che l’ex Prefetto ha una cultura dialogante, non può dirsi che sia un uomo del Partito Democratico. Più che essere di sinistra, infatti, Mosca è un cattolico convinto, portato ad ascoltare gli ultimi, a considerarne le ragioni e a tutelarne i diritti. Questo Governo non può permettersi che un funzionario non esegua alla lettera il suo mandato, ma ha bisogno di esecutori veloci ed implacabili, soprattutto sulle questioni riguardanti l’ordine pubblico e la sicurezza, cioè quei temi sui quali ha costruito la campagna elettorale.
A sostituirlo è stato chiamato il Capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, Giuseppe Pecoraro, figura collaudata e di fiducia, che tra le sue esperienze passate può vantare l’incarico di Vice Capo di Gabinetto del Ministro Maroni nel 1994, ovvero col primo Governo Berlusconi.
Per il momento Mosca, a cui è stato paventato un posto da consigliere di Stato, dovrà occuparsi della riorganizzazione dell’esercizio delle funzioni di rete degli uffici territoriali dell’Esecutivo. Quando a fine ottobre iniziarono a circolare le prime voci su una sua possibile sostituzione, l’ex Prefetto, dimostrando per l’ennesima volta la sua statura morale, dichiarò: “Qualunque decisione che il Governo assumerà sarà da me rispettata, come ho sempre fatto quando ero ragazzo e come mi hanno insegnato in un’antica scuola militare, la Nunziatella di Napoli”.